Strumenti Musicali: storia e magia
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Re: Strumenti Musicali: storia e magia
Strumenti musicali di ogni epoca e fattura, dai più antichi e semplici ognuno capace di suscitare emozioni all'ascolto del suono propagato...
spitfire- Messaggi : 2441
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Re: Strumenti Musicali: storia e magia
L'aulos, utilizzato nella rappresentazione delle tragedie e all'interno dei costumi e dei riti simposiaci, comastici e funerari della Grecia antica e dell'Etruria, aveva la caratteristica di creare un forte impatto emotivo: secondo Aristotele non deve essere usato in situazioni che hanno scopo educativo ma purificatorio[1]e, proprio per la capacità di suscitare forti emozioni, era spesso collegato ai culti di Dioniso.[
Era utilizzato anche in guerra: sulle triremi, per ritmare la cadenza dei remi, era previsto un apposito addetto, il τριηραυλής triēraulḕs, che realizzava lo scopo servendosi del suono incalzante del suo strumento.
spitfire- Messaggi : 2441
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Re: Strumenti Musicali: storia e magia
Andrea Amati
Attivo a Cremona, è stato il capostipite di una famiglia di artigiani, presso la quale lavorarono nel Seicento Andrea Guarneri e Antonio Stradivari.
Pare che apprendesse i segreti della liuteria, all'epoca intesa come costruzione di liuti e non di archi, nella bottega di Giovanni Leonardo de Martinengo, figlio di Moisè, titolare di un banco dei pegni da lui aperto a Cremona su mandato del Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia. Alcune fonti lo indicano anche, ma senza sicurezza, come allievo di Gasparo da Salò.
In effetti fino a circa il 1555 pare abbia esercitato l'attività di "liuter" (termine originale dell'epoca per costruttore di liuti che risulta essere assegnata, per la prima volta, al suo maestro Leonardo Giovanni da Martinengo, già nei primi anni del "500 quando Andrea era nella sua bottega cremonese) appresa assieme a un compagno; poi dal 1560 circa, dopo aver fiutato il prosperoso mercato degli archi che fioriva in Brescia, ha cambiato produzione, passando ai violini e introducendo tale lavorazione per la prima volta a Cremona.
I suoi violini, molto rari, hanno piccole dimensioni ed hanno una bombatura accentuata. La vernice può essere bruna o gialla arancio. Lo strumento è caratterizzato da una scarsa potenza sonora causata dalla curvatura del piano armonico, compensata da un suono di estrema dolcezza. Il fondo è realizzato con acero o pioppo bastardo. Sia il fondo sia le fasce sono tagliate a strato. Il profilo mostra interessantissime coincidenze con quello della prima scuola bresciana e di Gasparo da Salò in particolare.
Attivo a Cremona, è stato il capostipite di una famiglia di artigiani, presso la quale lavorarono nel Seicento Andrea Guarneri e Antonio Stradivari.
Pare che apprendesse i segreti della liuteria, all'epoca intesa come costruzione di liuti e non di archi, nella bottega di Giovanni Leonardo de Martinengo, figlio di Moisè, titolare di un banco dei pegni da lui aperto a Cremona su mandato del Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia. Alcune fonti lo indicano anche, ma senza sicurezza, come allievo di Gasparo da Salò.
In effetti fino a circa il 1555 pare abbia esercitato l'attività di "liuter" (termine originale dell'epoca per costruttore di liuti che risulta essere assegnata, per la prima volta, al suo maestro Leonardo Giovanni da Martinengo, già nei primi anni del "500 quando Andrea era nella sua bottega cremonese) appresa assieme a un compagno; poi dal 1560 circa, dopo aver fiutato il prosperoso mercato degli archi che fioriva in Brescia, ha cambiato produzione, passando ai violini e introducendo tale lavorazione per la prima volta a Cremona.
I suoi violini, molto rari, hanno piccole dimensioni ed hanno una bombatura accentuata. La vernice può essere bruna o gialla arancio. Lo strumento è caratterizzato da una scarsa potenza sonora causata dalla curvatura del piano armonico, compensata da un suono di estrema dolcezza. Il fondo è realizzato con acero o pioppo bastardo. Sia il fondo sia le fasce sono tagliate a strato. Il profilo mostra interessantissime coincidenze con quello della prima scuola bresciana e di Gasparo da Salò in particolare.
spitfire- Messaggi : 2441
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Re: Strumenti Musicali: storia e magia
Ancora una parte di “Strumenti musicali” lasciata in sospeso.
Anche nell’antico Israele la musica era parte della sua cultura. Trombe e corni richiamavano il popolo al culto e segnalavano eventi importanti.
Le arpe e le cetre, tamburi e cembali e sonagli, accompagnavano i festeggiamenti.
Antichi documenti, ritrovati negli scavi archeologici, parlano di questi strumenti, senza peraltro ritrovare nessun tamburello o altro risalente all’età biblica.
Statuette di terracotta raffiguranti donne con piccoli tamburi sono state ritrovate in località di Israele in siti come Aczib e Bet- Sean. All’epoca dei patriarchi i tamburelli erano suonati dalle donne, accompagnati da danze e canti in occasione di festa.
Davide, divenuto re, si legge, recando l’Arca a Gerusalemme, festeggiò insieme al popolo, con ogni sorta di strumenti, arpe, sistri e cembali.
Il sistro, una specie di sonaglio con struttura ovale in metallo e un’impugnatura, produceva un suono acuto tintinnante.
Gli studiosi si basano su almeno una trentina di antiche rappresentazioni di strumenti tipo il “Kinnor”, cui si fa riferimento nell’antico Israele, presenti su pareti rocciose, monete, mosaici, tavolette e sigilli.
Nelle scritture ebraiche il corno è menzionato oltre settanta volte. Si trattava di uno strumento modellato su un corno di capro o di ariete. Avendo un suono profondo, udibile a grandi distanze, era usato spesso come strumento di segnalazione.
Il tempio di Gerusalemme, ebbe una propria orchestra, con esperti musicisti che suonavano cembali, di trombe e arpe e molti altri strumenti a corda
L'inventore del sassofono
201° dalla nascita dell'inventore del sax
Antoine-Joseph Sax (1814-1894), detto Adolphe, è l'inventore del sassofono, strumento che presentò a Parigi nel 1846. Sax, membro di una famiglia franco-belga di costruttori di strumenti musicali in metallo, brevettò il suo sassofono come risultato del suo tentativo di migliorare il timbro del clarinetto basso.
L’accoglienza iniziale fu piuttosto tiepida sebbene il sassofono si possa considerare - insieme alla fisarmonica - uno dei primi strumenti dell’era moderna, perché si basa su soluzioni acustiche del tutto nuove.
Lo strumento fu in seguito impiegato da grandi compositori dell’epoca, come Hector Berlioz, e nel 1857 si istituì la prima cattedra di sassofono al conservatorio di Parigi: Sax ne fu il primo titolare.
Re: Strumenti Musicali: storia e magia
I “flauti nasali” nei quali l’aria viene insufflata da una narice, in termini storici appaiono verso la fine dell’età neolitica e l’età del ferro.
Nella Polinesia e nelle Melanesia, c’era la credenza che l’aria che usciva dal naso contenesse l’anima e possedesse più potere magico di quella espirata dalla bocca.
Gli stregoni delle tribù primitive stringevano le narici dei pazienti moribondi allo scopo di trattenere, con il fiato, la loro anima.
La correlazione tra respiro nasale e potere magico, persisteva ancora sul finire del medioevo, quando gli astrologi europei collegavano con esso, il colore rosso, la narice destra, il sangue, il punto cardinale sud e il pianeta Marte.
Le prime “trombe” erano ottenute da rami scavati internamente o da grosse canne, dentro le quali il suonatore parlava, cantava, o meglio urlava imitando tuoni e muggiti. Era in pratica, una specie di megafono, usato per distorcere la propria voce producendo aspri suoni, allo scopo di spaventare gli spiriti malvagi.
Il suono a volte terrificante era associato a numerosi riti, per esempio ai funerali o ai riti del tramonto, per scongiurare la scomparsa definitiva del Sole.
Il potere magico della tromba è stato spesso accentuato con il colore rosso o con ornamenti di stoffa rossa. Ancora oggi gli eserciti dell’Europa ripongono le loro trombe avvolgendole in feltri rossi; rosso è pure il colore distintivo di molte bande militari, esempio persistente e tenace di un’antica tradizione.
Gli uomini primitivi, oltre che delle loro trombe tubolari, si servivano anche di grosse conchiglie, la cui apertura naturale sostituiva il padiglione.
Come una vera tromba, la tromba di conchiglia aveva un potere magico, accresciuto quando veniva recitata una formula sacra dentro la conchiglia. Erano impiegate nei rituali del raccolto e del matrimonio, negli incantesimi per attirare la pioggia e nella presentazione di doni particolari.
Derivando da un animale acquatico, alla conchiglia si conferiva il potere di agire sulle acque e di conseguenza sulle maree e sulla luna. Per il suo legame con l’acqua, per antica credenza, era ritenuta capace di attirare la pioggia o di arrestarla quando troppo abbondante.
Il flauto dolce
Rifugiarsi nella musica è spesso una via di fuga per l’inconscio, quando ci sente allo stremo della propria sopportazione.
Mi sarebbe piaciuto imparare a suonare uno strumento ma senza mai essermi applicata seriamente per farlo.
Più volte mio fratello tentò di farmi imparare un motivetto traendo suoni dal flauto dolce.
Ci sedevamo sui gradini dell’uscio di casa e per non deluderlo ci mettevo impegno, mentre lui osservava il gioco delle dita sul piccolo strumento e annuiva con aria di approvazione, dondolando la testa a tempo.
Io pensavo che se avessi imparato quell’unico motivo, per me sarebbe stato sufficiente.
Lui aveva tredici anni ed io otto….
Alla fine mi faceva un complimento: “Brava, ci siamo quasi.”
Ed io facevo segno di sì.
Re: Strumenti Musicali: storia e magia
Probabilmente il primo strumento musicale potrebbe essere stato il piede dell’uomo: la percussione del terreno con i piedi o anche battere le mani ritmicamente. Semplici gesti da cui trarre effetti diversi. Tra i primi veri strumenti figura il “sonaglio”, composto da un certo numero di piccoli oggetti duri che si ripercuotono tra loro a seguito di uno scuotimento.
Semi, noccioli, denti e zoccoli di animali uniti tra loro con una cordicella. Il danzatore lo porta appeso alle caviglie, al collo, in vita.Vi era anche il “sonaglio di zucca”, essiccata e riempita di sassolini. Agitata dal suonatore produceva un caratteristico suono crepitante. I sonagli di zucca erano complementi essenziali di molti riti sciamanici: il suono penetrante finiva per condurre in trance sia lo sciamano che coloro che assistevano al rito.
Un tronco d’albero messo a traverso di una buca scavata in terra nella sua forma più semplice è “un tamburo a fessura”, percosso con i piedi da suonatori che vi stanno sopra, mentre le donne danzano intorno alla buca.
Una versione della buca battuta è il “tamburo di terra”. Se ne trovano tracce tra i pigmei della Nuova Guinea , si tratta di un piccolo tunnel scavato per terra con due aperture: la superficie che fa da ponte fra le due imboccature viene percossa con la mano.
Da questi tipi di tamburi, sono derivati in gran quantità tamburi maneggevoli in dimensioni portatili.
Il tamburo appare indispensabile nella vita primitiva: nessun altro strumento conta altrettanti usi rituali, persino la sua costruzione sarà regolata da riti precisi e severi. Nella Melanesia il costruttore sale sull’albero che gli dovrà fornire il legno per lo strumento e vi rimarrà finché il tamburo non sia ultimato.
“I raschiatoi” erano strumenti dentellati: un bastone, un guscio, una conchiglia, un osso, una zucca, che il suonatore raschiava con qualcosa di rigido. Rendeva un suono poco eufonico, sgradevole, erano usati sia per cerimonie erotiche, sia in occasioni di riti funebri
Nell’antico Messico per esempio, gli schiavi suonavano raschiatoi d’ossa umane e di cervo ai funerali del re, prima di essere messi essi stessi a morte.
Un altro strumento associato a riti d’amore o di morte era il “flauto”. Come tutti gli strumenti a fiato il suono veniva prodotto a mezzo di una colonna d’aria all’interno di un tubo, la quale è posta in vibrazione longitudinalmente per insufflazione diretta .I più antichi flauti vennero probabilmente ricavati da ossa di uccello. Producevano un suono acuto , fischiante, mentre
altri, ricavati da canne di bambù producevano un suono più morbido. Il flauto Melanesia era un simbolo di rinascita e anche facente parte del corredo dei riti funerari. Gli schiavi aztechi suonavano flauti d’osso prima di essere essi stessi sacrificati ai loro principi morti, e suonavano il flauto pure quei giovani che salivano i gradini della piramide i cima alla quale li attendeva il sacerdote che li avrebbe sacrificati al dio Sole.
Strumenti Musicali: storia e magia
Partendo da un semplice paragone tra le invenzioni strumentali che le culture primitive ricavarono da zucche e bambù, e il complicato meccanismo che contraddistingue pianoforti e organi moderni, si potrebbe essere indotti a credere che gli strumenti musicali si siano evoluti da modelli semplici ad altri sempre più complessi e perfezionati.
Ripercorrere all’indietro i vari stadi di sviluppo sino alla sua forma più semplice sarebbe, oltre che superficiale, alquanto fuorviante.
Sarebbe più comodo classificare, nell’impossibilità di stabilire una cronologia discriminando fatture semplici da tecniche complicate, popoli e tribù secondo il loro maggiore o minor grado di civilizzazione, sistemando i loro strumenti nel quadro risultante.
Classificazione che potrebbe essere comoda sì, per l’apprendimento, ma in teoria impraticabile, poiché non tutti i popoli si sono evoluti allo stesso livello culturale, con le stesse mentalità, organizzazione sociale e con la possibilità di reperire materie prime simili in tutte le regioni. Ogni popolo reagisce in maniera differente alle emozioni, rispondendo a certi stimoli indipendentemente dal livello culturale.
La ricchezza e varietà degli strumenti musicali sono le conseguenze di tutte le condizioni ambientali di un popolo, del suo habitat. Vi è un netto contrasto tra il suono terrificante di rombi e trombe, tra le note dei primi sonagli e i piedi pestati a terra.
La cultura musicale ai tropici, per esempio, può essere stata facilitata dalla presenza in quei luoghi di grosse noci di cocco e zucche, oltre a gigantesche canne di bambù che forniscono materiale per strumenti a percussione e a fiato.
Possiamo ritenere che l’uomo ad un certo stadio del suo sviluppo possa aver inventato strumenti e attrezzi simili ad altri popoli dislocati in altre aree della terra abitata, o invece la assonanza e distribuzione sia dovuta a migrazioni partite da pochi centri d’ispirazione?
Dagli scavi effettuati nelle necropoli sumere e templi egizi, sono stati rinvenuti oggetti molto simili fra loro, rendendo inevitabile supporre che contatti preistorici tra le due grandi civiltà nel campo musicale siano intercorsi.
Alla prossima parte, dedicata agli strumenti musicali in uso alle civiltà menzionate, che necessita di maggiori approfondimenti, mi ci dedicherò quanto prima.
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