Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
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La stella più grande
Il primato del cosmo, di quello che noi sino a oggi conosciamo, va senza dubbio a VY Canis Majoris, un’ipergigante rossa nella costellazione del Cane Maggiore, distante 5.000 anni luce dalla Terra. La grande distanza la rende invisibile a occhio nudo, pure essendo la stella più luminosa della Via Lattea, circa 500.000 volte il Sole.
Il raggio verde
Un evento tra i più spettacolari e più rari dell'interazione Terra-Sole, è il lampo improvviso di luce verde che appare non appena il Sole sorge o tramonta.
Il raggio verde è prodotto dall'atmosfera della Terra che curva i diversi colori della luce di differenti angoli, in particolare vicino all'orizzonte.
E' un effetto dovuto alla curvatura dell'orizzonte marino che a noi appare come una linea, ma che in effetti è solo la proiezione di una curva.
Quando il sole tramonta, in giornate in cui l'orizzonte è assolutamente perfetto, privo di qualsiasi bruma, c'è un istante, perchè di un istante si tratta, in cui l'ultimo raggio del sole appena sceso al di la dell'orizzonte attraversa, come dire, lo spessore dell'acqua, assumendo il caratteristico colore verde.
L'effetto è di vedere "soli" rossi, verdi e blu che tramontano in istanti differenti.
Il sole blu dovrebbe essere l'ultimo, ma l'aria lo offusca, lasciando intravedere il Sole all'ultimo istante, come un lampo verde.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Am 0644-741, conosciuta anche come “The Ellipse meridionale”, è una galassia ad anello che si trova a circa 300 milioni di distanza in direzione della costellazione meridionale del Volans (Pesce Volante).
Il doppio anello formato dagli ammassi di stelle blu che circonda il nucleo spostato dal suo centro, possiede un diametro di circa 150.000 anni luce.
Le galassie ad anello si formano dallo scontro con un’altra galassia che l’attraversa. L’onda d’urto della collisione spinge il gas e polvere verso l’esterno, causandone il crollo gravitazionale con la conseguente formazione di nuove stelle.
Il colore blu dell’anello è dovuto alla massiccia formazione di giovani stelle calde, mentre le regioni rosa sparse nell’anello sono nuvole rarefatte di gas idrogeno incandescente che reagisce alla forte luce ultravioletta emanata dalle stelle blu.
Teoricamente, l’anello non continuerà a espandersi per sempre, dopo circa 300 milioni di anni, avendo raggiunto un raggio massimo, inizierebbe a disintegrarsi.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
IC4593 è una nebulosa planetaria di soli 0,7 anni luce, che si espande a 12 km al secondo. Si trova nella costellazione meridionale di Ercole a circa 6.800 anni luce di distanza dalla Terra.
All’interno della nebulosa, circondata da un alone gigante, brilla una nana bianca designata HD 145649, che con la sua luce ultravioletta l’accende di bagliori luminosi .
Il rigonfiamento superiore è causato dall’uscita di un getto bipolare, visibile il primo in alto a sinistra, in basso a destra il secondo. Il delicato colore turchese della nebulosa proviene dalla luce dominante dell’ossigeno doppiamente ionizzato (OIII) mentre i nodi rossi sono di azoto ionizzato.
Immagine ripresa a tre diversi filtri di colore, da Hubble Space Telescope nel 2007.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Abell 31 (SH2-290) è una nebulosa planetaria tra le più grandi del cielo, estesa quasi 10 anni luce, nella costellazione del Cancro, a circa 2.000 anni luce di distanza dalla Terra.
Le nebulose planetarie rappresentano la fase finale della vita di una stella morente, che dopo aver consumato quasi tutto il combustibile nel nucleo, espelle gran parte del suo involucro esterno.
Il materiale espulso riscaldato dalla radiazione produce nubi di gas incandescente trasformandole in strutture spesso complesse, fino a quando raffreddandosi, non si disperdono nello spazio.
Abell 31 è una nebulosa che ha già iniziato a disperdere il suo gas nello spazio. La sua stella centrale è una piccola nana bianca (circa 4 volte più grande della Terra) molto calda, 85.000 gradi Celsius, e, giudicando come quanto velocemente i venti soffiano, si deduce che la stella, probabilmente, ha iniziato a morire circa 130.000 anni fa, dopo un miliardo o più di vita normale.
La direzione del movimento verso cui si muove la nebulosa è la parte meridionale della nube, nettamente definita da un ampio arco d’urto dove raccoglie il gas e la polvere compressa dall’interazione con il mezzo stellare circostante. Nella direzione opposta, il gas si muove sottovento, lasciando quella porzione quasi intatta, con il confine settentrionale visibilmente ben reso evidente.
Nell’immagine il gas rosso è idrogeno, l’azzurro nella porzione centrale dove sta la stella progenitrice, è ossigeno.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
NGC 3576, conosciuto come “La statua della Libertà Nebula” e “ESO 129 – EN5” si trova a circa 9.000 anni luce di distanza nel braccio del Sagittario. È una nebulosa a emissione gigante di gas incandescente, una regione HII, dove le stelle si formano a ritmo elevato, nate dalla condensazione di nubi di gas idrogeno ionizzato.
Venti potenti, idrogeno, zolfo e ossigeno, eccitati dalla radiazione ultravioletta intensa, nel corso di milioni di anni si ritiene contribuiscano a dare alla nebulosa forma complessa e suggestiva e grande luminosità.
NGC 3576 contiene anche piccole nebulose oscure conosciute come Globuli di Bok, nubi opache che sono potenziali zone per la formazione di nuove stelle.
Il grande flusso di gas ionizzato crea enormi bolle che si estendono fuori dal bordo della regione HII di questa formazione.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
NGC 3314 (galassie sovrapposte)
NGC 3314 è in realtà una coppia di galassie composta di NGC 3314A, a 117 milioni, e NGC 3314B, a 140 milioni di a.l. di distanza nella costellazione Hydra, in sovrapposizione.
Sono separate da decine di milioni di anni luce di vuoto e sono fisicamente indipendenti.
Attraverso lo straordinario caso di allineamento la galassia a spirale barrata NGC 3314A, di circa 55 mila a.l., sta proprio di fronte all’altra, la più grande galassia lenticolare NGC 3314B, estesa per circa 70 mila a.l.
Gli esterni bracci a spirale della più piccola galassia in primo piano, cambiano da chiaro a scuro, prima proiettati nello spazio profondo, poi contro lo sfondo luminoso dell’altra, con la sua forma a girandola dominata da strisce di polvere scura e diversi luminosi ammassi stellari.
La sua forma distorta è dovuta probabilmente all’incontro con un’altra galassia, forse vicina, ma non sicuramente con NGC 3314B, non essendo mai state fisicamente connesse.
Le strisce di polvere di NGC 3314B appaiono più trasparenti di quelle della compagna, alleggeriti dalla nebbia luminosa di stelle in primo piano.
Questo allineamento unico offre l’opportunità di visualizzare il materiale scuro all’interno di NGC 3314A che si staglia contro l’oggetto dietro di essa, la polvere delle braccia a spirale spicca dove assorbe la luce dalla galassia più distante.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
NGC 4258
Una galassia a 23 milioni di a.l. di distanza lancia impressionanti fuochi d’artificio, spettacolo offerto da un probabile buco nero. È NGC 4258 (anche conosciuta come M106) una galassia a spirale con due bracci supplementari, non allineati ma intersecati, che brillano di raggi X, ottica e luce radio.
Gli anomali bracci in questa “scoppiettante”immagine sono resi in blu dai raggi x di Chandra, i dati radio dal Very Large Array sono viola, mentre i dati ottici di Hubble sono gialli e blu, e infrarossi dal telescopio spaziale Spitzer di colore rosso.
Il buco nero al centro di NGC 4258 produce getti di particelle ad alta energia, che colpendo il disco della galassia generano onde d’urto simili a jet supersonici, riscaldando grandi quantità di gas, pari a circa 10 milioni di Soli, composto principalmente di idrogeno molecolare a migliaia di gradi.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
IC 2497 (Hanny’s Voorwerp)
Una galassia con una storia veramente curiosa, iniziata nel 2007, quando un’insegnante di scuola primaria olandese ai suoi primi passi come astrofila, Hanny van Arkel, osservando immagini d’archivio di IC 2497 notò una curiosa macchia vicino alla galassia. Non sapendola classificare la segnalò ad alcuni astronomi professionisti che, incuriositi, ripresero l’oggetto col telescopio delle Canarie scoprendo quello che oggi è chiamato “Hanny’s Voorwerp”, (in olandese, l’oggetto di Hanny), una singolare nebulosa irregolare con emissioni a righe, di un colore verde brillante molto insolito e con un curioso buco centrale, apparentemente posta alla stessa distanza della galassia IC 2497.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
NGC 1931- IC 417 (Il ragno e la mosca)
Due nebulose distanti circa 10.000 anni luce nella costellazione dell’Auriga, contenenti al loro interno giovani stelle ancora avvolte dalle nubi d’idrogeno che le ha formate
NGC 1931, a sinistra dell’immagine, descritta come una piccola versione della nebulosa di Orione per il suo schema trapezoidale, è dieci volte più piccola di IC 417, il brillante oggetto alla sua destra, le cui varie corsie di idrogeno ionizzato protese verso l’esterno lo fa sembrare un ragno che insegue una mosca:
“The spider and the fly”
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
La nebulosa Manubrio
Colta dal portentoso “occhio” di Spitzer la brillantissima Nebulosa Manubrio (M 27), a 1360 anni luce distante dalla Terra.
Charles Messier, che la osservò nel 1764, ancora non sapeva di aver scoperto la prima nebulosa mai studiata sino ad allora.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Il vento del Buco nero.
Intorno ai buchi neri supermassicci che occupano il centro dei quasar e di molte galassie, ci sono potentissimi venti che riescono a regolare la crescita delle galassie ospiti.
Se prima si sospettava ora con le osservazioni fatte con due osservatori orbitanti, è diventata certezza grazie a XMM-Newton, un telescopio dell’ESA e NuSTAR della NASA.
La galassia studiata è PDS 456, distante 2,4 miliardi di a.l. dalla Terra, sembra sia in realtà, una galassia rimasta allo stato di quasar. Il “vento” che esce in forma di jet ai poli del buco nero, è stato identificato dall’emissione di nuclei di ferro in due bande diverse dello spettro X.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
LA GALASSIA ANTENNE
Di tutti gli spettacoli che l'Universo ci offre, le collisioni tra galassie sono sicuramente tra i più incredibili da vedere. Alla base di tutto c'è la gravità che porta questi enormi ammassi di stelle, gas, polvere e materia oscura a collidere e iniziare una danza lunga miliardi di anni, fino a fondersi e dar vita ad una nuova galassia, in una danza che produce distorsioni di ogni tipo e bellissime strisce di stelle.
Nel sistema delle galassie Antenne, con le due misteriose “code”, i filamenti da cui deriva il nome, sono attribuiti alle forze mareali tra le due galassie in collisione. In realtà, le due code si distendono molto oltre qualsiasi immaginabile campo gravitazionale.
Le Antenne, distano dalla Terra circa 60 milioni di anni luce e rappresentano un tipico esempio di galassie interagenti, probabile frutto dell’incontro di due galassie a spirale attualmente sulla via di diventare un’unica galassia ellittica. Il centro del sistema irradia fortemente sulle bande degli X, mentre le due code emettono anche nelle bande del radio. In particolare, la coda meridionale è molto più marcata nel radio che nel visibile. Il colore colore blu evidenzia l’idrogeno atomico che emette fortemente nelle frequenze del radio.
L’immagine combina dati ottenuti con il telescopio ottico del Cerro Tololo Inter-American Observatory (Cile) e con il radiotelescopio Very Large Array (VLA) dell’Observatory nel New Mexico. Il
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
La galassia più grande dell’Universo
Il gigante cosmico si chiama NGC 6872 ed è la galassia a spirale più grande dell’Universo nella costellazione australe del Pavone, a 212 milioni di anni luce.
La distanza tra gli estremi dei suoi bracci è quasi cinque volte il diametro della Via Lattea, equivalenti a più di 522 mila anni luce.
Il primato che gli è stato conferito è arrivato dopo decenni di studi combinando osservazioni e dati ottenuti da tre strumenti: il sistema ottico VLT, il telescopio spaziale Spitzer, e il telescopio spaziale Galex, questo avviato in via di “pensionamento”per raggiunti limiti di età.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Una bellissima visione di Andromeda fotografata agli infrarossi dallo Spitzer Space Telescope.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
NGC 6872 (Pavone)
Nella costellazione del Pavone, a circa 200 milioni di anni luce da noi, si trova un’impressionante galassia di enormi dimensioni: la spirale barrata NGC 6872 che si estende per 400 mila anni luce, grande quattro volte la Via Lattea. Ha una forma allungata a causa dell’interazione gravitazionale con la piccola galassia vicina, IC 4970,( in basso a destra nell'immagine) che comporterà, probabilmente, nel tempo una fusione. Contrariamente a quanto potremmo pensare, non è la galassia più grande che “ruba” materiale alla piccola, piuttosto è questa che sfruttando l’attrazione ne approfitta per sottrarre materiale cosmico alla vicina.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Martedì 2 dicembre 2014
Alcune galassie hanno nuclei molto luminosi, suggerendo che contengano un buco nero supermassiccio e che stia attirando la materia ad una velocità prodigiosa. Gli astronomi chiamano questi "galassie attive", ed Ercole A lontano dalla Terra quasi 2 milioni di anni luce, è uno di loro.
Una luce visibile dal rosso, verde e blu, con la maggior parte degli oggetti che appaiono bianco, Ercole si presenta come una tipica galassia ellittica. Alla luce di X-ray, tuttavia, rileva una gigantesca nube di gas di diversi milioni di gradi in viola.
Questo gas è stato riscaldato a causa dell'energia generata dalla materia cadente in un buco nero al centro della Hercules A, che è più di 1000 volte più massiccio di quello nel centro della Via Lattea. Radio Data in blu, mostrano getti di particelle che scorrono fuori dal buco nero, getti che si estendono per quasi un milione di anni luce.
Dal mio amico "Universo Magico"
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Abell 2256 – Scontro intergalattico.
Ripresa in colori veri una regione del cosmo dove ammassi di galassie si stanno scontrando fra loro. I ricercatori, utilizzando l’osservatorio radio del Very Large Array (VLA) in New Messico, sono stati in grado di mostrare la regione di cielo come apparirebbe ai nostri occhi se fossero sensibili all’intero spettro delle onde radio e non solo alla luce visibile.
Abell 2256 che si trova a circa 800 milioni di a. l. dalla Terra, esteso sino a 4 milioni di a.l., è ripreso con la chiarezza mai raggiunta prima, rivelando ogni dettaglio dell’interazione fra due ammassi in procinto di fondersi insieme.
La visibile striscia sottile, che si vede nell’immagine, è la coda di una radiogalassia in velocissimo movimento, dove i colori misurano l’età radiativa degli elettroni: in blu quelli giovani e in rosso per gli anziani.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
L’estensione della Via Lattea
Si scopre che la nostra galassia è stata nel tempo sottostimata, computando sia almeno del 50% più grande e vasta di quanto sino a oggi ipotizzato.
La ricerca condotta da un team internazionale è basata sulla rivisitazione dei dati della Sloan Digital Sky Survey, che nel 2002 aveva rilevato la presenza di un anello di stelle di là della porzione di spazio che si sapeva occupato dalla Via Lattea.
In pratica, l’ampiezza della nostra galassia si estenderebbe da 100.000 anni luce a 150.000.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
RCW 86
Il resto di supernova osservato dagli astronomi cinesi 2000 anni fa, oggi lo possiamo ammirare in tutti i suoi colori e luminosità nell’immagine trasmessa da Chandra con i suoi raggi X in rosa e blu, combinati alla luce visibile (in giallo) del telescopio Curtis Schmidt, dall’Osservatorio Cerro Tololo.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
V385 - Carinae
L’immagine mostra una spettacolare nebulosa intorno a una gigantesca stella di Wolf – Rayet, (dai nomi dei due astronomi scopritori) la V385 -Carinae. Sembra una medusa in un mare verde, in realtà si tratta di polvere “soffiata via” dalla radiazione stellare, tutto materiale rilasciato da una delle stelle più massicce della Via Lattea (il puntino bianco al centro della nube).
La stella è 35 volte più massiccia del Sole, si trova nella costellazione Carena, a circa 16.000 a.l. dalla Terra. Appartiene al tipo di stelle che hanno vita breve, di solo qualche milione di anni, e mentre invecchiano, rilasciano grandi quantità di atomi pesanti bruciati al loro interno.
Il colore verde è dovuto agli infrarossi del telescopio WISE, il materiale verde è polvere calda, i puntini blu sono stelle della Via Lattea.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Questa è forse la prima stella nata dopo il Big Bang, qualora non lo fosse sarebbe comunque una delle stelle primordiali, mai osservata in precedenza.
È stata scoperta nella nostra galassia un gruppo di astronomi giapponesi utilizzando il telescopio Subaru alle Hawaii.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Phoenix: un enorme ammasso galattico
Grazie al satellite per i raggi X Chandra, insieme con altri Osservatori di livello mondiale, è stato scoperto uno dei più straordinari ammassi di galassie.
Un ammasso dove le stelle si formano velocissime, fonte anche di eccezionali sorgenti di raggi X, chiamato Phoenix, si trova a 5,7 miliardi di distanza dalla Terra, nome più che mai appropriato, perché come il mitico uccello risorto dalle sue ceneri, anche la galassia al centro dell’ammasso sembra essere ritornata a nuova vita dopo un lungo periodo di quiete, generando un grande numero di nuove brillantissime stelle.
Phoenix sembra privo di materia oscura, in compenso, però, è ricchissimo di gas molto caldo che negli ultimi milioni di anni ha originato una sorprendente attività di formazione stellare.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
I mostri del cielo: SDSS J0100m+ 2802
Scambiato per una comune stella, si è mostrato invece con tutte le caratteristiche di un buco nero attivo dalla massa sterminata: dodici miliardi di volte quella del Sole. Ancora più sconvolgenti sono le radiazioni che il quasar emette, pari a quante ne emetterebbero 420 miliardi di Soli. Un vero mostro osservato nell’universo primordiale, cioè quando aveva meno di un miliardo di anni.
La scoperta ottenuta da un professore di astrofisica dell’università di Pechino, con la collaborazione di vari strumenti da osservatori e telescopi astronomici.
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