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Il mondo in guerra

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Il mondo in guerra Empty Napoleone muove alla conquista di Mosca...

Messaggio  Annali Lun Mag 29, 2023 11:56 pm

24 giugno 1812 – Napoleone . La campagna militare di Russia -

Per i francesi la conquista di Mosca avrebbe segnato la vittoria nella guerra. Ma la capitale segnò invece la disgregazione della Grande Armata…
Napoleone Bonaparte credeva in una conquista facile, rapida e vittoriosa, e  alla fine dopo il trionfo, imporre la propria volontà allo zar Alessandro I...
Ad affrontare il nemico invasore erano tre eserciti russi eterogenei con una forza totale di 230.000 uomini contro quello francese di circa 500.000 soldati di varie nazionalità,,,
Per evitare la battaglia frontale con Bonaparte, gli schieramenti russi si ritirarono all’interno del paese. Il principe Barclay de Tolly, feldmaresciallo russo e ministro della guerra aveva intenzione di continuare la ritirata, ma sotto la pressione dell'opinione pubblica fu costretto a dare battaglia ai francesi, e furono giorni di di scontri accaniti...

Dopo aver occupato Mosca, l'imperatore francese pensò di aver finalmente ottenuto la vittoria e attese gli ambasciatori dello zar venirgli incontro con proposte di pace, invece fu accolto da un terribile incendio che distrusse molti degli edifici in legno della città. “Che spettacolo terribile! Hanno dato fuoco a loro stessi... Che determinazione! Che uomini”, disse guardando l'oceano di fuoco che imperversava dal Cremlino...

A questo punto la campagna di Russia per la Grande Armata non sembrava più una passeggiata. Nel tentativo di avanzare verso il “cuore della Russia”, iniziò a subire pesanti perdite negli scontri...
Le squadre di autodifesa nate spontaneamente nei villaggi affrontarono senza pietà gli invasori, mentre alcuni distaccamenti partigiani di ussari e cosacchi operavano nelle retrovie dell'esercito nemico... 
Dopo la terribile  battaglia della Beresina (26-29 novembre 1812), gli ultimi rimasti della Grande Armata tentarono di fuggire dalla Russia,  il 90% dell’esercito di Napoleone morì o rimase ferito negli scontri...
Tuttavia nei giornali europei la sconfitta fu attribuita principalmente non all’abilità militare dei russi, ma alle rigide condizioni climatiche, al "Generale Inverno", un'invenzione di Napoleone per crearsi un'alibi agli occhi dei paesi alleati, specie la Gran Bretagna grande nemica della Russia, per la disastrosa disfatta...
Il mondo in guerra Ritirata-di-napoleone-da-Mosca
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Il mondo in guerra Empty Le grandi battaglie della storia...

Messaggio  Annali Mer Mag 10, 2023 1:44 am

Seconda Guerra mondiale - La battaglia di Leningrado...

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Il mondo in guerra Empty La tregua...

Messaggio  Annali Dom Gen 02, 2022 12:14 am

1914, prima guerra mondiale, fronte occidentale, vigilia di Natale...
Nella terra di nessuno alcuni soldati di diverse nazioni, tedeschi, scozzesi e francesi, pacificamente s'incontrano e insieme condividono una preziosa e breve tregua dagli orrori della guerra...

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Il mondo in guerra Empty " Le Streghe della notte"

Messaggio  Annali Dom Ott 06, 2019 12:01 am

"Streghe della notte", così i soldati tedeschi impegnati nell'Operazione Barbarossa, avevano soprannominate le donne russe che ogni notte, a bordo di "silenziosi" biplani, bombardavano le loro postazioni. Si trattava del 588° Reggimento Bombardamento Notturno dell'Armata Rossa, costituito da sole donne. 
Quando la Germania nazista invase  la Russia, moltissime donne si presentarono agli uffici di arruolamento insistendo per essere inviate al fronte. Fra queste, un migliaio di ragazze, già con brevetti da aviatrici civili chiesero di essere impiegate in reparti di volo come piloti. La richiesta dopo molte petizioni infine fu accolta con la costituzione di 3 reggimenti aeronautici: il 586°, il 587°, e il 588°, quest’ultimo, il più famoso, l’unico rimasto sempre composto interamente da ragazze.
Per tutta la durata del conflitto, l’aereo di quelle che furono chiamate dagli stessi nemici “die Nachthexen” ovvero le “Streghe della notte” fu il Polikarpov Po-2, un biplano biposto in tandem costruito con legno e tela  entrato in servizio nel 1928. Lento, con nessuna dotazione ottica ne strumentazione per il volo notturno, nemmeno la radio per comunicare fra loro,inoltre, per risparmiare sul peso pilote e navigatrici volavano senza paracadute.  L’aereo aveva però i vantaggi di essere molto maneggevole e di poter decollare o atterrare in poco spazio, praticamente ovunque.
Il 588º Reggimento in tutta la sua vita operativa, effettuò 23672 raid e sganciò circa tremila tonnellate di esplosivo. Nel 1943, per meriti di guerra, il 588° Reggimento assunse la denominazione di 46° Reggimento delle Guardie da Bombardamento Notturno "Taman".
Con un coraggio pari all’incoscienza e con uno smisurato orgoglio patriottico, queste emule dei Kamikaze volarono sui loro traballanti trabiccoli, compiendo 24.000 missioni e 1.100 notti di operazioni. Dopo l’iniziale sorpresa, i tedeschi rinforzarono la Flak, la loro efficace contraerea, e arrivarono a supporto dei caccia Messerschmitt forse i più avanzati di tutto lo scenario della guerra e per le Streghe le cose si fecero più difficili ma imperterrite, continuarono a volare. I nazisti provarono per loro ammirazione quando si accorsero che chi ogni notte martellava le loro posizioni erano ragazze. L'asso tedesco Johannes Steinhoff disse a proposito, nel settembre del '42: "Non ci capacitiamo del fatto che i piloti sovietici che ci stanno dando i più grossi problemi siano donne. Non temono nulla, vengono di notte a tormentarci con i loro obsoleti biplani e non ci fanno chiudere occhio per molte notti»".

Il mondo in guerra Po-n-1-2_orig
un Polikarpov Po-2, ripreso durante la Seconda Guerra Mondiale (Foto, Sovfoto/Uig, Getty Images)
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Il mondo in guerra Empty Re: Il mondo in guerra

Messaggio  Annali Mar Feb 12, 2019 10:50 pm

La Battaglia  di Legnano
Una tesi molto spettacolare, ma priva di reale supporto storico, sembra essere in definitiva la battaglia che si svolse a Legnano il 29 maggio 1176.
L’esercito radunato dai Comuni della Lega Lombarda si scontra con le truppe dell’imperatore Federico Barbarossa e lo sconfigge. Detto così, potrebbe sembrare vero, se nonché studi più approfonditi sono volti a far luce sul reale svolgimento dei fatti.
Un manipolo si ardimentosi che sbaraglia un nemico molto più potente, ha indotto non pochi storici a cercare di investigare sul celebre evento, iniziando dall’origine delle ribellioni dei Comuni alleati contro l’imperatore.
Federico Barbarossa era contrario all’alleanza tra i Comuni, il suo scopo era mirato al mantenimento del controllo sui territori per rastrellare più risorse possibili attraverso la leva fiscale. Ne aveva bisogno per coronare il suo sogno di conquistare Roma.
Molte città, al nord, si erano unite nell’abazia di Pontida con l’intento di tornare alla situazione politico-tributaria vigente prima dell’avvento di Federico, potendo contare, a tale scopo, anche sull’appoggio del papa Alessandro III, ufficializzato nel 1170 con la bolla “ Non est dubium”. 
Per contraccambiare, l’alleanza dei Comuni fondò la città di Alessandria nel sito del borgo rurale sorto intorno al castello di Rovereto, con grande smacco di Federico che, di conseguenza maturò la volontà di distruggere quanto prima il neonato paese prendendolo d’assedio.
Le truppe imperiali raggiungevano le 3.500 unità, tutte composte di professionisti, mentre quelle della Lega arrivavano, pare, fino a 12.000 effettivi. Nello schieramento dei Comuni campeggiava un carroccio trainato da alcuni buoi, simbolo della lega.
Quando Federico avanzò, si trovò dinanzi a una marea sconfinata di uomini, il cui muro sembrava impenetrabile, armati di lunghe lance con le quali respingere la cavalleria.
L’esercito imperiale era imbattibile negli scontri a cavallo, ma a Legnano, contro gli scudi e le corazze della fanteria avversaria non potevano fare nulla, cosicché, vista l’impossibilità di sfondare con i cavalli, decisero di affrontare i nemici appiedati, con una mossa a sorpresa, ma alquanto rischiosa trovandosi in numero inferiore.
Molti storici concordano nell’affermare che la battaglia di Legnano contiene elementi puramente leggendari, il più evidente dei quali riguarda la figura di Alberto da Giussano, eroe della lega con la sua “Compagnia della morte”, attribuibile alla fantasia dello storico e prete Galvano Fiamma, vissuto a cavallo tra il XIII e il XV secolo. Della loro presenza non sono state trovate tracce nelle cronache dell’epoca, come risulta agli storiografi del primo Novecento.
I vincitori non infierirono su Barbarossa ma preferirono trattare con lui trovandosi in posizione di vantaggio, nonostante l’intransigenza del sovrano che, almeno sul piano diplomatico non intendeva arrendersi. Fu grazie alla mediazione del papa che si giunse a un compromesso che prevedeva una tregua di sei anni.
Federico Barbarossa avrebbe voluto imporre una gestione politica simile a quella dei Normanni, basata sul principio della gerarchia del potere, ma si scontrò con il legittimo desiderio delle comunità di esistere come liberi cittadini. 
   Il mondo in guerra Legnano-carroccio
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Messaggio  Annali Mar Mag 01, 2018 11:29 pm

L'imperialismo tedesco
Nella seconda metà del  1800 le potenze di tutto il mondo tendevano a espandersi con la conquista delle colonie e con la sopraffazione dei paesi più deboli. L'Inghilterra estese il suo impero in tutti i continenti; la Russia mirava al Mediterraneo; la Francia e persino la piccola e debole e ancora dissestata Italia, chiedevano terra in Africa, pensando di risolvere così il problema della disoccupazione e della miseria.
La potenza che più d'ogni altra mirava a sostituirsi all'ormai vacillante impero austro-ungarico fu la Germania, forte di un esercito ben armato e disciplinato, guidata da uomini calcolatori e ambiziosi. Esaltata da un'idea pangermanista, arrogava a sé il ruolo di stato guida dell'Europa, disposta a mettere il mondo a fuoco e fiamme pur di raggiungere il suo scopo.
Le parole di Guglielmo II pronunciate in occasione della fondazione di un Museo Romano a Salisburgo furono rivelatrici dell'ideologia che sconvolgerà per due volte il mondo.
"Con il primo colpo di martello io consacro questa pietra all'imperatore Federico III (imperatore di Germania 1831-1888); il secondo la consacro alla gioventù tedesca,alle generazioni che verranno e che potranno imparare nel nuovo Museo cosa significa un impero universale; con il terzo colpo io la consacro all'avvenire della nostra Patria tedesca. Possa nel futuro con la cooperazione di Principi e di Popoli, delle sue armi e dei suoi cittadini, diventare così potente, così fortemente unita, così straordinaria come l'Impero Romano Universale, sinché venga un giorno nel quale, come si diceva una volta:  "civis romanus sum" si dica:"sono cittadino tedesco".
                                                                                                                   Guglielmo II 

Il mondo in guerra 1915burmeister2  

Guglielmo II, detto il Kaiser,figlio di Federico III, sul trono dal 1888 al 1918 quando, con la sconfitta della Germania nella Prima guerra mondiale e l'abolizione della monarchia, andò in esilio in Olanda....
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Il mondo in guerra Empty Re: Il mondo in guerra

Messaggio  Annali Gio Mar 01, 2018 10:43 pm

Stralci tratti da: “ Storia degli italiani in Africa Orientale”.
 
A scoprire il vero volto dell’Abissinia sono i 1.900 italiani che il I° marzo 1896 vennero fatti prigionieri sul campo di battaglia e poi trascinati verso lo Scioa. Qualcuno di loro rilascia testimonianze che narrano delle sofferenze patite durante la marcia in preda all’angoscia, stremati per la tensione o per le ferite.
Assistono a spettacoli di inaudita violenza, a pratiche barbare. Per qualche ora, mentre ancora da qualche parte si combatte uomini e donne sfogano il loro odio contro il nemico invasore. Tutta la furia però, si attutisce non appena cessano le fucilate ed è allora che il barbaro ridiventa “umano” e riscopre la tolleranza e la pietà.
“ Io cammino e cado, cado e cammino” è la testimonianza di uno dei prigionieri italiani, milanese “ un vecchio galla,  dalle spalle ricoperte da una pelle di leopardo, bianco di capelli e di barba, paziente,  perché non mi uccide, con una bacchetta di fucile in mano mi rialza per la centesima volta”.
Un altro invece, è più fortunato poiché ottiene di essere slegato e addirittura di cavalcare un muletto. “ A quell’Amhara dai tratti del volto durissimi, “ scrive “ palpitava nel petto un cuore di soldato, e quel cuore si andava manifestando a mano a mano che cessava l’eccitamento dello scontro. Diventava sempre più umano con me e nonostante io mantenessi sempre un contegno sprezzante e sostenuto, ottenni una coperta di lana e un astuccio da toilette”.
La lunga marcia dei prigionieri verso lo Scioa dura più di due mesi e si conclude per la maggioranza, il 22 maggio ad Addis Abeba.
“ Fu una sofferenza inaudita” annota un’altra testimonianza “ ma se i bianchi piansero, i neri non risero”. Lo sterminato esercito ripercorre regioni già sottoposte alle più spietate requisizioni ed è quasi impossibile spremere ancora. Anche i depositi che Menelik aveva fatto costruire per l’offensiva d’ottobre erano vuoti, ed infine, l’esercito di affamati deve respingere gli assalti degli Azebò-Galla, predoni che non riconoscono alcuna autorità.”
 È stato scritto che Menelik abbia perso più uomini in questa marcia del ritorno che sul campo di Adua. Gli italiani, per quanto in gran parte feriti, riescono a raggiungere lo Scioa perdendo soltanto, secondo le stime dell’epoca, sessanta uomini.
Tutti i testimoni che hanno accettato di raccontare la loro storia, concordano nel riconoscere che queste perdite al minimo, questo miracolo, è dovuto, più che alla fibra dei prigionieri e alla loro arte di arrangiarsi, alla pietà e alla carità delle popolazioni etiopi.
“Fatte le somme, ” ricordano “ tolti i terribili disagi di cui gli scioani non erano responsabili, i prigionieri italiani furono moralmente trattati in Etiopia, molto più umanamente di quanto si potesse credere o pensare prima di aver conosciuto quel popolo da vicino”.
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Il mondo in guerra Empty IL MONDO IN GUERRA

Messaggio  Annali Dom Ott 23, 2016 12:04 am

La campagna italiana in Grecia

Il 28 ottobre 1940 Mussolini decise di attaccare la Grecia, spinto soprattutto dal desiderio di dimostrare alla propria alleata, la Germania, che già aveva occupato vari Paesi, di non esserle inferiore nella conquista di nuovi territori.
L'impresa si rivelò più difficile del previsto, concludendosi con successo, grazie all'aiuto avuto dall'esercito tedesco, nell'aprile 1941.
 
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Messaggio  Annali Sab Ott 22, 2016 4:50 pm

La Marcia su Roma


Il 28 ottobre 1922 un corteo di militanti fascisti con a capo Benito Mussolini, marciò su Roma rivendicando la guida politica del Regno d'Italia e minacciando, in caso di rifiuto, la presa del potere con la violenza. Il re Vittorio Emanuele III cedendo alle pressioni decise di incaricare Mussolini di formare un nuovo governo.
Il giorno successivo,  29 ottobre 1922, è considerato il primo giorno dell'era fascista, che terminò il 25 luglio 1943, quando il re Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini.

Il mondo in guerra Squadristi_in_marcia_su_Roma
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Il mondo in guerra Empty La Lunga Marcia di Mao-Tse-tung

Messaggio  Annali Mar Ott 18, 2016 7:21 pm

Il 16 ottobre 1934 oltre centomila comunisti cinesi si misero in marcia per fuggire all'attacco delle truppe del partito rivale, i nazionalisti del Kuomintang. 
Nella conferenza tenutasi a gennaio del 1935 il Partito Comunista Cinese elesse quale proprio presidente Mao Tse-tung. 
Anziché considerarsi semplicemente in fuga, Mao decise che quell'azione doveva essere considerata una marcia d'attacco contro il Giappone, che stava invadendo la Cina dalla Corea e dalla Manciuria. Propose quindi che si marciasse sullo Shaanxi, una provincia semidesertica della Cina centrale, per combattere contro le truppe giapponesi. 
Qui i superstiti della fuga, ridotti a soli 20.000 uomini (meno di un quinto di quanti erano alla partenza) arrivarono ad ottobre del 1935, dopo aver percorso 12.000 chilometri tra mille stenti e difficoltà, e riuscirono a fronteggiare con successo i Giapponesi.
La Lunga Marcia servì a dare al Partito Comunista Cinese, e a Mao in particolare, un grande consenso popolare, che sarebbe poi stato determinante nella vittoria della guerra civile da parte dei comunisti contro i nazionalisti, scoppiata dopo la seconda guerra mondiale.
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Il mondo in guerra Empty Bombe su mantova

Messaggio  Annali Ven Lug 01, 2016 1:38 am

Mantova in guerra
Mantova, mia città di nascita, collocata in una posizione strategica dal punto di vista geografico–difensivo rappresentava un nodo nevralgico per i trasporti e le comunicazioni stradali e ferroviarie, con i territori della repubblica di Salò e con gli altri stati di confine. Era una città fortemente militarizzata: ospitava diverse caserme con oltre 5.000 militari, scelta dall’esercito tedesco per proteggere la zona e rendere difficile per le truppe alleate l’attraversamento del Po e del Mincio.
 La particolarità della città non sfugge agli occhi dell’intelligence degli eserciti anglo-americani, che ordinarono decine di azioni per distruggere i maggiori obiettivi militari e strategici. I principali bersagli sono i tre ponti: dei Molini (dove c’era la casa di nonna mia), della diga Massetti e di San Giorgio.
Dai primi di febbraio 1944 le azioni di bombardamento si fanno sempre più cruente, nel mese di luglio dieci bombardamenti devastano la città, quello più terribile avvenne il giorno 14, con 10.000 bombe incendiarie che colpiscono e distruggono numerosi edifici. Gli attacchi sempre più volti a infondere terrore nella popolazione e indurre la resa incondizionata della città.
Il mondo in guerra Image
Le manifestazioni pubbliche di cordoglio per le vittime dei bombardamenti sono usate ai fini politici dalla Repubblica Sociale Italiana per indurre i cittadini a contrapporsi ai “Liberator” e impedire con ogni mezzo la loro avanzata nel paese.
A Mantova le celebrazioni più imponenti si svolgono nel luglio 1944, dopo gli intensi bombardamenti sulla città che hanno causato quasi 200 vittime. Lo stesso vescovo invia una lettera ai sacerdoti per esprimere  il suo disappunto per il massacro. In una città profondamente scossa il regime vuole scatenare l’odio dei cittadini per gli “angloamericani”, sfruttando la sensibilità attraverso funerali pubblici, manifesti con bambini mutilati, e articoli sui giornali che fanno leva sul dramma collettivo. L’elevato numero di fotografie che documentano questi eventi è tutta campagna propagandistica per mostrare lo strazio umano, le macerie e le devastazioni causate dai bombardamenti.
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Il mondo in guerra Empty Alcune battaglie influenzano le sorti della guerra.

Messaggio  Annali Lun Mar 14, 2016 10:26 pm

È questo il caso della battaglia di El Alamein, combattuta nell’ottobre del 1942 e destinata ad avere forti ripercussioni sull’andamento del secondo conflitto mondiale. Fino a quell’anno le truppe naziste avevano fatto quello che avevano voluto dopo l’invasione lampo della Polonia.
Il loro progetto prevedeva un’enorme manovra a tenaglia che avrebbe dovuto chiudersi sui giacimenti petroliferi mediorientali, sconfiggendo la Russia a nord e a sud gli inglesi con i loro possedimenti coloniali in Africa.
Se le truppe di Rommel avessero vinto a El Alamein, tutto l’Egitto sarebbe caduto in mano nazista e l’Inghilterra avrebbe subito un colpo mortale. Invece, dopo questa battaglia, nel giro di pochi mesi la Germania è costretta a ritirarsi dall’Africa.
Eppure Rommel “ La volpe del deserto” aveva cominciato bene la sua campagna. Alla fine di giugno i britannici erano in rotta: Tobruk è caduta e gli inglesi si ritirano lasciando sul campo materiali e prigionieri. Al Cairo le ambasciate sono prese d’assalto da numerose persone che chiedono il visto per la Palestina, si bruciano i documenti e re Faruk e l’ambasciata americana si affrettano a fare le valigie.
I tedeschi sembrano avere la vittoria a portata di mano, mentre in realtà la tattica di Rommel di non dare tregua al nemico li aveva lanciati in una sfibrante corsa da ovest a est e ora sono stanchi. L’avanzata germanica si ferma a tirare il fiato. Italiani e tedeschi marciano in uno stato quasi ipnotico e i rinforzi non si vedono arrivare.
A Rommel sono rimasti pochi carri ma tenta ugualmente un’offensiva per sfondare le linee difensive nemiche.
Nel frattempo a Londra accade qualcosa di decisivo, quando Churchill si convince di cambiare la strategia di guerra. Se prima era improntata al risparmio di uomini e mezzi, mandando avanti le divisioni anglo-indiane, ora decide di fare sul serio e mettere in conto anche la perdita di un certo numero di soldati britannici. Il prezzo per salvare Suez e non lasciare l’Africa.
A guidare le operazioni è scelto un generale, Bernard Montgomery, che assume il comando dell’8° armata, avvalendosi di una schiacciante superiorità di mezzi rispetto a quelli italiano-tedeschi. Il 23 ottobre scatta l’offensiva con l’appoggio di 800 aerei della Raf in rinforzo.
Presso El Alamein i britannici cercano di sfondare le difese tedesche aprendosi un varco tra i campi minati. Rommel si ammala.
Gli uomini di Montgomery subiscono pesanti perdite ma anche le già ridotte forze nemiche sono decimate. Solo il 2 novembre la linea difensiva della “ volpe del deserto” cede.
Di lì a poco, l’Africa sarà perduta per la Germania e i suoi alleati.

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Il mondo in guerra Empty Donne soldato

Messaggio  Annali Lun Mar 14, 2016 2:08 pm

Sensi e controsensi...
Donna: Madre, Figlia, Sorella e poi... soldato?


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Il mondo in guerra Empty La battaglia di Azincourt

Messaggio  Annali Mar Feb 02, 2016 10:46 pm

Nell’ottobre 1415, ad Azincourt, nella Francia settentrionale, francesi e inglesi si fronteggiarono in uno degli innumerevoli scontri della Guerra dei cent’anni.
Quella battaglia è ricordata come uno dei momenti più neri della storia di Francia e, da parte inglese, come uno dei più gloriosi del regno di Enrico V d’Inghilterra.
Furono la pioggia e il fango a fare la differenza.
La notte prima dello scontro piovve talmente tanto da trasformare il campo di battaglia in un acquitrino, rallentando le manovre dei francesi e la loro cavalleria, costretta ad arrancare nel fango. Divennero facili bersagli per gli arcieri inglesi, appiedati e non appesantiti da armature.
Uno schieramento di 8 mila inglesi e gallesi, prevalse su un’armata di 36.000 francesi. 
 
 
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Il mondo in guerra Empty Lo stress da battaglia

Messaggio  Annali Gio Gen 28, 2016 12:49 am

I cavalieri medioevali, al cinema e nei racconti romantici, sono descritti come eroi coraggiosi e leali, che si battono sino alla fine senza paura. 
In realtà, secondo una ricerca eseguita nell’Università di Copenaghen emerge che nel medioevo, malnutriti, privati spesso del sonno, o costretti a dormire sulla nuda terra, avrebbero sofferto di grave stress psicologico. 
Durante le campagne militari, veder perire molti dei loro compagni, e quotidianamente esposti essi stessi al rischio di morte, non poteva non incidere sul morale. 
Lo studio si basa sulla rilettura di alcuni scritti (in parte mai studiati) come quelli di Goffredo di Charny, cavaliere e diplomatico francese vissuto nel Trecento. 
È lo sconforto che emerge dai racconti cavallereschi, che lottavano con paura, impotenza e delusione. 
Non dissimili da alcuni racconti di soldati della nostra epoca, sopravvissuti alle ultime guerre combattute sparse per il mondo, non propriamente armati di lancia, spada e cavallo bardato finemente, ma equipaggiati di armi meno “nobili”, al potere letale delle quali essi stessi spesso soccombono.
 
I guerrieri odierni soffrono ancora più dei cavalieri medievali di stress psicologico, la loro sofferenza ancor più terribile si chiama shock  post-traumatico. 
Basterebbe  solo pensare alle armi in dotazione agli eserciti, non solo delle maggiori potenze mondiali, per soffrire di qualunque tipo di terrore, stress o shock. 
Analizziamo alcune delle cosiddette armi di nuova generazione, armi a energia diretta, quindi a raggi laser, al plasma, al microonde. Una classe di armamenti che comprende numerosi dispositivi capaci di indirizzare sui bersagli svariate forme di energia non cinetica. 
La tecnologia laser è una delle maggiori che rientra nei programmi di ricerca, impiegata in vari dispositivi tattici. 
Al momento, tra le varie armi in sperimentazione nei laboratori dell’esercito americano, spunta un raggio laser utilizzato in funzione anti missile per la difesa dello spazio. 
Impiega, da quanto si apprende, sostanze come fluorite di deuterio, (che senza conoscere altro già metterebbe paura) capace di abbattere qualsiasi oggetto in volo, utilizzata su mezzi terrestri, aeri, navali e sui satelliti che orbitano intorno alla Terra. 
Montato su un Boeing 747 modificato, per esempio, vi è un laser chimico ad alta energia (COIL- Chemical Oxygen Iodine Laser) già in dotazione all’aeronautica americana dal 2003 ed è in grado di abbattere qualsiasi tipologia di missile balistico. Sistemi simili sono montati anche su mezzi blindati, di solito sugli Humvee, veicoli molto più grandi di una Jeep. 
Ancora avvolte dal mistero, sono le armi al plasma, legate pare alla scoperta di Nikola Tesla e al suo “Raggio della morte”, in fase di sperimentazione, dimostrando in molti test di essere in grado di perforare armature in kevlar e lastre d’acciaio. 
Un cenno alle armi a microonde non può mancare, queste non di storia recente ma risalenti a subito dopo la seconda guerra mondiale,impiegata per il controllo mentale e altri impieghi più o meno scientifici.. 
Viene classificata come arma non letale perchè il suo raggio penetra nella pelle solo per qualche millimetro, dando sensazioni di estremo bruciore. Nondimeno, l’esposizione prolungata potrebbe far insorgere gravi patologie, danni fisici e psicologici. Il suo utilizzo viene elencato, in diversi documenti ufficiali, come applicazione riguardo il controllo delle masse e dell’ordine pubblico. 
Inutile menzionare quali fantasmi raccapriccianti evochi la nomenclatura di tali armi, e non sono tutte, altre ve ne sarebbero, molto più subdole, ma credo di avere detto abbastanza. 
Se la scienza induce a evocare avvenimenti terrificanti, non può essere che solo una maschera ipocrita, un alibi per nuove forme di follia. 
Umanità ridotta a un’acquiescente complicità nella propria potenziale estinzione.
         
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Il mondo in guerra Empty Cavalleggeri Ussari Ulani e Dragoni

Messaggio  Annali Dom Gen 03, 2016 7:20 pm

La cavalleria austriaca fu considerata per decenni la migliore d'Europa e all'inizio delle Guerre Napoleoniche, i vertici dell'Esercito 'Austro- Ungarico credevano ancora in questa superiorità. 
L'Arma di cavalleria era divisa in reggimenti pesanti e leggeri: nei primi rientravano i reggimenti di Corazzieri e di Dragoni, nei secondi invece quelli di Cavalleggeri, di Ulani, e infine quelli di specialità Ungherese per eccellenza: gli Ussari, tipologia di cavalleria leggera estremamente efficiente copiata tra la fine del '700 e l'inizio del'800 da tutti gli altri eserciti europei. 
I Cavalleggeri e i Dragoni erano in sostanza la stessa specialità, la cui maggiore differenza stava nel colore dell'uniforme, verde per i primi e bianca per i secondi, tanto che alla fine del '700 si pensò di unificarli sotto la denominazione di Dragoni Leggeri. Tuttavia, 
senza una precisa ragione tra il 1801 e il 1802, si ritornò alla doppia denominazione. 
In vista dell’imminente guerra con la Francia, l'Imperatore aveva ordinato il reclutamento in tutte le regioni dell'Impero di una milizia territoriale ma il parlamento ungherese si rifiutò di eseguire quest’ordine, concedendo però l'autorità all'Imperatore, poiché Re d'Ungheria, di chiamare alle armi l'antica leva medioevale: l'Insurrectio, 
formata soprattutto da fanti, un corpo che aveva anche dei reggimenti di cavalleria leggera sullo stile degli Ussari. 
I Dragoni erano organizzati non in squadroni come la cavalleria, ma in compagnie come la fanteria, da cui provenivano i loro ufficiali. Un dragone era dunque un soldato addestrato al combattimento a piedi ma che sapeva combattere anche a cavallo. La flessibilità derivante dall'essere in pratica una "fanteria a cavallo" li rese un'arma efficace perché un reggimento di dragoni era anche meno costoso da costituire e mantenere rispetto a un reggimento di cavalleria. 
Rapportati alla cavalleria, i dragoni si trovavano in condizioni di svantaggio, per questo cercarono di migliorare la propria capacità equestre, i propri armamenti, per giungere ai livelli della cavalleria maggiore. 
Dalla fine del XVIII secolo alcuni reggimenti iniziarono a ricevere la denominazione di dragoni leggeri, poiché montavano cavalli più leggeri e rapidi, e portavano sciabole più maneggevoli. Erano addestrati all’esplorazione, alla schermaglia e ad altri compiti in cui era essenziale la velocità. Nei primi anni del XIX secolo la Gran Bretagna convertì i propri dragoni leggeri in lancieri e ussari.

 
  
                                  
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Il mondo in guerra Empty Storie Americane

Messaggio  Annali Mar Dic 29, 2015 11:32 pm

Primo imperialismo americano: Cuba e dintorni
Fin verso la fine del milleottocento, gli Stati Uniti rimasero fedeli alla dottrina di Monroe, proclamata nel 1823: considerare le due Americhe come dominio riservato alla loro influenza senza occuparsi degli affari di altri continenti.
A dispetto di tale principio, nel paese si formò una corrente imperialista con un’attiva propaganda tesa a far uscire gli Stati Uniti dal loro isolamento, giustificando la propria politica con ragioni non solo di prestigio nazionale ma anche umanitario. Manifestavano la convinzione che la civiltà americana fosse la migliore possibile, la sola che potesse dare felicità a tutti i popoli.
La questione di Cuba offrì al partito imperialista l’occasione che cercava.
L’isola di Cuba apparteneva alla Spagna, ma era in continua rivolta contro la brutalità repressiva degli spagnoli. Gli imperialisti che volevano annettere l’isola, gli uomini d’affari che vi possedevano piantagioni e zuccherifici, e infine i molti cittadini sdegnati per l’oppressione, fecero appello al presidente statunitense Mac-Kinley perché rompesse le relazioni con la Spagna. Vi fu un incidente che portò alla guerra, ma durò soltanto  pochi mesi, durante la quale due flotte spagnole furono distrutte. Con il trattato di pace gli Stati Uniti ottennero Puerto Rico e le isole Filippine nell’oceano Pacifico. Cuba doveva inoltre diventare una repubblica indipendente.
La Spagna perdeva del tutto il suo impero coloniale, gli Stati Uniti gettavano le basi del loro.
Dopo la vittoria, gli Stati Uniti tentarono di fare del golfo del Messico e del mar delle Antille, un lago americano: intervennero a Cuba con ogni pretesto, tanto che nel 1914 l’isola era di fatto un loro protettorato. Lo stesso accadde per le repubbliche del Nicaragua e di Santo Domingo, paesi produttori di zucchero.
Provocarono un’insurrezione nella provincia di Panama, appartenente alla Colombia: si formò così la repubblica di Panama (1903) che accordò subito agli Stati Uniti ogni sorta di facilitazioni per la costruzione del canale progettato tra l’Atlantico e il Pacifico, costruzione che fu completata nel 1914.
Nel frattempo, gli Stati Uniti posero saldamente piede nel pacifico. La vittoria sulla Spagna aveva dato loro le Filippine; qualche mese prima avevano occupato le isole Hawaii; l’anno dopo occuparono una parte dell’isola di Samoa, nel Pacifico meridionale.
Ormai nessun problema riguardante l’Estremo Oriente poteva lasciare indifferenti gli Stati uniti.
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Il mondo in guerra Empty S.L.C. (Mio disegno in b e n)

Messaggio  misterred Sab Dic 19, 2015 1:59 pm

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Il mondo in guerra Empty S.L.C. (siluro lenta corsa, detto "maiale")

Messaggio  misterred Sab Dic 19, 2015 1:58 pm

Durante la seconda guerra mondiale, gli italiani utilizzarono il cosiddetto "maiale", ovvero un siluro opportunmente modificato per
trasportare due incursori di marina, e piazzare una carica di esplosivo sotto le navu nemiche entro i loro porti.
Il "maiale" navigava a pelo d'acqua a quota occhiali e individuata la nave, gli operarori sganciavano la testata esplosiva
e la agganciavano alla carena della nave avversaria. Un timer regolato per lo scoppio ritardato.
Spesso però gli incursori venivano catturati e "stivati" dentro la nave per costringerli a parlare. Ma, inutilmente, gli
italiani non riferino mai dove erano state allocate le cariche esplosive.
L'impresa più clamorosa fu quella di Alessadria, quando 2 corazzate e una cisterna vennero affondate.
6 uomini con pochissimi mezzi avevano messo in ginocchio la Royal Navy britannica (W.Churchill).
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Il mondo in guerra Empty Prima guerra mondiale, dicembre 1916

Messaggio  misterred Lun Dic 07, 2015 10:57 pm

Storia : Prima guerra mondiale, cavalli e cavalieri.
Il 6 dicembre 1916 il Gen. Prussiano Mackensen entra a Bucarest insieme alla sua cavalleria e sul suo cavallo bianco.
Il kaiser celebrò la vittoria brindando a Champagne. Padroni di cinque capitali, gli Imperi centrali sognavano di vincere presto la guerra (Bruxelles,varsavia, Belgrado, Cettigne e Bucarest) mentre i paesi dell'Intesa nessuna.
Il Preasidente USA Wilson chiedeva la pace, ma ormai alla vigialia di natale 1916 non c'era alcun dubbio che la guerra mondiale si sarebbe trascinata a lungo.
Tutte le potenze in conflitto erano sicure di vincere la guerra. Il kaiser affermava di ottenere una volta la guerra il litorale fiammingo.
Nel 1914 c'era stata una sorta di tregua natalizia, nel 1916 ormai si sparava sempre, ogni giorno.
Era il terzo natale di guerra* (il 1916) e il Natale fu celebrato con le granate.
* Per l'Italia era il secondo anno di guerra.
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Il mondo in guerra Empty Il robot della NASA

Messaggio  Annali Lun Nov 23, 2015 2:02 am

La Nasa lo ha tenuto segreto per più di una anno, da quando cioè, durante il Darpa Robotics Challenge dell’anno scorso, disse che stava lavorando al progetto di un robot umanoide, insieme a prestigiose università Usa, ma senza svelarne le caratteristiche. Ora eccolo: è R5 , (Valkyrie) alto un metro e 90, 125 kg, autonomia assicurata dallo zaino battery-pack.

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Il mondo in guerra Empty Armi e soldati robot

Messaggio  Annali Lun Nov 23, 2015 12:33 am

Le macchine dotate d’intelligenza artificiale costruite dall’uomo potrebbero ribellarsi contro il suo stesso creatore?
Apocalittici scenari ci rimandano ai film tipo Matrix o Terminator, però intanto l’esercito americano si pone la questione dei robot-soldati intelligenti.
Il Dipartimento della Difesa precisa che le armi computerizzate saranno progettate in modo tale d’avere sempre bisogno dell’autorizzazione dell'uomo per colpire altri esseri umani. La promessa arriva dopo un rapporto della “Human Rights Watch” nel quale si chiede un divieto internazionale per l’uso dei “robot killer”, che secondo l’organizzazione umanitaria potrebbero essere messi in azione entro i prossimi venti anni.
Veramente sistemi d’arma del tipo in grado di decidere da soli il loro bersaglio già esistono. Sono in dotazione alle navi della marina militare statunitense, capaci di individuare il fuoco nemico e di distruggere autonomamente i proiettili in arrivo. Aerei drone in grado di decollare e atterrare sulle portaerei, fare combattimenti in volo e rifornimento senza pilota, sono già realtà.
In un futuro non troppo lontano, un sistema d’arma automatizzato che possa riconoscere come “nemico” il proprio creatore e cominciare una guerra senza quartiere nei confronti degli esseri umani, è un pensiero oltremodo preoccupante..

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Il mondo in guerra Empty mostra di modellini in occasione del centenario dell'entrata in guerra dell'Italia (1a G.M.)

Messaggio  misterred Gio Nov 05, 2015 10:48 am

Un aereo giapponese della seconda guerra mondiale : un Nakajima KI-43 Hayabusa (falco pellegrino)Il mondo in guerra 01310
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Il mondo in guerra Empty centenario dell'entrata in guerra del'Italia (1a G.M.)

Messaggio  misterred Gio Nov 05, 2015 10:43 am

Cari amici, scusate per l'assenza. Sono stato impegnato in un importante evento storico-culturale (riflessioni sulla prima guerra mondiale e i suoi effetti.
A seguire una mostra di modellini di aerei della prima e seconda guerra mondiale.
Eccone unoIl mondo in guerra 00610
Il celeberrimo "FOKKER DR.1 DEL BARONE ROSSO (red baron, Manfred Von Richtofen)
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Il mondo in guerra Empty La ribellione non violenta del Mahatma Gandhi

Messaggio  Annali Gio Ago 13, 2015 7:15 pm

L’8 agosto 1942, dopo la chiusura a ogni richiesta avanzata dal movimento politico independista indiano, il Mahatma Gandhi organizza in tutto il paese manifestazioni di protesta. Chiede agli inglesi di abbandonare l’India e lasciarne il governo alla sua gente.
Fu un deciso invito alla più grande ribellione non violenta della storia, alla quale il governo britannico reagisce con arresti di massa, violenze e repressioni senza precedenti.
Gandhi finisce agli arresti ma dalla prigione continua a professare la sua filosofia basata sulla ricerca della verità cui l’uomo deve tendere, con amore per il prossimo e rifiutando ogni forma di violenza.
Il governo britannico verso la fine del 1943, annuncia che a guerra conclusa lascerà il paese agli indiani e Gandhi risponde proclamando la fine della lotta.
Era raggiunto il grande obiettivo per il quale aveva lottato nel corso di tutta la sua esistenza.   


  Il mondo in guerra Gandhi-12
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