Pianeta Terra
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Velocità della Terra
La Terra gira su se stessa a una velocità di circa 1700 km/h, ruota attorno al proprio asse in quasi 24 ore. Considerando che il raggio equatoriale è 6378 km, un punto sull'equatore compie un intero giro, pari a 40.053 km, in 24 ore e questo corrisponde a 1670 km/h. Ma avvicinandoci ai poli il raggio compiuto si riduce progressivamente, finché la velocità dei poli, dovuta alla rotazione terrestre, è nulla. L'Italia, più o meno a metà strada, viaggia a circa 1180 km/h, pari a 0.33 km/s. Si tratta comunque del valore meno cospicuo, perché la Terra, tutta quanta, ruota attorno al Sole. In un anno compie una circonferenza, più propriamente si tratta di ellisse, di raggio pari a 150 milioni di km. A conti fatti, si tratta di una velocità più di 60 volte superiore all'altra, mediamente pari 29.8 km/s. E questo non è il movimento più consistente. La Terra trascinata dal Sole, partecipa del moto dell'intero Sistema Solare intorno alla Galassia, alla velocità stimata di circa 220 km/s.
Pertanto un uomo sulla Terra, quando fermo, è sottoposto ai tre moti sopra menzionati, che sommandosi possono fargli sfiorare anche i 250 km/s. Per essere ancora più in generale dovremmo aggiungere il moto della Galassia nell'Ammasso Locale e infine il moto di recessione reciproco dell'Ammasso Locale rispetto agli altri.
Com'è possibile che non avvertiamo nessuno di questi moti? La ragione è da ricercarsi in una legge della fisica, detta principio d'inerzia: "un corpo non sottoposto a forze permane nel proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme finché non interviene una forza esterna ad interromperlo". La Terra, l'atmosfera e tutte le cose poste in superficie sono animate dallo stesso moto rettilineo uniforme. Prendendo a termine di paragone un qualunque oggetto fisso terrestre, essendo animato dello stesso moto della Terra, si muove come noi (se stiamo fermi), alla medesima velocità, nella medesima direzione. In quanto corpi fisici tutte le cose sono quindi sensibili alle accelerazioni, ma del tutto indifferenti alle velocità.

Re: Pianeta Terra
La Terra vista dallo spazio con immagini a veri colori dal satellite NASA Earth Orbit.
La Terra vista da Carl Sagan
Carl Sagan (1934 – 1996), divulgatore scientifico e autore di fantascienza, è stato uno dei più famosi astronomi, astrofisici e astrochimici del XX secolo.
" La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto. Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odii. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.
La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora.
Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto." (daPale Blue Dot)
Come scomparvero i dinosauri?
Nell’era mesozoica, estesa per circa 180 milioni di anni, i veri protagonisti furono i rettili, che conquistarono la terraferma, le acque e l’aria e dominarono la Terra per più di cento milioni di anni.
Erano ricoperti di squame come i serpenti, costruivano nidi come i coccodrilli, deponevano le uova e si occupavano dei loro piccoli come gli uccelli e molti erano, probabilmente, a sangue caldo come i mammiferi.
I primi fossili di questi enormi rettili furono ritrovati negli strati rocciosi dell’Inghilterra meridionale. Venne loro dato il nome di “dinosauri”, cioè “lucertole terribili”, tuttavia, non tutti furono di dimensioni gigantesche.
Per esempio, il Procompsognatus, vissuto circa 225 milioni di anni fa era simile ad un uccello, si muoveva sulle zampe posteriori e la sua altezza era di soli 50 centimetri.
I dinosauri furono comunque i più grandi animali terrestri che il nostro pianeta abbia mai ospitato.
L’apatosauro, conosciuto con il nome di brontosauro, era un erbivoro che raggiungeva la lunghezza di 25 metri e il peso di una trentina di tonnellate. Si cibava di un’enorme quantità di vegetali.
Anche i carnivori, come il tirannosauro, acquisirono enormi dimensioni per poter esercitare la loro attività a spese di prede così gigantesche.
Alla fine dell’era mesozoica, 65 milioni di anni fa, i dinosauri, insieme a molte altre specie viventi, si estinsero completamente, travolti da una delle più grandi catastrofi ecologiche mai avvenute sul nostro pianeta.
Secondo gli scienziati l’avvenimento fu provocato dall’impatto con la terra di un asteroide, la cui caduta diede origine a un grande cratere, individuato nello Yucatan ( Messico) che misura 180 km di larghezza e 300 di lunghezza.
La sua caduta provocò un’enorme massa di polveri che, portate dal vento alle alte quote provocò un improvviso raffreddamento del clima.
L’estinzione di questi grandi rettili, avvenuta circa 65 milioni di anni fa, segnò la fine del Mesozoico.
Re: Pianeta Terra
La Terra all'afelio
Il giorno 5, alle ore 13:50, la Terra si troverà all’afelio, ovvero nel punto più lontano dal Sole durante l’arco dell’anno, pari a circa 152 milioni di Km. Infatti, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Terra si trova più lontana dal Sole proprio durante i mesi caldi. Non è infatti la vicinanza al Sole che genera il clima estivo caldo e temperato, bensì l’angolo di incidenza dei raggi solari.

Re: Pianeta Terra
Che assurdità! Un "ente progettista" che ha formato la Terra? Escludendo la "mano divina" quale m-ente potrebbe aver "progettato" il nostro mondo? Chi ci rimane? Gli alieni? Ma tu, mi risulta non ci credi...

Re: Pianeta Terra
Più che "fortuna" o improbabile combinazione , è molto più plausibile pensare a qualche ente progettista ( non necessariamente a caratteristiche divine,,, anzi escluso ) che abbia pensato e terraformato questo angolo di alterna esistenza ,,, Lo so che così sposto il problema sul chi ha generato chi o cosa , ma per adesso la strada che rimane è solo quella di scoprir leggi e regole di natura per far si che un giorno vicino o lontano anche noi "terrestri" potremmo progettar i nostri mondi nuovi -
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Re: Pianeta Terra
TERRA: IL PIANETA CHE “VIVE”
La Terra occupa una posizione veramente unica e fortunata. Infatti orbita all’interno del sistema solare, 149 milioni di km dal Sole, cioè in una zona ristretta dove la vita è possibile perché la temperatura non è né troppo bassa né troppo alta.
L’orbita della Terra è quasi circolare, questo fa sì che ci si trovi più o meno alla stessa distanza dal Sole durante tutto l’anno.
Il Sole è peraltro una perfetta centrale elettrica, stabile a delle giuste dimensioni.
Grande importanza ricopre il in nostro satellite: la Luna.
La Luna è la causa principale delle maree, molto importanti per l’ecologia del nostro pianeta.
Avendo un diametro di poco più di un quarto di quello della Terra contribuisce a stabilizzare l’asse di rotazione terrestre.
Il fatto che l’asse e la velocità di rotazione della Terra sia inclinato di circa 23,4 gradi, determina il ciclo delle stagioni, rendendo possibile una varietà di zone climatiche.
Se la velocità di rotazione fosse molto inferiore i giorni sarebbero più lunghi, la parte rivolta al Sole si surriscalderebbe mentre l’altra parte congelerebbe. Se invece ruotasse più velocemente i giorni sarebbero molto brevi e in questo caso la rapida rotazione provocherebbe venti violentissimi insieme ad altri devastanti effetti.
Al centro della Terra c’è un nucleo di ferro e nichel allo stadio fluido, che genera un campo magnetico molto potente. Crea uno scudo nello spazio che ci protegge sia dalle radiazioni cosmiche, impedendo che ci colpiscano, sia dalle conseguenze di alcuni fenomeni legati all’attività solare. Fra questi, il flusso costante di particelle ad alta energia, i brillantamenti che in pochi minuti sprigionano l’energia di miliardi di bombe all’idrogeno, e infine le esplosioni che avvengano nella corona, la regione più esterna del Sole, che proiettano nello spazio miliardi di tonnellate di materia.
La stratosfera è lo strato esterno dell’atmosfera che contiene ozono, una forma di ossigeno che assorbe fino al 99 per cento delle radiazioni ultraviolette.
L’atmosfera ci protegge dalla pioggia quotidiana di meteoriti la cui stragrande maggioranza incenerisce dando luogo a scie luminose. Favorisce inoltre, la propagazione del calore in tutto il globo, rallentandone la dispersione durante la notte.
Senza tutte queste “fortunate” combinazioni, la vita sulla Terra non sarebbe stata veramente possibile.
Quanti altri mondi, nello sconfinato universo, possiederanno le stesse “fortunate” caratteristiche?
Re: Pianeta Terra
LA RICERCA DELLE ORIGINI
Su come si sia evoluta la vita sul nostro pianeta, esistono molte teorie forniteci da biologi evolutisti e da genetisti molecolari, senza tuttavia che queste rispondano in modo esauriente alla domanda che ancora ci si pone sul come gli organismi pluricellulari siano comparsi.
Nei primi 500 milioni di anni dell’esistenza della Terra è stata bombardata senza sosta oltre che da piogge torrenziali, anche da comete la cui coda era composta di microscopiche particelle ricche di sostanze organiche, milioni e milioni di sostanze chimiche che si sono disciolte nel mare, il cosiddetto brodo primordiale contenente azoto aminoacidi ossigeno formaldeide acidi citrico.
La domanda più intrigante nella sostanza è: Che cosa è arrivata prima, il metabolismo o la cellula? Possono esistere il metabolismo senza la cellula e la cellula senza metabolismo? Un dilemma del tipo: prima l’uovo o la gallina…. La riproduzione resta una prerogativa delle cellule uovo, le uniche ad avere un potenziale genetico completo.
Dove trovare il punto esatto oltre il quale la materia inorganica è divenuta organica e si è animata?
Per molte religioni la risposta non può essere che unica: un Essere, o più di uno, è stato l’artefice del miracoloso evento, dotando la nuova creatura anche di un’anima.
Quanto semplice e grandioso sarebbe fermarsi all’assunto e accettarlo quale atto di fede nella divina volontà creativa.
Un grosso problema sorge considerando che, se l’evoluzione non si è svolta in maniera scorrevole, come si evince dai reperti fossili, allora gli uomini non sono il prodotto finale della creazione, ma uno stadio intermedio, una variante fra le tante che sul piano genetico sono soltanto estremità temporanee di una catena che si estende per quattro miliardi di anni nel passato.
Più arretriamo nel tempo, più notiamo che i nostri progenitori appaiano sempre più scimmieschi.
Gli antropologi hanno cercato e continuano a cercare, il famoso “missing link”, l’anello mancante, il punto in cui l’uomo divenne inconfutabilmente “uomo”.
La sola cosa certa che sappiamo è che non esiste un unico progenitore comune, che il passaggio dagli ominidi, il suo sviluppo, avvenne in momenti e in paesi diversi, considerando l’Africa, il luogo di nascita al momento del loro progresso.
Il clima africano, sei o sette milioni di anni fa subì un grande sconvolgimento che portò alla scomparsa delle foreste pluviali tropicali, trasformando in steppe immense pianure. La mancanza di alberi costrinse i suoi abitanti a ricercare nuove capacità per sopravvivere, imparando a camminare in posizione eretta, divenendo per necessità, più intelligenti.
Nel corso dei milioni di anni successivi sono emerse varianti nuove di ominidi, sviluppando l’ingegno e dando inizio a forme di cultura, adattandosi, alcune specie, alle mutevoli condizioni ambientali, mentre altre sono sparite.
Siamo ancora fermi davanti all’interrogativo rimasto insoluto, poiché ci troviamo tuttora di fronte a un universo che non ha evidenziato bruschi cambiamenti di condizioni e neppure una catena di causa- effetto, bensì un intricato tessuto di casualità.
Dunque l’evoluzione è stata una serie discontinua di eventi, con molti sbalzi e interruzioni improvvise, seguiti da altrettante mutazioni e cambiamenti.
È stata, la storia umana, una serie di oscillazioni, finché un numero sufficiente di esseri con mutazioni adattive riuscì a sopravvivere e a moltiplicarsi.
Quando invece, le mutazioni si verificarono in un numero esiguo di individui, la loro linea si estinse e l’umanità dovette attendere la mutazione seguente.
Tre miliardi e mezzo di anni, tanto ha combattuto la vita per arrivare fin qui, con un qualcosa in più rispetto alle specie che l’hanno preceduta.
Quale cosa? L’intelletto!
Re: Pianeta Terra
Tra poco sapremo tutto dell'interno della nostra Terra!
Ecco al momento la sua immagine in 3D.

Ecco al momento la sua immagine in 3D.

Pianeta Terra
Le rocce

Le rocce sono sempre state un elemento fondamentale in tutti i continenti e in tutte le epoche.
I testi di storia dell’arte, però, per tradizione ci spiegano degli stili, delle epoche, delle tecniche scultoree e architettoniche, ma raramente indicano quali materiali litici con cui sono stati eseguiti, cioè le rocce utilizzate.
L’uso della pietra trovò grande sviluppo presso gli egizi, che eressero le grandiose piramidi, costituite da blocchi di granito rivestiti di calcare, mentre per la sfinge si è utilizzato un blocco di arenaria.
Le opere dei Greci, invece, si devono all’abbondanza e alla varietà dei loro marmi, mentre i Romani costruirono il Colosseo in travertino e lastricavano le strade con la locale pietra vulcanica. Soprattutto in epoca imperiale amavano importare i materiali necessari da altre zone dell’Italia o del mondo conosciuto: da Brescia il calcare Botticino, dall’Egitto il porfido rosso antico e dal Peloponneso il porfido verde antico.
L’impiego di determinate rocce negli esterni delle costruzioni fino a pochi secoli fa dava tinte caratteristiche alle città, così, se Roma era dominata dal travertino, Catania dal nero del basalto, Firenze dal grigio delle arenarie, l’intera puglia dal bianco accecante dei calcari.
Il Duomo di Milano è stato edificato usando il marmo rosa di Candoglia, una roccia metamorfica. Il suo metamorfismo è dovuto a fenomeni geologici che ha interessato vaste zone della superficie terrestre. La sua composizione è calcarea, i suoi minerali essenziali sono formati esclusivamente di calcite, anche se è possibile la presenza di pirite, dolomite, quarzi, muscovite. Le inclusioni di pirite creano grossi problemi nell’uso edilizio del marmo, poiché questo solfuro esposto agli agenti atmosferici si trasforma in idrossido di ferro, la limonite, che macchia di color ruggine i marmi.
Per questo motivo i blocchi che vengono utilizzati per il restauro del duomo di Milano sono controllati accuratamente e scartati qualora contengano pirite.
Un altro celebre Duomo è quello di Orvieto, con i suoi basamenti istoriati in marmo, le sculture i mosaici e il grande rosone lavorato a trina.
Spesso si sono ornati palazzi e chiese con marmi e calcari policromi, intarsiando la pietra di base con altre di diverso colore. Come la Piazza dei Miracoli a Pisa, con la Torre e il battistero; a Firenze con le celebri chiese costruite con calcari carboniosi o rocce verdi provenienti dall’Appennino.
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