L'Arte del Mondo Antico
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Arti decorative
L'oreficeria
L’oreficeria e le arti preziose costituiscono nell’ ambito dell’arte del Cinquecento una parte essenziale: in questo tipo di produzione raffinata ed elitaria si esprime il raccordo intelligente fra le arti, sostenuto dai mestieri e dalle tecniche perfezionati...
Alessandro Fei detto il barbiere 1543-92 – bottega di orafo con operai intenti alle varie fasi del lavoro.
L’oreficeria e le arti preziose costituiscono nell’ ambito dell’arte del Cinquecento una parte essenziale: in questo tipo di produzione raffinata ed elitaria si esprime il raccordo intelligente fra le arti, sostenuto dai mestieri e dalle tecniche perfezionati...
Alessandro Fei detto il barbiere 1543-92 – bottega di orafo con operai intenti alle varie fasi del lavoro.
Le oreficerie presenti nelle raccolte del Museo degli Argenti a Firenze testimoniano lo sviluppo e l’alto livello raggiunto nel Rinascimento,grazie al mecenatismo dei Medici.
L’attività delle botteghe lungo i decenni maturerà risultai importanti per tecniche e nuovi modelli che si riflettono sul lavoro più specifico dell’oreficeria.
Formella in alto rilievo con pietre dure oro smalti e brillanti raffigurante Cosimo II dei Medici in atteggiamento orante - Firenze Museo deli ArgentiBenvenuto Cellini giunge a Roma nel 1519 e vi trascorre quasi due decenni dirigendo la zecca papale, impegnato nel lavoro di incisore di medaglie e di oreficeria.
La celebre saliera in oro e smalti di Benvenuto Cellini. (1540 circa) eseguita a Roma per Ippolito d’Este e completata in Francia per Francesc I con le figure di Nettuno e la Terra fra delfini e cavalli marini
Emakimono giapponesi
La letteratura illustrata del Giappone affonda le sue radici nella produzione dei primi emakimono (rotolo di pitture) del periodo Heian ( 794-1185.
Gli emakimono ebbero origine in Cina e introdotti in Giappone attraverso la fioritura dei modelli sviluppati all’epoca della dinastia imperiale Tang (618 – 907). Sono pitture eseguite su lunghe strisce di carta o seta, unite a brani di scrittura, incollate insieme e avvolte a rotolo, in uno sviluppo di immagini e parole.
I temi sono gesta eroiche o eventi miracolosi, cronache e favole, la parte più consistente dell’antica letteratura giapponese, che ricorreva, oltre alla forza delle parole a quella delle immagini coloratissime e vivaci.
La coppa di Licurgo
La Coppa di Licurgo, risalente al IV secolo d.C., custodita al British Museo di Londra, che la acquistò nel 1965, possiede una rara facoltà, ossia quando il calice è illuminato da una fonte diretta appare color verde-giada, mentre se la luce è posta dietro l'oggetto, appare color rosso sangue. La Coppa deve il suo nome alla scena rappresentata sulle sue pareti incorniciate di vetro, incentrata sulla figura del re tracio Licurgo.
Stupefacente è la tecnica utilizzata, che permette quei giochi di luce che ne mutano il colore del vetro.
L'arte della Mesopotamia
Fin dal primo millennio i sumeri costruirono le loro città sui territori fertili della Mesopotamia.
Lo “stendardo di Ur” si trova conservata presso il British Museum di Londra. È un pannello rettangolare, decorato su entrambi i lati, realizzato a mosaico tra il 2900 - 2400 a C. e può essere considerato una specie di libro storico illustrato.
Infatti, le scene sono raccontate per mezzo di tre “strisce” che narrano, da un lato, le vicende relative a una guerra vinta dai Sumeri, e dall’altro la meritata pace riconquistata. Sul pannello rivestito di catrame, gli artisti hanno incastonato conchiglie, lapislazzuli, madreperle bianche e pietre in calcare rosso per descrivere le caratteristiche dei popoli della Mesopotamia.
Nella prima facciata si vedono soldati che indossano un lungo mantello e una specie di cuffia in testa, carri militari con ruote possenti e forme molto eleganti, trascinati da cavalli che appaiono ben addestrati e curati.
Sempre in questa facciata, definita della “guerra”, c’è un aspetto che potrebbe sembrare molto crudele: nello stendardo vediamo i nemici, caduti in battaglia, calpestati dai “carri armati” che vanno all’assalto. Ci sono prigionieri che dopo essere stati catturati sono condotti legati e bendati davanti al sovrano che li dovrà punire.
Nell’altra facciata dello stendardo si comincia a capire che nella città di Ur certamente arriverà la pace, intuendolo da una delle tre strisce che mostra i preparativi del banchetto per festeggiare la vittoria.
Arte Etrusca
L’arte della civiltà etrusca di sviluppò nella penisola italica tra VIII e il III secolo a.C., anche se le popolazioni che formavano il popolo etrusco si ritiene venissero da lontano, giunti attraverso il mare, forse dall’Asia Minore.
Furono eccellenti costruttori di opere di pubblica utilità, dalle tombe si ricava la maggior quantità sui dati sull’arte. Alcune avevano le pareti rivestite di stucco, affrescate con scene di vita quotidiana: banchetti rituali, danze e giochi, che si svolgevano realmente in onore dei defunti.
Sono tipiche per l’arte etrusca le figure distese sui sarcofagi, isolate o in coppia.
Furono abili ceramisti e l’abbondanza di argilla nel territorio favorì la produzione di statue, rilievi e vasi in terracotta.
Le immagini erano realistiche, dai colori vivaci (prevalgono tonalità calde e con il bianco e il nero sono utilizzati il rosso, il bruno, il giallo, il verde e l’azzurro) e dovevano emergere con chiarezza ed erano stesi su ampie zone. Inoltre sugli sfondi monocromi a tinte chiare, spiccavano i contorni segnati da nitide linee scure. La linea di contorno, ne accentuava la bidimensionalità facendola risaltare allo sfondo.
L'Arte del Mondo Antico
Le origini della civiltà cretese risalgono a circa 5000 anni fa, quando il popolo cretese iniziò a usare il bronzo al posto della pietra per costruire utensili e armi. Furono eretti grandi palazzi come quello di Festo sulla costa meridionale e Cnosso su quella settentrionale.
Per Creta l’arte ha per sfondo ambientale il paesaggio del Mediterraneo orientale, un felice rapporto con tutta la natura. I fiori che in primavera rivestivano l’isola di Creta, erano rappresentati con grande eleganza e sfoggio di colori luminosi nelle pitture murali.
Immagini della fauna marina, pesci crostacei delfini, ornavano oggetti di ceramica e pareti rivestite di stucco nei palazzi.
I Delfini - Affresco parietale
Il Principe dei gigli - Museo archeologico di Cnosso
Sotto il segno del toroIl toro era un'immagine di grande potenza fisica che rappresentava la fertilità maschile e compariva molto spesso nell'arte cretese. Consacrato e immolato nei sacrifici rituali, si esibiva con l'uomo nel grande cortile del palazzo. Gare acrobatiche di carattere sia religioso che sociale.
La religione cretese aveva per sacerdote il re ma venerava la dea Madre, il principio femminile della fecondità, protettrice della casa, una figura che compare fin dalla preistoria. Era raffigurata qualche volta come la dea dei serpenti, terribili animali che lei sapeva esorcizzare.
Eccola rappresentata con una gonna a balze sovrapposte, un grembiule ovale e un corsetto molto stretto in vita.La sala del trono del re. Parete con grifoni
Il MinotauroIl mitico mostro con corpo umano e testa taurina, nato dall'unione di Pasifae, moglie del re Minosse, con il toro che Poseidone aveva fatto uscire dal mare su richiesta del re, rappresenta le forze istintive e incontrollate nell’inconscio dell’uomo che spesso fuoriescono con aspetti distruttivi.
Il Minotauro di Pablo Picasso - Museo di Parigi
Ultima modifica di Annali il Dom Dic 06, 2015 12:15 am - modificato 2 volte.
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