Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
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Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
La galassia UGC 7342 nella costellazione Coma Berenice mostra brillanti filamenti eccitati dalla radiazione di un quasar. Le sorprendenti tonalità di colore verde sono dovute alla presenza di ossigeno ionizzato, illuminato nelle lunghezze d'onda verde.
L’immagine è colta da Hubble Space Telescope con l’utilizzo di filtri ottici e infrarossi.
Il buco nero della Via Lattea
L’ipotesi che il cuore della Via Lattea sia un buco nero distante da noi 26.000 anni luce (migliaia di miliardi di km) è sostenuta dal fatto che risulta essere una forte sorgente di onde radio e che spesso al centro delle galassie c’è un buco nero. Il nostro buco nero ha un diametro di 44 milioni di km con una massa 4 milioni di volte più grande di quella della nostra stella.
Recentemente con il telescopio W. M. Keck Observatory sulle isole Hawaii si è scoperto che attorno a quel buco nero, supermassiccio, sta orbitando alla velocità di 10.600 km al secondo, la stella SO-102, che equivale per un giro completo, in termine di tempo, a 11,2 anni.
SO-102 è il corpo più grande visto finora in prossimità del centro della Via Lattea, forse sarà grazie a questa scoperta che si tenterà di provare la teoria della relatività di Einstein, solo basterà attendere che la stella completi almeno un’orbita nei prossimi undici anni, per capire avesse ragione a supporre che in prossimità di un buco nero si produce effettivamente la distorsione spazio- tempo.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
NGC 7673 è una galassia a spirale distante dalla Terra circa 150 milioni di anni luce, nella costellazione di Pegaso, il cavallo alato. Nei suoi bracci sono in formazione milioni di nuove stelle, ammassi immensi sfolgoranti d’intense radiazioni ultraviolette.
Questi cluster sui bracci a spirale, contenenti migliaia di giovani stelle blu, sono responsabili dell’aspetto un po’ irregolare di NGC 7673.
L’immagine ripresa da Hubble Space Telescope nel 1996 e 1997 mostra anche sullo sfondo altre due galassie, una a sinistra, l’altra a destra di NGC 7673. Queste galassie sono più lontane e appaiono più rosse a causa del loro maggiore spostamento verso il rosso, un effetto causato dall’espansione dell’Universo.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
NGC 1788 è una delicata nebulosa ubicata in un angolo buio della costellazione di Orione.
È quasi una nube spettrale come si rivela in questa immagine finemente sfumata, si presenta simile a nube spettrale, ma sebbene piuttosto isolata dalle stelle brillanti di Orione, i loro potenti venti esercitano un forte impatto sulla nebulosa, forgiandone la forma e donandole lo splendore di una miriade di soli appena nati.
Immagine ESO –La Silla - Cile
Galassia a Guscio
NGC 7600 è una galassia di forma ellittica a circa 160 milioni di anni luce di distanza verso la costellazione dell’Acquario. In questa immagine profonda mostra un considerevole alone esterno di conchiglie nidificate e ampie fasce di strutture circumgalattiche, caratteristiche che si possono spiegare con l'accrescimento della materia oscura e stelle su una scala temporale cosmica. Conseguenze naturali di formazione delle galassie e le proprietà fondamentali della materia oscura.
La galassia sperduta nello spazio
NGC 6503 non è la più lontana ma è certamente la più solitaria fra le galassie, non appartenendo a nessun ammasso e pertanto gravitazionalmente isolata.
Si trova a circa 18 milioni di anni luce di distanza da noi, nella costellazione del Drago, in una vasta regione di spazio dove sembra non siano rilevabili altre galassie o nebulose, denominata “Vuoto Locale”, confinante con il nostro Gruppo Locale, di cui fa parte la nostra Via Lattea.
Nel 2010 già Hubble aveva scattato un’immagine di NGC 6503, in questa più recente mostra della galassia particolari mai visti prima d’ora, le macchie di gas illuminate di rosso nei bracci a spirale e regioni blu, dove si stanno formando nuove stelle.
Il pianeta dalla pioggia di vetro
Illustrazione artistica dell’esopianeta blu, HD 189733b, situato a 63 anni luce da noi. I silicati in sospensione di cui è ricca la sua atmosfera, disperdono la luce blu.
È possibile che queste particelle condensino fino a formare gocce di vetro fuso, ricadendo poi sul pianeta. Il gigante gassoso orbita molto vicino alla sua stella e le temperature, lassù si aggirano intorno ai 1.000 gradi °C.
Immagini dal cielo profondo
NGC 7331 si trova a circa 50 milioni di anni luce di distanza nella costellazione settentrionale Pegaso, ed è simile per dimensioni alla nostra Via Lattea. Riconosciuta inizialmente come nebulosa classificata poi come galassia a spirale, è una delle più luminose e più brillanti del cielo. L'eccezionale struttura a spirale di NGC 7331 splende dietro un numero di stelle appartenenti alla nostra galassia, e di fronte a una splendida isola popolata da grande varietà di galassie lontane.
Le galassie più importanti sono circa un decimo della dimensione apparente di NGC 7331, trovandosi circa dieci volte più lontano.
Il loro stretto allineamento nel cielo con NGC 7331 può verificarsi solo per caso, visto attraverso le nubi diffuse costituite di polvere, molecole organiche complesse e gas, sopra il piano della Via Lattea.
NGC 7331 è stata scoperta dall'astronomo Wilhelm Herschel nel 1784.
M 94 - una struttura indefinita
Conosciuta anche come NGC 4736, M94 è una bella immagine di galassia a spirale della costellazione Canes Venatici, approssimativamente distante 16 milioni di a.l. dalla Terra. A prima vista i suoi bracci potrebbero sembrare molti, ma secondo gli astronomi sembra essercene uno solo. Storicamente M94 è divenuta famosa per i suoi due anelli: uno molto brillante e compatto che circonda il nucleo galattico, l’altro un po’ più pallido e largo intorno il disco principale.
Le nuove osservazioni dello Spitzer Space Telescope danno un quadro estremamente dettagliato della sua struttura, rivelando abbia due braccia separate, mentre dalla nostra prospettiva danno l’illusione di un singolo anello non interrotto.
Nel disco principale della galassia si trovano filamenti di polveri e archi di giovanissime stelle ancora in evoluzione.
Ring Nebula
La Nebulosa Anello, nota anche come M57 o NGC 6720, si trova nella costellazione della Lira. Un guscio sferico di gas incandescente circonda una stella calda centrale. La nebulosa si è formata quando la stella centrale ha espulso circa il dieci per cento della sua massa, per un periodo di alcuni milioni di anni. Inizialmente la lenta perdita di massa crea un guscio circostante di materiale, in seguito ionizzato da getti più caldi e veloci e spesso formando strutture molto complesse. La Nebulosa Anello è stata la prima nebulosa planetaria scoperta, così chiamato a causa del suo aspetto sferico attraverso i telescopi in passato. Ha un diametro di poco meno di un anno luce, distante 3.000 anni luce dalla Terra.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Puwe 1 è una delle più grandi e più deboli nebulose planetarie di cui sia nota l'esistenza. Tuttavia è molto debole a causa della sua grande dimensione.
È stata creata quando una stella gigante rossa ha rigettato gli strati esterni, giunta alla fine della sua vita. Il gas è eccitato dal restante nucleo della stella, divenuta una nana bianca.
L'immagine è stata ottenuta con la vista a grande campo della telecamera Mosaico sul telescopio di 4 metri Mayall a Kitt Peak National Observatory.
Un trottolone poco "amoroso"
H1743-322, il buco nero che trottola a tutto spiano è il protagonista di questa storia “trottolante”.
O meglio, a trottolare è la parte più interna del disco d’accrescimento che lo circonda, la materia nei pressi del buco nero. Grazie ai telescopi spaziali per raggi X XMM-Newton dell’ESA e NuSTAR della NASA, gli scienziati sono ora riusciti per la prima volta a misurare in dettaglio il suo andamento oscillatorio, e a confermare che si tratta d’un effetto gravitazionale previsto dalla relatività generale di Einstein.
Rappresentazione artistica dell’effetto Lense-Thirring nella regione attorno un buco nero. Il disco interno, in precessione, emette radiazione ad alta energia che colpisce la materia nel disco di accrescimento circostante. Questo fa sì che gli atomi di ferro di quest’ultimo emettano raggi X, qui rappresentati dal bagliore presente prima sul lato destro (a), poi su quello frontale (b) e infine su quello sinistro (c) del disco di accrescimento.
Crediti: ESA/ATG Medialab
O meglio, a trottolare è la parte più interna del disco d’accrescimento che lo circonda, la materia nei pressi del buco nero. Grazie ai telescopi spaziali per raggi X XMM-Newton dell’ESA e NuSTAR della NASA, gli scienziati sono ora riusciti per la prima volta a misurare in dettaglio il suo andamento oscillatorio, e a confermare che si tratta d’un effetto gravitazionale previsto dalla relatività generale di Einstein.
Rappresentazione artistica dell’effetto Lense-Thirring nella regione attorno un buco nero. Il disco interno, in precessione, emette radiazione ad alta energia che colpisce la materia nel disco di accrescimento circostante. Questo fa sì che gli atomi di ferro di quest’ultimo emettano raggi X, qui rappresentati dal bagliore presente prima sul lato destro (a), poi su quello frontale (b) e infine su quello sinistro (c) del disco di accrescimento.
Crediti: ESA/ATG Medialab
Il Sole dà spettacolo
Una grandiosa eruzione solare, fotografata il 27 luglio 1999 da SOHO, Solar and Heliospheric Observatory, la sonda europea che lavora in uno del Punti di Lagrange. L’ESA l’ha riproposta in occasione dell’anniversario in cui fu scattata, essendo una delle più straordinarie immagini trasmesse da questo longevo osservatorio spaziale.
Il dischetto che rappresenta la Terra rende l’idea delle formidabili dimensioni della protuberanza solare che con la sua forma suggerisce la struttura invisibile del campo magnetico che orienta e scolpisce il plasma: la protuberanza è, infatti, costituita da particelle elettricamente cariche (principalmente nuclei di idrogeno, cioè protoni) e nuclei di elio ionizzato (due protoni e due neutroni – particelle alpha). L’elio si ionizza (cioè perde i suoi elettroni) alla temperatura di 70.000 °C.
Una galassia piccola - ma non troppo
La galassia nana irregolare NGC 4214, può definirsi piccola, ma quanto manca in termini di dimensioni è ampiamente superato dal suo contenuto. Si trova nella costellazione dei Cani da Caccia, a soli 10 milioni di anni luce di distanza e contiene giovani regioni di formazione stellare e vecchi ammassi di supergiganti rosse.
Un’enorme nube di gas idrogeno ionizzato domina gran parte della galassia con una cavità al centro, dove all’interno si trovano massicce giovani stelle, ad alta temperatura, responsabili con i loro forti venti della creazione della bolla.
Gli enormi ammassi di vecchie supergiganti rosse sono ormai nella fase più avanzata della loro evoluzione. La varietà di stelle con diverse fasi evolutive rende NGC 4214 un ideale laboratorio di ricerca per ciò che innesca la nascita stellare e conseguente evoluzione.
Una splendida immagine ripresa da Hubble.
La nebulosa di Orione
Uno studio recente, condotto utilizzando la camera agli infrarossi montata sul Very Large Telescope dell’ESO, in Cile, ha raccolto l’immagine più profonda e completa della Nebulosa di Orione, mostrando molte stelle di piccole dimensioni, mai viste pima d’ora.
In questa sequenza di immagini è possibile apprezzare le differenze tra ciò che è in grado di vedere uno strumento che lavora nella banda visibile, come la camera montata sul telescopio da 2.2 metri dell’ESO, e ciò che ha visto lo strumento agli infrarossi del Very Large Telescope. Le lunghezze d’onda maggiori dell’infrarosso permettono di inoltrarsi in regioni polverose della nube e di mettere in luce molte stelle altrimenti invisibili.
Buchi neri mangiastelle
A cinque anni di distanza l’enorme buco nero che si era mangiato una stella il 28 marzo 2011 è tornato alla ribalta. Swift J1644+57, questo il suo nome, è stato il primo esempio chiaro ed evidente di quello che succede quando una stella si avvicina pericolosamente a un buco nero supermassiccio, con una massa di circa un milione di volte quella del nostro Sole, simile a quello del centro della nostra Via Lattea.
Avviene che molto prima che la stella raggiunga la distanza di non ritorno comincia a sentire la tremenda forza di marea del buco nero. La stella si allunga, quindi dilaniata si spacca, metà della sua massa è spinta lontano, mentre l’altra metà compie il resto del viaggio risucchiata dal profondo buco nero. È una quantità immensa di energia che entra in gioco, con una parte convertita in luce.
La luce prodotta da questo getto è quanto visto cinque anni fa, grazie al telescopio spaziale Swift.
Un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Nature ha individuato in quella emissione X una componente legata alla presenza di ferro. Il ritardo dei segnali legati all’emissione degli atomi di ferro è dovuto al tempo che impiega la radiazione a percorrere lo spazio tra la sorgente di raggi X e la regione interna del disco di accrescimento, dove viene riflessa.
La nebulosa Eta Carinae
La parte centrale della nebulosa Eta Carinae, NGC 3372, conosciuta anche come la Key hole Nebula, nella costellazione di Carina. Questa luminosa, nebulosa gassosa circonda la stella variabile peculiare Eta Carinae, con sovrastante nubi di materiale scuro.
La nebulosa si trova a 9.000 anni luce dalla Terra, visibile nell’emisfero australe. Circonda diversi ammassi aperti con un’attiva formazione di nuove stelle blu, giovani e calde.
Il ragno Rosso
La nebulosa “Ragno Rosso”, in catalogo NGC 6537, è una planetaria in vicinanza del cuore della Via Lattea, nella costellazione del Sagittario alla distanza variamente stimata da 1.900 a 3.000 e più, anni luce.
La nebulosa si presenta formata da due lobi contrapposti fra loro, forse dovuto alla presenza di una stella compagna della nana bianca centrale, il rimanente nucleo della stella da cui originata la nebulosa.
La nana bianca produce un vento caldo e potente che soffiando alla velocità di 300 km al secondo genera onde d’urto supersonici alte fino a 100 miliardi di chilometri. Sono questi venti che danno la forma di “ragno” alla nebulosa, con strutture lobate complessamente increspate.
Viaggiando attraverso lo spazio
Stella dopo stella, costellazione dopo costellazione, zigzagando fra le comete o prendendole per la coda...
Ring Nebula WR 134
WR 134 Ring Nebula è una nebulosa ad anello di gas e polveri di più di 50 anni luce, che si trova a circa 6.000 anni luce dalla Terra nella costellazione settentrionale del Cigno (Swan).
L'immagine mette in evidenza il bordo luminoso della nebulosa anulare tracciata dal bagliore di idrogeno ionizzato e ossigeno gassoso.
Incorporata in nubi interstellari della regione di gas e polvere, gli archi luminosi sono sezioni di bolle o gusci di materiale spazzate dal vento dalla stella Wolf-Rayet (WR 134) la stella più luminosa vicino al centro della cornice.
WR 134 è 18.58 volte più grande del nostro Sole, una luminosità di 400.000 maggiore e una temperatura di circa 63.100 gradi Kelvin. Si trova tra la nebulosa Tulip (Sharpless 101) e la nebulosa NGC 6888 (Crescent o Sharpless 105, prodotte anch’esse da una stella WR, la WR 136.
Gli aloni delle galassie
Una galassia osservata di taglio al centro dell’alone radio prodotto dalle particelle che si muovono nel campo magnetico ad alta velocità.
L’area più grande è una singola immagine formata dagli aloni di galassie differenti, come sono state osservate dal Very Large Array.
Nel centro la galassia mostrata in luce visibile dal telescopio spaziale Hubble è NGC 5775, dove è riconoscibile nell’immagine ottica solamente la regione di formazione stellare della sua parte più interna, mentre le zone esterne si estendono orizzontalmente nell’alone radio.
Pioggia cosmica sul buco nero
Un’equipe internazionale di astronomi ha assistito, usando il telescopio ALMA (Atacama Large Millimeter Array), a una pioggia cosmica prodotta da un gruppo di enormi nubi di gas intergalattico che cade sul buco nero supermassiccio, al centro di una brillante galassia a un miliardo di anni luce dalla Terra. Si trova nell’ammasso Abell 2597, formato da circa 50 galassie.
È una prima prova diretta dell'incremento da nubi dense e fredde presunto come alimento dei buchi neri.
Scontri galattici - Arp 220
Arp 220 è il risultato di una collisione tra due galassie ancora ora in fase di fusione, a circa 250 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione settentrionale del Serpente.
Si sta allontanando da noi a circa 5.434 chilometri il secondo.
Il tragico risultato della collisione rende impossibile vedere l’aspetto originale delle due galassie che si sono combinate per formare Arp 220.
Arp 220 ha un nucleo attivo galattico (AGN) al suo interno, una regione compatta al centro di una galassia che ha una luminosità superiore al normale.
Nella parte centrale di Arp 220 vi sono più di 200 enormi ammassi stellari, il più massiccio dei quali contiene materiale sufficiente per uguagliare circa 10 milioni di soli.
La galassia continuerà a produrre ammassi stellari fino a quando non esaurirà tutto il gas, che accadrà, al ritmo attuale, in circa 40 milioni di anni. Lo scoppio frenetico di formazione stellare in Arp 220 sta accadendo in una regione molto piccola, circa 5.000 anni luce, dove il gas e la polvere è molto denso, più di quanto ve ne sia in tutta la Via Lattea.
Lo starburst è stato alimentato dalla collisione tra le due galassie iniziato circa 700 milioni di anni fa. Gli effetti della fusione si sono estesi nel corso di centinaia di milioni di anni.
Immagine dai dati di Hubble.Nebulosa a riflessione M78
M78 (noto anche come NGC 2068) è una nebulosa a riflessione estesa per circa 4 anni luce nella costellazione di Orione, a circa 1.600 anni luce di distanza vicino al nord della cintura di Orione.
È la più luminosa nebulosa a riflessione diffusa all'interno della nube molecolare Orion B (LDN 1630), con le due stelle supergiganti luminose, HD 38563A e HD 38563B, illuminanti di luce riflessa M78.
La nebulosa contiene circa 45 stelle variabili, più, stelle ancora in via di formazione, e circa 17 oggetti di Herbig-Haro, presumibilmente getti espulsi dalle stelle appena formate.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
NGC 3521 (Bubble Galaxy) è una galassia a spirale di circa 50.000 anni luce situata nella costellazione del Leone, a soli 26,2 milioni di anni luce distante dalla Terra. Si sta allontanando da noi a circa 801 chilometri al secondo.
Le sue molteplici braccia a spirale sono alquanto irregolari, aspetto tipico delle cosiddette galassie a spirali flocculanti, con “soffici” braccia a spirali discontinue.
NGC 3521 ha un nucleo massiccio, compatto e luminoso, pieno di stelle, con corsie di polvere scure, aree rosa d’intensa formazione stellare e gruppi di giovani stelle blu nelle lunghe braccia, lontane dal nucleo. Le stelle rosse, più vecchie, sono concentrate nella zona del centro.
Immagine da Hubble Space telescope
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