Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
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Meteorite di Chelyabinsk visto al microscopio...
Da un team di ricercatori della University of Cambridge le analisi al microscopio del meteorite di Chelyabinsk, caduto sulla terra nel 2013 in Russia. Lo studio, pubblicato su Communications Earth & Environment, prende in esame come i minerali all’interno del meteorite possono essere stati danneggiati da antichi impatti...
Gli asteroidi e i frammenti che cadono sul nostro pianeta sono freddi, inerti e molto più vecchi della crosta terrestre, rendendoli oggetti molto utili per trovare le prove di preistoriche collisioni. Per analizzare il meteorite di Chelyabinsk sono stati frantumati i minerali di fosfato al suo interno...
Le date acquisite dalle analisi registrano collisioni ad alta energia, avvenute tra 4,48 e 4,44 miliardi di anni fa e che tutti questi asteroidi registrino intensi impatti in quello stesso periodo di tempo, potrebbero indicare che all’epoca ci fu una riorganizzazione del Sistema Solare, derivante dalla formazione Terra-Luna...

La pulsar della Vela...
Le pulsar sono stelle di neutroni, resti di stelle massicce esplose attraverso spettacolari esplosioni di supernova. Sono gli astri più piccoli magnetizzati e densi dell’universo. Un cucchiaino del loro materiale ha una massa di oltre cinque miliardi di tonnellate, circa 900 volte la massa della Grande Piramide di Giza...
Altra caratteristica di questo tipo di stelle è che ruotano a velocità vertiginose, fino a 700 volte il secondo, emettendo dai poli magnetici radiazione in tutto lo spettro elettromagnetico...
Una tra le pulsar più studiate dagli astronomi è la pulsar della Vela, nella omonima costellazione, ed è la stella di neutroni rotante più luminosa dello spettro elettromagnetico, la sorgente persistente più brillante di raggi gamma...

Le meraviglie del cielo...
Una spettacolare immagine della Nebulosa Anello, (Messier 57) resa pubblica la scorsa settimana da un team guidato da Mike Barlow di Ucl. Mostra L'intricata ed evanescente bellezza della nebulosa con dettagli senza precedenti, offrendo una visione ipnotica di questa meraviglia celeste...
Si trova a circa 2600 anni luce da noi nella costellazione della Lira, visibile dal nostro emisfero per tutta l’estate, girata in modo da mostrare l’anello dall’alto....
L'immagine ripresa dal James Webb Space Telescope il 4 agosto 2022 è sorprendente meraviglia, come non si era vista mai...


Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Il rischio di essere sterminati da una supernova?
Un team di studiosi ha riesaminato la distanza di una serie di supernove esplose negli ultimi milioni di anni vicino a noi partendo dalla misura di un isotopo del ferro depositato nei sedimenti oceanici. Gli eventi più significativi riguardo a eventuali estinzioni di massa sulla Terra risalgono a 6-8 milioni di anni fa. In corrispondenza con queste esplosioni sulla Terra il flusso dei raggi cosmici con energia tra 10 e 1000 miliardi di elettronvolt aumentò di varie centinaia di volte. La dose di radioattività assorbita dagli organismi terrestri crebbe di un fattore 150 per poi tornare ai livelli precedenti nell'arco di diecimila anni. Pochi anni fa su "Nature" la distanza di quelle esplosioni era stata stimata in 320 anni luce. Oggi sulla base dei nuovi dati questa distanza deve essere dimezzata, escludendo che un'esplosione a 160 anni luce possa avere conseguenze gravi sulla Terra. Una supernova a 150 anni luce ci irradierebbe quanto alcune decine di TAC: una dose preoccupante ma non mortale...
Un bozzolo spaziale...
La nebulosa Crescent catalogata come NGC 6888 è un “bozzolo” che avvolge al suo interno una stella calda e brillante ed anche un mistero circa la sua origine, non nata dall'esplosione di una stella morente...
Si trova all’interno della costellazione del Cigno a poca distanza da un ricchissimo campo stellare. È stata scoperta da William Herschel nel 1792, la sua forma è quella di una bolla, che nasconde al suo interno una stella WR 136, una categoria di stelle molto rare da osservare, caratterizzate da alte temperature, massa elevata ed età avanzata. La 136, in particolare, è una stella al cui confronto il nostro Sole impallidisce essendo 21 volte più massiccia e 600.000 volte più luminosa. Quanto a longevità non può però competere con il nostro sole che continuerà a brillare per almeno altri 5 miliardi di anni, mentre WR 136 a disposizione di anni ne avrà “solo” 5 milioni... [size=13][size=18] [/size][/size]
Si trova all’interno della costellazione del Cigno a poca distanza da un ricchissimo campo stellare. È stata scoperta da William Herschel nel 1792, la sua forma è quella di una bolla, che nasconde al suo interno una stella WR 136, una categoria di stelle molto rare da osservare, caratterizzate da alte temperature, massa elevata ed età avanzata. La 136, in particolare, è una stella al cui confronto il nostro Sole impallidisce essendo 21 volte più massiccia e 600.000 volte più luminosa. Quanto a longevità non può però competere con il nostro sole che continuerà a brillare per almeno altri 5 miliardi di anni, mentre WR 136 a disposizione di anni ne avrà “solo” 5 milioni... [size=13][size=18] [/size][/size]

Vedova nera spaziale...
Psr J0952-0607, è una stella di neutroni scoperta nel 2017 all’interno di un sistema binario caratterizzato da una vedova nera, una stella pulsar distante 3000 anni luce dalla Terra, che sta interamente divorando la compagna binaria più piccola...
La pulsar sarebbe una fenomenale trottola spaziale, al millisecondo ha la più rapida rotazione conosciuta nel disco della nostra galassia e la più massiccia che sia mai stata osservata sino a oggi...

Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Il TS Hubble ancora una volta festeggia il suo anniversario di lancio (24 aprile 1990) con immagini a dir poco strepitose...
Per questo trentaduesimo ha scelto d'immortalare un gruppo di cinque galassie nella costellazione dell'Idra, interagenti fra loro e destinate a fondersi insieme tra circa un miliardo di anni...
Cerchi misteriosi nel cielo...
Dopo il mistero (mai svelato) dei cerchi nel grano, ora alle prese con un altro che però pare senza quell'alone di mistero che tanto affascina...I cerchi nel cielo hanno forse trovato una giusta spiegazione osservando una lontana galassia con le forti esplosioni di gas in grado di generare anelli di radiazioni radio...
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
https://youtu.be/uD4izuDMUQA
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Località : sul ramo di una betulla
Il cuore nero di Centaurus A...
L'autore della prima foto a un buco nero, l’Event Horizon Telescope (EHT) ha ora ottenuto un’immagine con dettagli mai osservati del nucleo della radiogalassia Centaurus A, un buco nero da 55 milioni di masse solari a 11 milioni di anni luce da noi...
Centaurus A (Ngc 5128) è una delle radiogalassie attive più vicine alla Terra e uno degli oggetti celesti più luminosi nel cielo notturno dell’emisfero meridionale nelle lunghezze d’onda radio. Situata in direzione della costellazione del Centauro e dopo essere stata identificata come una delle prime radiosorgenti extragalattiche conosciute già nel 1949, Centaurus A è stata ampiamente studiata praticamente in tutte le bande dello spettro elettromagnetico da osservatori radio, infrarossi, ottici, a raggi X e gamma...
Grazie al potere risolutivo dell’Eht, e alla collaborazione di un gruppo internazionale di scienziati, combinando le osservazioni di vari radiotelescopi in tutto il mondo, con la stessa tecnica grazie alla quale è stata realizzata la famosa immagine del buco nero al centro della galassia M87, i ricercatori sono in grado di localizzare la sorgente del segnale radio che si estende ben oltre la galassia, in una porzione di cielo pari a 16 volte il diametro apparente della Luna, permettendo di collegare tali grandi scale alla regione prossima al buco nero. Praticamente Eht è un potentissimo telescopio con una capacità di ingrandimento pari a un miliardo di volte...

Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
La grande industria spaziale non si ferma mai, infatti, è già pronta una missione per la difesa dagli asteroidi...
Filamenti ruotanti nell'universo...
Scoperte dagli astronomi del Leibniz Istitute for Astophiysics Potsda le più grandi strutture in rotazione dell’Universo. Sono filamenti appartenenti alla rete cosmica che si allungano per centinaia di milioni di anni luce, convogliando galassie e materia oscura verso i nodi della ragnatela universale dove si trovano gli ammassi di galassie. Una rotazione di dimensioni così immense non era mai stata individuata...
“Mappando il moto delle galassie in queste enormi superstrade cosmiche grazie a dati della Sloan Digital Sky survey, che osserva centinaia di migliaia di galassie, abbiamo scoperto una proprietà straordinaria di questi filamenti: la loro rotazione”, spiega Peng Wang, primo autore dello studio. “Nonostante siano sottili cilindri, simili a matite lunghe centinaia di milioni di anni luce, ma con un diametro di pochi milioni di anni luce, questi fantastici filamenti di materia ruotano”, aggiunge Noam Libeskind, tra gli autori dello studio...

Orione Nebula...
Strepitose immagine della Nebulosa di Orione, vasta regione di formazione stellare ai margini di un’immensa nube molecolare distante 1.500 anni luce. In evidenza il bagliore di ossigeno, idrogeno e zolfo che colpiti dalla cocente radiazione stellare mettono in luce i caotici processi creati dalle giovani stelle massicce nell'ambiente circostante...
Il buco nero più distante...

Gli astronomi hanno scoperto, utilizzando l'Osservatorio a raggi X Chandra della NASA prove di un getto di particelle eccezionalmente lungo da un buco nero supermassiccio nell'Universo primordiale. Se confermato sarebbe il buco nero suprmassiccio più distante con un getto rilevato nei raggi X, proveniente da una galassia a circa 12,7 miliardi di anni luce dalla Terra. Potrebbe aiutare a spiegare come si siano formati i più grandi buchi neri nel periodo molto precoce della storia dell'Universo...
La sorgente del getto è un quasar, un buco nero supermassiccio in rapida crescita, chiamato PSO J352.4034-15.3373 (abbreviato PJ352-15), al centro di una giovane galassia. È uno dei due quasar più potenti rilevati nelle onde radio nel primo miliardo di anni dopo il Big Bang ed è circa un miliardo di volte più massiccio del Sole...
Come fanno i buchi neri supermassicci a crescere così rapidamente da raggiungere una massa così enorme in questa prima epoca dell'Universo? Questa è una delle domande chiave dell'astronomia odierna...
La luce rilevata da questo oggetto è stata emessa quando l'universo aveva solo 0,98 miliardi di anni, meno di un decimo della sua età attuale....
La stella che non vuole morire...
Scoperta nel settembre 2014 una stella massiccia esplosa almeno due volte nel corso di un periodo di oltre cinquant’anni....
Agli osservatori della survey Intermediate Palomar Transient Factory era parsa come una normale supernova, se non che mesi più tardi gli astronomi del Las Cumbres Observatory notavano che la supernova stava brillando di nuovo dopo essersi affievolita. Una normale supernova di questo tipo raggiunge il picco di luminosità per poi svanire in un massimo di 100 giorni, ma la supernova iPTF14hls, così è stata nominata, è aumentata in luminosità e attenuata di nuovo almeno 5 volte nel corso di tre anni. Analizzati i dati di archivio è stata scoperta un’altra esplosione avvenuta nel 1954 nella stessa posizione...
Straordinaria questa stella sopravvissuta a quella lontana ’esplosione per riesplodere ancora nel 2014...

La nostra galassia ripresa come un cerchio...
Catturare l'intero piano della nostra galassia in una singola immagine è possibile ma non in un'unica esposizione. La parte superiore dell'immagine in primo piano scattata nel giugno 2017 è il cielo notturno sopra il Libano a nord dell'equatore, in un momento in cui la fascia centrale della Via Lattea passava direttamente sopra la testa. La metà inferiore, poi, è stata ripresa sei mesi dopo alla latitudine opposta dall'autore che ha attraversato mezzo mondo per giungere all'appuntamento e riprendere anche quella parte di cielo in Cile. Ogni immagine ha quindi catturato il cielo notturno nella direzione opposta dell'altro, quando era visibile completamente metà del piano galattico. La metà meridionale è stata invertita e aggiunta digitalmente alla metà superiore, mostrando l'intera banda centrale della nostra galassia unita come un cerchio, in un immagine unica, fantastica e geniale, come mai l'avevamo vista....

A ritroso nel tempo...
Utilizzando le immagini e i dati ottenuti con il telescopio spaziale Hubble, i ricercatori della Purdue University di West Lafayette, hanno ricomposto i tasselli che compongono una delle esplosioni più coinvolgenti dell’universo per ricalcolare e ottenere una stima accurata di luogo e di tempo in cui è avvenuta, grazie alle immagini d’archivio scattate in luce visibile da Hubble nei trascorsi dieci anni...
Si ritiene, dunque, dopo la stima fatta, che la luce dell’esplosione abbia raggiunto la Terra millesettecento anni fa, all’epoca del declino dell’Impero Romano d’Occidente...

L’immagine della supernova 1E 0102.2-7219, ottenuta con Hubble, rivela i resti gassosi di una stella esplosa circa millesettecento anni fa. Il residuo stellare si trova nella Piccola Nube di Magellano, una galassia satellite della nostra Via Lattea.
Crediti: Nasa, Esa, e J. Banovetz e D. Milisavljevic (Purdue University)
Così è stato illuminato l'Universo...
Un team di ricercatori ha portato alla scoperta dell’antica galassia cha ha liberato dalle nebbie oscure l’Universo primordiale...
Le prime stelle a risplendere nell’Universo erano composte soltanto di idrogeno, elio e poco litio, gli unici elementi presenti prima che i processi di fusione nucleare creassero elementi più pesanti: ossigeno, azoto, carbonio e ferro. Era l'epoca in cui quasi tutto era ancora avvolto in una nebbia opaca di idrogeno freddo, gassoso, ma quando si formarono sempre più stelle e galassie la loro radiazione permise la ionizzazione dell'idrogeno intergalattico, liberando dalle oscure nebbie l'universo così come ci appare oggi...

Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
La Blu Ring Nebula, scoperta nel 2004 dal Galxy Evolution Explorer, (NASA) è un oggetto diverso da qualunque altro nella Via Lattea. Era apparsa come una grande e debole bolla di gas con una stella al centro. Alle lunghezze d’onda ultraviolette utilizzate dal satellite, la bolla appariva blu, anche se realmente non emette luce visibile a occhio umano....
Studiata più a fondo negli ultimi anni la misteriosa nebula composta da idrogeno che si espande da una stella centrale, si ritiene sia ciò che rimane di una fusione stellare i cui filamenti rossi sono le onde d'urto generate dall'evento di fusione....

Nebula Soccer Ball...
Kronberger 61 Nebula è una planetaria che, quasi perfettamente circolare e intersecata da cuciture, si è meritata il soprannome di "Pallone da Calcio" (Soccer Ball). Si trova nella costellazione del Cigno, a circa 13.000 anni luce di distanza da noi, scoperta nel 2011 dall'astronomo Matthias Kronberger,..
Sono molto poche le nebulose planetarie come questa circolare, spesso assumono forme complesse o apparire come farfalle...

Ritratto di famiglia...
Una spettacolare ripresa dello Spitzer Space Telescope di grandi ammassi di stelle nati dagli stessi densi cluster di gas e polvere nelle regioni di Cefeo C e Cefeo B. Alcuni di questi ammassi sono più vecchi di altri e più evoluti, il che rende questo una specie di ritratto stellare generazionale....
Il grande delta verde e arancione a sinistra dell'immagine è una nebulosa lontana, una nuvola di gas e polvere nello spazio. La regione è illuminata da stelle massicce, appartenenti a un ammasso che si estende sopra la macchia bianca, in alto sulla punta. Il colore bianco è la combinazione di quattro colori (blu, verde, arancione e rosso), ciascuno dei quali rappresenta una diversa lunghezza d'onda della luce infrarossa, invisibile agli occhi umani. La polvere che è stata riscaldata dalla radiazione delle stelle crea il bagliore rosso circostante....

Credito immagine: NASA / JPL-Caltech
Esplosioni stellari in vista tridimensionale...
Lo studio dell'astronomia sin dall'antichità è stato in gran parte limitato alla proiezione bidimensionale piatta di ciò che appare sul cielo. Tuttavia, proprio come un botanico mette una pianta al microscopio o un paleontologo scava alla ricerca di fossili, gli astronomi hanno oggi più modi "pratici" per visualizzare gli oggetti nello spazio...
Una nuova serie di simulazioni al computer rappresenta un passo emozionante in quella direzione. Ciascuno è una visualizzazione tridimensionale (3D) di un oggetto astronomico basato sui dati dell'Osservatorio dei raggi X Chandra della NASA e di altri osservatori di raggi X. Mentre non sono in grado di volare verso questi oggetti distanti e viaggiare intorno a loro, gli astronomi hanno usato i dati di questi osservatori per conoscere la geometria, la velocità e altre proprietà fisiche di ciascuna di queste fonti cosmiche...
Raccolta di visualizzazioni 3D creata da Salvatore Orlando dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dall'Osservatorio Astronomico di Palermo e dai suoi colleghi....
Siamo figli di giganti rosse...
Parte del materiale per la formazione della Terra era polvere di giganti rosse. È quanto ha stabilito uno studio, pubblicato su Nature Astronomy, basato sull’analisi delle abbondanze isotopiche del palladio sul nostro pianeta e nelle meteoriti.
Circa 4.5 miliardi di anni fa dal collasso di una nube molecolare hanno avuto origine il nostro e gli altri pianeti. Un disco protoplanetario che, insieme a gas e polveri “indigene” avrebbe incorporato anche polveri “esotiche”: grani di polvere di stelle gigante rosse, precisamente...
Queste polveri particolari che si trovano nelle meteoriti hanno una composizione completamente diversa da qualunque altro materiale presente nel Sistema solare, composizione che può essere prodotta solo tramite reazioni nucleari a temperature di centinaia di milioni di gradi nelle zone interne delle stelle giganti rosse. Questo esotico materiale è mescolato fino alla superficie stellare dove si formano le polveri che infine sono espulse dalla stella tramite venti , che ora ritroviamo intatte nelle meteoriti.
Il team che ha firmato lo studio, guidato da Mattia Ek dell’università di Bristol, è giunto a questa conclusione analizzando la composizione chimica e determinando l’abbondanza degli isotopi, le cosiddette anomalie isotopiche, di elementi pesanti presenti in diversi meteoriti e più in dettaglio focalizzando l’attenzione sulla composizione isotopica del palladio in meteoriti che originariamente facevano parte di nuclei di asteroidi distrutti molto tempo fa.

Una delle meteoriti ferrose analizzate all’istituto di geochimica e petrologia dell’Eht di Zurigo.
Crediti: Windell Oskay/Flickr/CC BY 2.0
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