A tutto Jazz
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Re: A tutto Jazz
Charlie Parker... Lover Man... 29 luglio 1946 ...
Fu una delle più celebri sedute di registrazione nella storia del Jazz...
« Ci fu una lunga introduzione pianistica, che sembrò interminabile, da parte di Jimmy Bunn, che scandiva il tempo in attesa del sassofono. Charlie aveva mancato l'entrata. Con alcune battute di ritardo, finalmente entrò. La sonorità di Charlie si era rinfrancata. Era stridente, piena di angoscia. In essa c'era qualcosa che spezzava il cuore. Le frasi erano strozzate dall'amarezza e dalla frustrazione dei mesi passati in California. Le note che si susseguivano avevano una loro triste, solenne grandiosità..."
Re: A tutto Jazz
Allora sia jazz..
spitfire- Messaggi : 2435
Data d'iscrizione : 24.09.17
Località : sul ramo di una betulla
Chet Baker: un Angelo caduto...
Un artista cupo, solitario, pensoso, rancoroso, dolente ma abbagliante.
Chet Baker, genio e sregolatezza, entrato anche lui nel mito per quella sua morte misteriosa.
Uno degli angeli caduti, che vola giù verso il marciapiede di cemento da una finestra di una stanza al secondo piano del Prins Hendrik Hotel, ad Amsterdam.
La morte di Chet Baker, angelo senza le ali, resta un mistero.
Per capire che fosse un angelo bastava guardarlo e ascoltarlo suonare soprattutto. Il ciuffo di capelli neri e lisci che gli cade sulla fronte, gli zigomi alti nel volto pallido.Quando suona la tromba Chet Baker, resta elegante in un’espressione di intensa sofferenza. E’ come se dicesse addio a ogni nota che suona.
Impara a suonare la tromba e nei localini jazz di San Francisco, dove si suona il BeBop, siamo all’inizio degli anni ’50, facendosi notare per il suo talento. Si accorgono di lui Charlie Parker e Gerry Mulligan, e allora Chesney Henry Baker Jr diventa Chet Baker. il maestro del jazz così detto cool, jazz freddo, sfumato, intenso e sofferente, della scuola della west coast.
Il jazz viene dal blues, la musica del diavolo, l’angelo caduto per eccellenza. Uno dei più grandi bluesman era Robert Johnson, che dicevano avesse imparato a suonare proprio dal diavolo in persona in un cimitero, dopo avergli venduto l’anima. Se il jazz viene da lì ecco perché i grandi jazzisti spesso hanno quell’aria un po’ maledetta, che accompagna i musicisti geniali e trasgressivi, che suonino jazz, rock’n roll, metal o punk.
Re: A tutto Jazz
Una chicca del '79- Count Basie Special Kansas City...
Caldo o freddo... questo è puro jazz...
Caldo o freddo... questo è puro jazz...
Re: A tutto Jazz
Frank Morgan e il grande Jazz -
Frank Morgan, un sassofonista contralto dalla notevole genialità musicale, iniziò la sua carriera quando aveva 22 anni.
Incise il suo primo disco nel 1955, anno della morte di Charlie Parker del quale era considerato l’erede naturale.
Raccontava spesso che la sua vita era cambiata nel momento in cui sentì Charlie Parker prendere un assolo.
Aveva completato gli studi presso la Jefferson High School, una scuola per soli neri. Sollecitato dal padre iniziò a suonare nei club dela Central Avenue, con Parker sempre presente per valutare i progressi del suo protetto.
Per la sua dipendenza alla droga trascorre molti anni in carcere dove già si trovava l’altro celebre jazzista Art Pepper, divenendo il solista principe della band di San Quentino, insieme ad altri grandi nomi del jazz.
La gente veniva da tutta la Bay Area per ascoltarli. Frank era molto orgoglioso di essere in quella banda, e senza dubbio raffinò le sue doti di musicista in compagnia di quei grandi musicisti detenuti per cause connesse agli stupefacenti.
Verso la metà degli anni ottanta, chiusi per sempre i conti con la giustizia, Morgan ritorna alla ribalta con la sua immutata bravura musicale. Ne 1985, dopo circa trent'anni dal precedente, registrò un nuovo album suonando meravigliosamente bene per altri vent’anni.
Fu colpito da un ictus nel 1998, ma continuò a registrare ed a suonare dal vivo.
Fino alla sua morte, nel 2007, Morgan registrò e pubblicò 16 album.
Frank Morgan, un sassofonista contralto dalla notevole genialità musicale, iniziò la sua carriera quando aveva 22 anni.
Incise il suo primo disco nel 1955, anno della morte di Charlie Parker del quale era considerato l’erede naturale.
Raccontava spesso che la sua vita era cambiata nel momento in cui sentì Charlie Parker prendere un assolo.
Aveva completato gli studi presso la Jefferson High School, una scuola per soli neri. Sollecitato dal padre iniziò a suonare nei club dela Central Avenue, con Parker sempre presente per valutare i progressi del suo protetto.
Per la sua dipendenza alla droga trascorre molti anni in carcere dove già si trovava l’altro celebre jazzista Art Pepper, divenendo il solista principe della band di San Quentino, insieme ad altri grandi nomi del jazz.
La gente veniva da tutta la Bay Area per ascoltarli. Frank era molto orgoglioso di essere in quella banda, e senza dubbio raffinò le sue doti di musicista in compagnia di quei grandi musicisti detenuti per cause connesse agli stupefacenti.
Verso la metà degli anni ottanta, chiusi per sempre i conti con la giustizia, Morgan ritorna alla ribalta con la sua immutata bravura musicale. Ne 1985, dopo circa trent'anni dal precedente, registrò un nuovo album suonando meravigliosamente bene per altri vent’anni.
Fu colpito da un ictus nel 1998, ma continuò a registrare ed a suonare dal vivo.
Fino alla sua morte, nel 2007, Morgan registrò e pubblicò 16 album.
Re: A tutto Jazz
Art Pepper.
Sax e clarinetto, riconosciuto come uno dei più importanti sassofonisti jazz, finendo secondo solo a Charlie Parker come miglior sassofonista.
Non sono mai stata una patita del jazz, lo ammetto, però talvolta mi sorprendo ad ascoltare a bocca aperta un brano suonato da un mostro sacro di questo genere musicale. Ho ritrovato durante una delle mie incursioni nel profondo blu del web, Art Pepper, sax e clarinetto, del quale un articolo ne ricordava il trentennio della morte.
Lo avevo ascoltato tanto tempo fa nella versione d’un brano di Cole Porter. Sembrava, con il suo strumento, volesse aggredire la musica come per tirarle fuori l’anima. Era il suo stile, l’unico modo in cui sapeva suonare e quella sua grinta fu la cosa che più mi piacque.
Fra il 1960 e il 1977, Pepper, per abuso di sostanze illegali passò diversi periodi in carcere. Scontata la sua pena, nel quinquennio che precedette la morte, riuscì di nuovo a suonare e a girare il mondo con piccoli gruppi propri e il fraseggio, la classe, l'originalità erano impeccabili come negli anni migliori e meritarono applausi clamorosi e partecipi.
Aiutato dalla moglie, scrisse un'autobiografia intitolata con nera ironia “Straight Life” (vita facile) e pubblicò alcuni brani rari oltre a quelli "ufficiali" registrati in studio o dal vivo. Sorprendentemente, i suoi abusi e travagli non hanno influenzato la qualità delle sue registrazioni, mantenendo a un alto livello di musicalità tutta la sua carriera fino alla morte, dovuta a un' emorragia cerebrale nel 1982.
Ultima modifica di Annali il Mar Apr 07, 2020 1:52 am - modificato 1 volta.
A tutto Jazz
John William Coltrane
Considerato il più grande sax tenore alto della storia del jazz, anche maestro del sax soprano, che ha saputo riportare in auge dopo decenni di appannamento. Secondo molti pareri critici è da considerare insieme a Charlie Parker tra i più grandi innovatori del genere musicale inventato dagli afroamericani tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.
Da sempre imitato per lo stile, il tono, le folli dissonanze, ha dato vita ad alcuni dei migliori dischi della storia del Jazz, da “My Favourite Things” a “A love supreme”. Alcuni brani da lui composti, come la splendida ballad “Naima”, fanno ormai parte del repertorio classico della musica jazz.
Il Jazz di Miles Davis
MILES DEWEY DAVIS ( maggio 1926- settembre 1991)
Trombettista d’eccezione, musica morbida, perfetta.
La sua musica si offre all’ascolto come un oggetto liscio senza cuciture o sbavature. Era un uomo che guardava alla realtà con occhio lucido, disincantato.
Organizzava la sua musica senza spiegare nulla a nessuno, geloso delle strutture, delle sue soluzioni armoniche, limitandosi a inviare segnali gestuali ai componenti del complesso.
Nel 1965 formò un nuovo quintetto con il quale, definito “stellare”, impresse il suo nome nella storia del jazz. Grande innovatore fu ideatore di numerosi stili jazz, fra cui il cool jazz, l'hard bop, il modal jazz e il jazz elettrico o jazz-rock.
Dotato di personalità laconica e difficile, si era guadagnato il soprannome di “principe delle tenebre”, per la qualità notturna di molta della sua musica. Nella realtà, chi lo conobbe da vicino lo descriveva quale persona gentile, spesso insicura, che utilizzava l’aggressività come mezzo di difesa.
Davis non esitò mai a reinventare la musica per la quale era conosciuto, nemmeno dopo il successo del rock, quando passò a una sonorità totalmente elettrica, sfidando talvolta l’ostilità della critica. Il suo grande carisma, oltre dall’enorme produzione artistica di valore indiscusso, scaturiva dalla sapiente costruzione della sua immagine, che lasciò anche traccia nel costume. Un musicista del XX secolo che fu, nel contempo, artista rivoluzionario e icona della cultura pop e del’industria dello spettacolo e dei concerti.
A tutto Jazz
CHARLIE PARKER (1920-1955)
Una delle sue frasi celebri: “La musica è la tua esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non fa parte della tua vita, non potrà uscire dal tuo strumento”.
Nel 1945 incide insieme a Dizzie Gillespie ed è allora che la sua fama esplode, segnando per sempre la storia del jazz con una rivoluzione nel mondo musicale afro-americano.
La sua composizione “Ko Ko” è da considerarsi il primo brano in stile “bebop”, per renderne omaggio al quale la biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, nel 2002, lo introdusse nella lista del National Recording Registry.
In suo onore fu aperto a New York, nel 1949, un locale jazz chiamato appunto “Birdland”, dove Parker si esibiva in molte occasioni. Il locale fu un punto di riferimento per gli amanti del jazz e non solo, frequentato da tante celebrità del mondo del cinema.
La decadenza di Parker avvenne per gli eccessi smodati di droghe e alcool che lo portò a essere rinchiuso in una clinica per malattie mentali, il “Camarillo State Mental Hospital", dove rimase ricoverato per sei mesi.
Una delle sue frasi celebri: “La musica è la tua esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non fa parte della tua vita, non potrà uscire dal tuo strumento”.
Il debutto di Charlie (bird) Parker è avvenuto a Kansas City nel 1937 con l’orchestra di Jay McShann, e di pochi anni dopo, nel 1941, la sua apparizione sulla scena di New York.
Il suo stile molto personale, chiamato poi “Bebop”, traeva le radici da swing e blues, apportandovi improvvisazioni ardite che influenzeranno molti musicisti dell’epoca, sassofonisti che imitarono il suo modo di suonare. La sua figura carismatica, uno dei più influenti e innovativi nella storia del jazz, spinse molti appassionati verso il sassofono contralto.Nel 1945 incide insieme a Dizzie Gillespie ed è allora che la sua fama esplode, segnando per sempre la storia del jazz con una rivoluzione nel mondo musicale afro-americano.
La sua composizione “Ko Ko” è da considerarsi il primo brano in stile “bebop”, per renderne omaggio al quale la biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, nel 2002, lo introdusse nella lista del National Recording Registry.
In suo onore fu aperto a New York, nel 1949, un locale jazz chiamato appunto “Birdland”, dove Parker si esibiva in molte occasioni. Il locale fu un punto di riferimento per gli amanti del jazz e non solo, frequentato da tante celebrità del mondo del cinema.
La decadenza di Parker avvenne per gli eccessi smodati di droghe e alcool che lo portò a essere rinchiuso in una clinica per malattie mentali, il “Camarillo State Mental Hospital", dove rimase ricoverato per sei mesi.
Dopo la sua dimissione, pulito e sobrio, incise alcune delle sue migliori registrazioni tra cui il brano celebre “ Relaxin’ at Camarillo”.
La morte lo colse quando aveva solo trentaquattro anni. È ricordato come uomo brillante, colto, dotato di grande talento, capace di fantastiche improvvisazioni, e come tale rimarrà nel cuore di chi nel suo personaggio aveva colto l’ispiratore di una beat generation in forma jazz.A tutto Jazz
Miles Davis - Smoke gets in your eyes
Ultima modifica di Annali il Ven Ott 14, 2016 11:27 pm - modificato 1 volta.
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