Il nostro mondo

Le barriere coralline, gigantesche strutture simili a fiori, alberi e cespugli, prosperano alla luce del sole...

Le 700 specie note di coralli duri costruiscono opere d’arte di dimensioni stupefacenti e dalla varietà di forme illimitata, punto di attrazione di una sorprendente molteplicità biologica...

Per l’esattezza, la scienza non parla di “coralli”, bensì di “celenterati”, una combinazione dei vocaboli greci dal significato “foro” e “intestino”.  Un polipo del corallo è un sacchetto organico, somiglia a un piccolo polipo senza occhi, con un numero variabile di tentacoli. La bocca è un foro e i tentacoli sono muniti di cellule urticanti, arpioni microscopici che al minimo contatto scattano penetrando nel corpo della vittima. La sua chimica è molto raffinata, nelle pareti del suo corpo alloggiano miriadi di zooxantelle, un tipo di alghe cellulari che compiono la fotosintesi sintetizzando il glucosio e liberando ossigeno, due attività da cui il polipo trae vantaggio. Questi due prodotti insieme gli forniscono l’energia per costruire il suo scheletro calcareo. Sembra che la vera attività del polipo del corallo si svolga durante la notte, è allora, infatti, che lascia la sua dimora calcarea ripiegandosi verso l’esterno e abbandonando i suoi tentacoli alla corrente, senza tuttavia abbandonare la sua abitazione completamente perché i singoli individui sono collegati l’uno all’altro tramite i loro tessuti. Durante la fase di lavoro notturno, sotto di lui compare una cavità da cui espelle le eccedenze di calcare della giornata,che cadono dal suo sacco verso la cavità solidificandosi.

Quando il mattino dopo l’animaletto torna a ritirarsi, alloggia in una lamella calcarea più in alto rispetto al giorno prima: l’immensa struttura composta di singoli animali che chiamiamo corallo, è cresciuta di un minuscolo pezzettino.