Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
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La Galassia del Triangolo
La splendida galassia a spirale Messier 33, nella Costellazione del Triangolo, vista alla distanza di 3 milioni di anni luce dalla Terra si mostra in tutta la sua magnificenza.
Ripresa a raggi x da Chandra (NASA) rivela ammassi di giovani stelle blu che illuminano i suoi vorticosi bracci e regioni di formazione stellare.
In evidenza nell’immagine (in rosa) un insieme di oggetti particolari, come stelle di neutroni, buchi neri e resti di supernova.
Proiettile spaziale
Un’esplosione di supernova avvenuto circa diecimila anni fa ha “sparato” nello spazio una pulsar (stella di neutroni) a grandissima velocità.
PSR J0002, (questo il nome) in fuga dal resto nebulare CTB1, situata a 6.500 anni luce di distanza dalla Terra nella Costellazione di Cassiopea, ruota 8,7 volte al secondo, viaggiando alla velocità di 4 milioni di km l’ora e producendo un impulso di raggi gamma a ogni rotazione.
Eta Carinae
Il telescopio spaziale Hubble ha ripreso Eta Carinae con la Wide Field Camera 3, quella a più alta risoluzione ottenuta che offre una visione speciale dei gas in rapidissima espansione della nebulosa, sfavillanti come fuochi d’artificio rossi, bianchi e blu.
La caratteristica saliente dell’immagine corrisponde al colore blu, scelto per rappresentare le osservazioni effettuate da Hubble in ultravioletto, invisibile all’occhio umano.
L’emissione UV proviene da nubi di magnesio che gli scienziati hanno individuato all’interno di cavità della nebulosa che, teoricamente, sarebbero dovute essere vuote. Si tratta di gas fortemente accelerato che pare essersi liberato dalla stella prima dell’esplosione vera e propria, un altro mistero sui processi fisici in atto nella regione, da risolvere con future osservazioni.
Un’altra caratteristica notevole dell’immagine è rappresentata dalle striature visibili nella regione bluastra al di fuori dalla bolla inferiore sinistra. Queste striature appaiono come raggi di luce che filtrano tra le nuvole, ma il meccanismo che le produce è ben diverso.
Una recente teoria sulla sua grande eruzione, suggerisce che Eta Carinae abbia iniziato la sua carriera come sistema triplo, e l’espulsione di massa di 170 anni fa sia stata attivata quando la stella primaria, una supergigante blu, ha violentemente inglobato una delle sue compagne, espellendo nello spazio una quantità di materia equivalente a 10 masse solari.
Poche le certezze sulle circostanze esatte in cui si è prodotto lo spettacolo pirotecnico, aumenta invece la consapevolezza di quale sarà l’ultimo show in cui Eta Carinae si esibirà:sarà una supernova, che potrebbe anche essere già avvenuta, ma che sulla Terra vedremo in differita di almeno 7500 anni, il tempo che la luce impiega per percorrere la distanza che ci separa da questa bellezza cosmica.
Il Sole ha una stella compagna?
Un’ipotesi, questa, formulata negli anni 80 in cui s’ipotizzava che la nostra stella fosse accompagnata da una nana rossa di nome Nemesis (la dea della giustizia), in un’orbita distante con un periodo di ventisei milioni di anni.
Se l’orbita di questa ipotetica stella fosse abbastanza eccentrica, dovrebbe trascorrere la maggior parte del suo tempo fuori dalla Nube di Oort, lo sciame di miliardi di nuclei di comete che circonda il Sistema Solare, ma ogni 26 milioni di anni la stella compagna del Sole dovrebbe passare al perielio attraverso la Nube, perturbando con la sua gravità l’orbita di molte comete di cui una certa percentuale colpirebbe la Terra, causando catastrofi climatiche globali seguite da massiccia estinzione biologica.
Già dagli anni 90 Nemesis è stata relegata fra i fantasmi, grazie all’evoluzione dei sensori digitali e la disponibilità di strumenti di osservazioni più potenti. Se con tali apparecchiature è stato possibile scoprire migliaia di oggetti molto più freddi e deboli di una nana rossa, come sarebbe potuto sfuggire una stella milioni di volte più luminosa?
Un’indicazione si era già avuta con il satellite infrarosso IRAS, lanciato nel 1983, strumento ideato per la ricerca di astri a bassa temperatura che non aveva rivelato nessuna compagna del Sole, risultato confermato più recentemente dalle osservazioni del satellite WISE.
I colori del Sole...
I fantastici colori del nostro Sole come mai occhi umani senza qualche filtro speciale potrebbero vedere.
Agli occhi del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO), la nostra stella appare di delicati colori come questi che ci mostra.
SOHO è sensibile a quattro diverse lunghezze d’onda nello spettro ultravioletto estremo, e tre di esse sono state utilizzate per realizzare questa immagine.
A ciascuna lunghezza d’onda è stato associato un colore per evidenziare le diverse temperature del gas nel Sole, tracciate da atomi di ferro, che all’aumentare della temperatura perdono un numero crescente di elettroni. Un atomo di ferro solitamente contiene 26 elettroni. Nell’ immagine, il colore blu mostra il ferro ad una temperatura di 1 milione di gradi centigradi (perdita di 8 o 9 elettroni), il colore giallo mostra il ferro a 1,5 milioni di gradi (11 elettroni perduti) e il colore rosso a 2,5 milioni di gradi (14 elettroni perduti).
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Tra i pochi momenti davanti alla televisione negli anni '70,
la serie televisiva
Spazio 1999
Parla dell'uscita dall'orbita terrestre della nostra amata Luna,
succederà nel 1999 in seguito ad una potente esplosione.
Così il nostro ex-satellite inizia un lungo viaggio che lo porterà di avventura in avventura, attraverso mondi di altre stelle e galassie.
Un episodio particolarmente bello si intitolava "Sole Nero"
che raccontava l'avvicinamento della "base lunare" ad un buco nero.
In questo racconto salta fuori una ipotesi dal nome alquanto bizzarro:
"Spaghettificazione"
E' un'ipotesi realmente scientifica che teorizza l'effetto di un buco nero su un qualsiasi corpo in avvicinamento ad esso.
Questo per intendere che la Scienza non è "mai sempre" una noiosa sequenza di teorie e formule matematiche, ma semplicemente una porta d'ingresso alle meraviglie dell'universo - macro e micro -
piacevoli ed interessanti quanto e più di un bellissimo romanzo di avventura.
Buona giornata a tutti
la serie televisiva
Spazio 1999
Parla dell'uscita dall'orbita terrestre della nostra amata Luna,
succederà nel 1999 in seguito ad una potente esplosione.
Così il nostro ex-satellite inizia un lungo viaggio che lo porterà di avventura in avventura, attraverso mondi di altre stelle e galassie.
Un episodio particolarmente bello si intitolava "Sole Nero"
che raccontava l'avvicinamento della "base lunare" ad un buco nero.
In questo racconto salta fuori una ipotesi dal nome alquanto bizzarro:
"Spaghettificazione"
E' un'ipotesi realmente scientifica che teorizza l'effetto di un buco nero su un qualsiasi corpo in avvicinamento ad esso.
Questo per intendere che la Scienza non è "mai sempre" una noiosa sequenza di teorie e formule matematiche, ma semplicemente una porta d'ingresso alle meraviglie dell'universo - macro e micro -
piacevoli ed interessanti quanto e più di un bellissimo romanzo di avventura.
Buona giornata a tutti
Ospite- Ospite
La foto del secolo
Ecco la foto del secolo, è la prima di un buco nero.
Per la prima volta è stato fotografato un buco nero. Dopo che nel 2016 le onde gravitazionali
hanno dimostrato l'esistenza di questi misteriosi oggetti cosmici, arriva la prima prova diretta
e l'immagine che lo testimonia è quella del buco nero M 87, al centro della galassia Virgo A
(o M87) distante circa 55 milioni di anni luce.
Al risultato del progetto internazionale Event Horizon Telescope, (Eht) l'Italia ha partecipato
con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Per saperne di più:
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2019/04/10/ecco-la-foto-del-secolo-e-la-prima-di-un-buco-nero_3414097d-9364-492c-ad9a-18027bbd8495.html
Per la prima volta è stato fotografato un buco nero. Dopo che nel 2016 le onde gravitazionali
hanno dimostrato l'esistenza di questi misteriosi oggetti cosmici, arriva la prima prova diretta
e l'immagine che lo testimonia è quella del buco nero M 87, al centro della galassia Virgo A
(o M87) distante circa 55 milioni di anni luce.
Al risultato del progetto internazionale Event Horizon Telescope, (Eht) l'Italia ha partecipato
con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Per saperne di più:
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2019/04/10/ecco-la-foto-del-secolo-e-la-prima-di-un-buco-nero_3414097d-9364-492c-ad9a-18027bbd8495.html
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Stelle e superbolle
Le stelle massicce hanno influenze significative sull’ambiente della galassia che le ospita. Questi astri ardenti, con massa fino a decine di volte quella solare, lasciano la loro impronta sulla composizione e sulla formazione delle future generazioni di stelle, grazie al loro impatto sulle nubi circostanti di gas e polveri. Un esempio particolarmente evidente di questo processo è visibile in questa splendida ripresa della nebulosa Henize 70 (N70 e DEM301), situata nella Grande Nube di Magellano.
Henize 70 è in realtà una luminosa superbolla di gas interstellare, del diametro di ben 300 anni luce, soffiata dai venti emessi da stelle calde e massicce e da esplosioni di supernova. Il suo interno è ricco di gas caldo e diffuso in espansione. Dal momento che simili superbolle possono espandersi attraverso un’intera galassia, offrono la possibilità di esplorare la connessione tra il ciclo di vita delle stelle e l’evoluzione delle galassie.
Per l'immagine: Credit & Copyright: Josep M. Drudis
Come si formano le galassie...
Una simulazione al computer spiega come si formano gli ammassi di galassie. Recentemente è stato eseguito un aggiornamento della famosa Illustris Simulation con TNG50.
La prima parte del video in primo piano traccia il gas cosmico (in maggior parte idrogeno) mentre si evolve in galassie e ammassi di galassie dall'universo primordiale ad oggi, con colori più brillanti che indicano un più veloce movimento di gas. In seguito il gas cade in pozzi gravitazionali, si formano le galassie che girano, si scontrano e si uniscono, mentre i buchi neri si formano nei centri della galassia ed espellono il gas circostante ad alte velocità. La seconda metà del video passa alle stelle di rilevamento, mostrando un ammasso di galassie che si uniscono con code di marea e flussi stellari. Il deflusso dai buchi neri in TNG50 è molto complesso e i dettagli sono confrontati con il nostro universo reale. Studiare come il gas si è coalizzato nell'universo primordiale aiuta a capire come si sono formate originariamente la Terra, il Sole e il Sistema Solare.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Prendendo spunto dall’immagine ottenuta dal telescopio spaziale Hubble di due galassie interagenti, un team di ricercatori ha compiuto un’indagine su nuclei di galassie in prossimità di uno scontro.
Sono due galassie che attratte dalla reciproca gravità si fondono in una nuova, unica galassia, dove in una massa intricata di gas e polveri si nascondono due buchi neri supermassicci. Originariamente stavano al centro della propria galassia, mentre ora sono molto vicini, fornendo migliore visione della coppia, diretta verso la coalescenza in un buco nero ancora più massiccio.
Una fusione di buchi neri supermassicci non è mai stata osservata direttamente, ma potrebbe essere stato un evento frequente nell’universo primordiale, rilasciando enormi energie sotto forma di onde gravitazionali rilevabili in futuro (quelle rivelate finora riguardano fusioni di oggetti di taglia stellare).
La galassia NGC 6240 che ha ispirato lo studio. A sinistra, l’intera galassia post-fusione; a destra i due brillanti nuclei attivi visibili nell’infrarosso.
(Figura:Fonte: Media-INAF).
Le strane strutture di Perseo A
NGC 1275 è una galassia attiva ben nota per la sua sorgente radio ed è un forte emettitore di raggi X a causa della presenza del buco nero supermassiccio nel suo centro.
Conosciuta anche come Perseo A, si estende per oltre 100.000 anni luce e si trova a circa 230 milioni di anni luce di distanza.
L’immagine composita, ricreata dai dati in archivio del telescopio spaziale Hubble, mette in risalto i detriti e i filamenti galattici di gas incandescente, alcuni lunghi fino a 20.000 anni luce. Le complesse strutture, spinte fuori dal centro della galassia dall'attività del buco nero, sono tenute insieme da campi magnetici.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Quasar- Stelle di neutroni...
Al centro della nebulosa Granchio, mostrata da Hubble in questa immagine, batte il cuore dei resti di una supernova, una stella esplosa avvistata per la prima dai cinesi nel 1054. La sua caratteristica luce pulsante portò alla scoperta, nel 1968, di un nuovo tipo di oggetto astronomico che divenne l’archetipo di resti di supernova detti “pulsar” o stelle di neutroni.
La stella di neutroni ha circa la stessa massa del sole, compressa in una sfera eccezionalmente densa con un diametro di pochi chilometri. La sua rotazione di trenta volte il secondo, spazzando il cielo con energici raggi di radiazioni sembra produrre pulsazioni.
Gli aggrovigliati dettagli del gas incandescente, visto in rosso, forma un turbinoso intreccio di cavità e filamenti, con l‘interno del guscio permeato dal bagliore blu della radiazione emessa dagli elettroni, vorticanti quasi alla velocità della luce nel potente campo magnetico attorno al nucleo stellare schiacciato.
Le fasce luminose si muovono verso l’esterno dalla stella a circa la metà della velocità della luce formando un anello in espansione.
Le stelle di neutroni sono “fari” interstellari preziosi per compiere osservazioni su una varietà di fenomeni astronomici, tra cui le onde gravitazionali.
La nebulosa del Granchio si trova a 6500 anni luce di distanza nella costellazione del Toro.
Ultima modifica di Annali il Sab Mar 02, 2019 8:09 pm - modificato 1 volta.
L'onda di prua di una stella
Giovanissima stella in viaggio…
Venti stellari e nubi cosmiche, plasmano l’artistica struttura di LL Orionis, una stella neonata vagante nella nursery di Orione.
Ancora negli anni della sua turbolenta giovinezza, emette un vento stellare più energico di quello del nostro Sole. Quando il flusso di particelle cariche ad alta velocità espulso dalla stella si scontra con il gas circostante in lento movimento, si forma un fronte d’urto simile all’onda di prua di una barca che si muove nell’acqua.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
L’ammasso stellare R136 contiene nove stelle con masse oltre 100 volte superiori a quella del nostro Sole. Si trova nella nebulosa della Tarantola a circa 170.000 anni luce di distanza e contiene anche altre dozzine di stelle molto luminose oltre che massicce. Le sole nove stelle insieme superano di 30 milioni di volte la luminosità del Sole.
Il giovane ammasso è stato ripreso utilizzando la camera a bordo del telescopio Hubble nello spettro ultravioletto per la prima volta.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
The Robin's Egg Nebula (Uovo blu di pettirosso)
Questa bella nuvola cosmica si trova a circa 1.500 anni luce di distanza, forma e colore che ricorda l'uovo di un pettirosso blu. Si estende per circa 3 anni luce ai confini della costellazione della Fornace. Conosciuta come nebulosa planetaria, ma non rappresenta un inizio, corrisponde invece a una fase breve e finale nell'evoluzione di una stella che sta invecchiando. La stella centrale è un sistema stellare binario probabilmente costituito da due nane bianche evolute, meno massicce ma molte volte più calde del Sole. La loro radiazione ultravioletta intensa ha strappato via gli elettroni dagli atomi nella nube gassosa circostante. La tonalità predominante blu-verde è la forte emissione prodotta quando gli elettroni si ricombinano con atomi di ossigeno doppiamente ionizzati.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Nel suo ventottesimo compleanno, Hubble non manca di stupirci con le incredibili immagini che ci regala. In questa che ritrae la Nebulosa Laguna nella costellazione del Sagittario è visibile al centro la brillante stella Herschel 36, 32 volte più grande del Sole e 200.000 volte più luminosa.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
La Nebulosa di Orione
Combinando le capacità visive e infrarosse dei telescopi spaziali Hubble e Spitzer, gli astronomi e gli specialisti del programma Universe of Learning della NASA, hanno creato un eccezionale film tridimensionale della magnifica Nebulosa di Orione, un vicino vivaio stellare.
I dati scientifici attuali hanno concesso a un team dello Space Telescope Scienze Institute di Baltimora nel Maryland, e il Caltech / IPAC di Pasadena, in California, di produrre una dettagliata visualizzazione a più lunghezze d'onda della nebulosa.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Questa eccezionale coppia di galassie interagenti ripresa dal telescopio Hubble è formata da NGC 5754, la grande spirale visibile in alto, e la sua compagna più piccola NGC 5752.
Tutta la struttura globale della galassia maggiore è stata profondamente disturbata in seguito all’interazione. Le regioni esterne esibiscono formazioni mareali e i bracci risplendenti di stelle appaiono distorti. La più piccola NGC 5752 ha avuto un recente episodio di formazione stellare, in evidenza dalla ricca popolazione di ammassi stellari massicci concentrati attorno al nucleo, intrecciati alle intricate fasce di polveri.
NGC 5754 si trova nella costellazione di Boote, a circa 200 milioni di anni luce di distanza dalla Terra.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Un team dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics utilizzando il Very Large Array (VLA) ha osservato l’ammasso 1RXS J0603.3+4214, dall’aspetto simile a uno spazzolino da denti, infatti, è stato soprannominato “Toothbrush cluster”.
L’ammasso di galassie Toothbrush ospita tre strutture visibili in banda radio, oltre ad un vasto alone. Le formazioni radio più importanti si estendono per oltre 6 milioni di anni luce, con parti distinte che assomigliano al manico e alle setole dello spazzolino. Il manico è oltremodo misterioso perché, a parte la forma insolita, si trova fuori centro rispetto agli assi dell’ammasso. Si ritiene che l’alone derivi da turbolenze prodotte dalla fusione tra galassie, sebbene possano esistere altre possibilità.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Nel cuore della nebulosa Rosetta, a circa 5.000 anni luce dalla Terra si trova NGC 2244, un ammasso aperto di giovani e luminose stelle, astri splendenti che si sono formati circa quattro milioni di anni fa. I loro possenti venti stellari scavano nel centro della nube una cavità, oltre a plasmare giganteschi pilastri di gas e polveri.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
La galassia Fuochi d’artificio
La spettacolare galassia NGC 6946 vista di faccia, a circa 10 milioni di anni luce di distanza, nella ricca Costellazione di Cefeo, brillante di luce infrarossa.
Di là di un velo di polveri e di stelle, dal cuore interno della galassia e verso l’esterno variano i colori: dalla luce gialla delle stelle più vecchie, alle giovani stelle blu e al rosso delle regioni di formazione stellare che cospargono i bracci imponenti e frammentati.
Il nome “Galassia Fuochi d’artificio” è dato per il consistente numero di supernova osservate, dirompenti esplosioni che segnano la morte di stelle massicce.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
La Tempesta perfetta su Proxima Centauri
A circa quattro anni luce da noi, la stella nostra vicina, Proxima Centauri è molto meno tranquilla di quanto supposto. Grazie all’osservatorio Atacama Millimeter/Submillimeter Array (Alma), un team internazionale ha infatti scoperto lo scorso 24 marzo 2017 una serie di brillamenti stellari molto violenti. Nel giro di una manciata di secondi la luminosità della stella è aumentata di un migliaio di volte in seguito a una violenta eruzione di materia e radiazioni dagli strati più esterni della stella.
Brillamenti come questo sono dieci volte più intensi di quelli solari.
E’ quasi certo, a detta degli autori, che una tale tempesta stellare abbia raggiunto il pianeta Proxima b, investendolo con una pioggia letale di radiazioni, sterilizzando la superficie e facendo evaporare l’acqua.
Ultima modifica di Annali il Mer Mar 07, 2018 4:05 pm - modificato 1 volta.
Re: Stelle Galassie Nebulose Buchi neri
Questa debole evanescente visione, detta “Nebulosa Angelo”, fa parte di un esteso complesso di nubi di polvere cosmica che riflettono la luce stellare sopra il piano della nostra galassia.
Nell’immagine sono riprese stelle della Via Lattea e una serie di lontane galassie di fondo, un grande campo che si estende per circa 10 lune piene nel cielo della Terra verso la costellazione dell’Orsa Maggiore.
Due stelle e un fiore cosmico
Vi sono galassie divenute famose per lo straordinario aspetto assunto dopo l’avvenuto incontro, come nel caso di Arp 273 che appaiono, mostrate dagli occhi di Hubble, simili a un fiore cosmico. Si trovano nella costellazione di Andromeda a circa 345 milioni di distanza dalla Terra.
Entrambe le galassie mostrano segni d’intensa formazione stellare innescata dal titanico scontro, collegate da una tenue coda mareale. I loro splendenti nuclei sono separati da poco più di 100.000 anni luce.
Un diamante blu ripreso da Hubble
Una stella di Wolf-Rayet R31a, sfavilla al centro dell’immagine ripresa dal telescopio Hubble, una ardente stella nella costellazione della Carena, a circa 30.000 anni luce.
La caratteristica bolla blu che circonda WR 31a e la sua compagna stellare è una nebulosa di Wolf-Rayet, (I nomi dei due astronomi scopritori di questi tipi di stelle) una nube interstellare di polvere, idrogeno, elio e altri gas. Le nebulose come queste si creano quando i venti interagiscono con gli strati esterni del gas espulso dalla stella, assumendo spesso forme sferica o di anello.
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