notizie "astronomiche"
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Re: notizie "astronomiche"
I cosmonauti russi, Kononenko e Prokopyev, hanno eseguito un'attività extra-veicolare veramente insolita, lavorando attorno al foro scoperto lo scorso agosto sulla Soyuz MS-09.
I due cosmonauti sono usciti dal modulo Pirs con il compito principale di ispezionare il modulo orbitale della capsula Soyuz MS-09 dove era stato scoperto il foro che aveva portato a una piccola perdita di atmosfera nella stazione e subito sigillato con della resina epossidica da parte dell'equipaggio senza creare altri problemi.
Erano già trascorse circa tre ore quando i due cosmonauti hanno raggiunto la Soyuz e iniziato, con uno speciale coltello e un paio di grosse cesoie a tagliare gli strati di isolante protettivo della capsula, mentre piccoli frammenti dei materiali si staccavano e svolazzavano tutt’attorno. Una visione quasi surreale, quella dei due cosmonauti che con forza strappavano pezzi di copertura termica dalla Soyuz, scoprendo alla fine il foro. Azione che ha fatto tremare più di un addetto ai lavori essendo la cosa ulteriormente peggiorata quando i due cosmonauti hanno utilizzato gli stessi attrezzi per tagliare una sottile copertura metallica che serve a proteggere i moduli dai detriti orbitali. I cosmonauti hanno poi scattato una serie di foto dettagliate del foro e della zona attorno.
La passeggiata di Kononenko e Prokophyev è durata complessivamente 7 ore e 45 minuti ed è stata la 213esima passeggiata spaziale dal 1998, in supporto all'assemblaggio e manutenzione della stazione spaziale.
Voyager 2 nello spazio interstellare
Anche la sonda Voyager 2 è entrata nello spazio intrastellare ed è, ora, completamente fuori dall’eliosfera, la bolla di particelle e campi magnetici generata dal Sole.
A differenza della sonda gemella è giunta alla meta con uno strumento operativo in più con il quale studiare meglio l’ambiente interstellare.
Ora si trova a poco più di 18 miliardi di km dalla Terra, con i segnali che impiegano circa 16,5 ore per raggiungerci, con la possibilità di poter comunicare con la sonda ancora per un certo tempo, sino a quando cioè, i generatori di elettricità a radioisotopi produrranno energia sufficiente a sostenere il funzionamento degli strumenti attivi e i pochi watt del trasmettitore
Pur con qualche acciacco dovuto ai 41 anni d’età, le due sonde godono ancora di buona salute e in grado di produrre dati scientifici di grande interesse per la comprensione di quanto concerne lo spazio interstellare del quale ancora sappiamo molto poco.
Anche se per convenzione l’ambiente fuori dell’eliosfera è definito come spazio interstellare, le due Voyager sono ancora legate alla gravità solare e lo saranno a lungo, poiché il confine si stima oltre la Nube di Oort, estesa sino a circa 100 mila UA (Unità Astronomiche). Ci vorranno almeno mille anni per giungere solo nella parte interna della nube, posta a circa 1.000 UA, e altri 30 mila per percorrerla completamente.
Ibernati... e via verso Marte...
L’azienda SpaceWorks di Atlanta, una società di ingegneria aerospaziale specializzata nella progettazione e nella valutazione di concetti avanzati per clienti pubblici e commerciali, ha ricevuto un finanziamento dalla NASA per valutare la fattibilità dell’ibernazione umana da applicare agli astronauti nei viaggi spaziali più lunghi.
John Bradford, il presidente di SpaceWorks, dichiara che al momento il limite della durata dell’ibernazione umana in questi contesti è di 14 giorni, durante i quali la temperatura interna del corpo è abbassata di circa 5°C.
A questo genere di temperature il corpo va in ipotermia e cade in uno stato di sonno riducendo il tasso metabolico dal 50 fino a 70%. Uno stato simile a quello degli animali, come gli orsi, a esempio.
Dopo le due settimane di letargo, gli astronauti potrebbero poi riprendersi, passando un paio di giorni in stato di coscienza, prima di rimettersi di nuovo in ibernazione, un ciclo da ripetere fino a quando non si giunge a destinazione.
Inoltre le capsule all’interno delle quali gli astronauti dormirebbero potrebbero essere vantaggiose anche per proteggerli dalle radiazioni.
Si pensa però che sia possibile spingere ulteriormente il limite fino a farlo arrivare anche a 30 giorni se non oltre, e sarebbe, in ogni caso, un concetto abbastanza diverso da quello noto come “crionica”: il punto difficile non è far “addormentare” gli eventuali astronauti, ma farli risvegliare senza che il corpo abbia subito dei danni.
Se il sistema della SpaceWorks, funzionasse, un viaggio su Marte si ridurrebbe da otto lunghi mesi a pochissime settimane di veglia, intercalate da 15 “dormite” di due settimane. Un vantaggio non da poco, “se, appunto, funzionasse"...Chissà già vi siano volontari in attesa…
Re: notizie "astronomiche"
Un’equipe di astronomi, guidata da Olga Cucciati dell’INAF di Bologna, ha individuato un gigantesco proto-superammasso di galassie in formazione nell’Universo primordiale, a poco più di 2 miliardi di anni dopo il Big Bang. La struttura, chiamata Hyperion, è la più grande e massiccia mai trovata quando l’universo era ancora relativamente giovane. Calcolandone l’enorme massa si ritiene sia un milione di miliardi di volte maggiore di quella del Sole.
Situato nella costellazione del Sestante, è stato identificato analizzando la raccolta di dati ottenuti dallo strumento VIMOS sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO, che fornisce una mappa tridimensionale, unica nella storia, della distribuzione di oltre 10.000 galassie nell’Universo distante.
“Portare alla luce questo titano cosmico aiuterà capire meglio la storia della formazione delle strutture a larga scala“.
È questo il commento finale degli scopritori l’eccezionale ammasso ancora in formazione nel giovane Universo.
Re: notizie "astronomiche"
Primo piano della materia divorata da un buco nero.
È risucchiata a un terzo della velocità della luce
Istantanea della materia che precipita nel buco nero gigante al centro della Via Lattea
(fonte: ESO/Gravity Consortium/L. Calçada)
RIPRODUZIONE RISERVATA Copyright ANSA/Ansa
Ciuffi di gas che girano vorticosamente a una velocità pari a circa un terzo di quella della luce:
è il primo piano senza precedenti della materia che sta per essere divorata dal gigantesco buco
nero che si trova al centro della Via Lattea. L’istantanea del gas che precipita verso il punto
di non ritorno di questo mostro cosmico, con una massa pari a circa 4 milioni di volte quella
del Sole, è realizzata dallo strumento Gravity del Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio
Europeo Meridionale (Eso). I dettagli sono pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.
L’immagine mostra dei brillamenti originati dal gas incandescente che precipita nelle fauci
del buco nero.
Gli autori hanno utilizzato congiuntamente 4 telescopi Vlt ottenendo un’istantanea molto
dettagliata, come se fosse stata realizzata da un unico grande telescopio di 130 metri
di diametro.
I buchi neri sono tra gli oggetti più affascinanti e al tempo stesso misteriosi dell’universo.
La loro attrazione gravitazionale è così intensa che nulla riesce a sfuggire al loro abbraccio
compresa la luce.
“L’immagine è un’ulteriore conferma della presenza di un buco nero supermassiccio,
Sagittarius A*, al centro della nostra galassia”, ha spiegato Reinhard Genzel, dell’Eso,
uno dei coordinatori dello studio.
“Grazie alla straordinaria sensibilità dello strumento Gravity - ha concluso - siamo riusciti
a immortalare in tempo reale la materia in orbita attorno al buco nero”.
Fonte:
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2018/11/05/primo-piano-della-materia-divorata-da-un-buco-nero-_9e4b0680-7de4-4521-877c-e9d48e8b9d42.html
Una domanda all'esperta; ma quanti anni luce fa è successo questo evento?
Non mi pare che il centro della galassia ci sia molto vicino da parlare di "istantanea".
È risucchiata a un terzo della velocità della luce
Istantanea della materia che precipita nel buco nero gigante al centro della Via Lattea
(fonte: ESO/Gravity Consortium/L. Calçada)
RIPRODUZIONE RISERVATA Copyright ANSA/Ansa
Ciuffi di gas che girano vorticosamente a una velocità pari a circa un terzo di quella della luce:
è il primo piano senza precedenti della materia che sta per essere divorata dal gigantesco buco
nero che si trova al centro della Via Lattea. L’istantanea del gas che precipita verso il punto
di non ritorno di questo mostro cosmico, con una massa pari a circa 4 milioni di volte quella
del Sole, è realizzata dallo strumento Gravity del Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio
Europeo Meridionale (Eso). I dettagli sono pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.
L’immagine mostra dei brillamenti originati dal gas incandescente che precipita nelle fauci
del buco nero.
Gli autori hanno utilizzato congiuntamente 4 telescopi Vlt ottenendo un’istantanea molto
dettagliata, come se fosse stata realizzata da un unico grande telescopio di 130 metri
di diametro.
I buchi neri sono tra gli oggetti più affascinanti e al tempo stesso misteriosi dell’universo.
La loro attrazione gravitazionale è così intensa che nulla riesce a sfuggire al loro abbraccio
compresa la luce.
“L’immagine è un’ulteriore conferma della presenza di un buco nero supermassiccio,
Sagittarius A*, al centro della nostra galassia”, ha spiegato Reinhard Genzel, dell’Eso,
uno dei coordinatori dello studio.
“Grazie alla straordinaria sensibilità dello strumento Gravity - ha concluso - siamo riusciti
a immortalare in tempo reale la materia in orbita attorno al buco nero”.
Fonte:
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2018/11/05/primo-piano-della-materia-divorata-da-un-buco-nero-_9e4b0680-7de4-4521-877c-e9d48e8b9d42.html
Una domanda all'esperta; ma quanti anni luce fa è successo questo evento?
Non mi pare che il centro della galassia ci sia molto vicino da parlare di "istantanea".
eroil- Messaggi : 6554
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Re: notizie "astronomiche"
Il gigante cosmico che ha modellato la Via Lattea - VIDEO
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2018/11/01/il-gigante-cosmico-che-ha-modellato-la-via-lattea-video_d82f7049-a2b5-429b-b1ec-f96242d5c720.html
Lascio alla Castellana l'onore e l'onere di trovare immagini inerenti a questo articolo.
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2018/11/01/il-gigante-cosmico-che-ha-modellato-la-via-lattea-video_d82f7049-a2b5-429b-b1ec-f96242d5c720.html
Lascio alla Castellana l'onore e l'onere di trovare immagini inerenti a questo articolo.
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Stelle madri e pianeti bambini...
Un gruppo di ricercatori ha identificato una stella giovane chiamata “CI Tau”, con quattro pianeti delle dimensioni di Giove e Saturno in orbita, una prima volta che si scopre un numero così alto di pianeti massicci in orbita in un sistema tanto giovane.
La stella ha solo due milioni di anni, giovanissima in termini astronomici, è circondata da un enorme disco di polvere e ghiaccio. Nei dischi protoplanetari è il luogo in cui si formano pianeti, lune, asteroidi e molti altri oggetti in sistemi stellari.
Il primo pianeta a essere scoperto è stato quello paragonato a un Giove caldo, un enorme pianete molto vicino alla giovane stella madre.
All'opera un team di ricercatori guidati dall’Università di Cambridge che ha utilizzato l’ALMA per cercare i “fratelli” planetari di questo Giove bambino.
CI Tau si trova a circa 500 anni luce di distanza dalla Terra, in una regione con formazione stellare molto attiva della galassia. I suoi quattro pianeti differiscono molto nelle loro orbite: il più vicino (il Giove caldo) si trova nell’equivalente dell’orbita di Mercurio, mentre le orbite più lontane sono ad una distanza più di tre volte maggiore di quella di Nettuno. I due pianeti esterni hanno circa la massa di Saturno, mentre i due pianeti interni hanno rispettivamente attorno a una e dieci volte la massa di Giove.
Rappresentazione artistica dei quattro giganti gassosi in orbita attorno a CI Tau.
Credito: Amanda Smith, Institute of Astronomy, Università di Cambridge
Re: notizie "astronomiche"
Di nuovo tempo di visite... altro asteroide che ci vorrebbe vedere da più vicino... Siamo troppo appetibili, troppo in vista...non c'è che dire...Sembra però che anche stavolta la scampiamo...
Un asteroide per Aretha Franklin
La NASA ha voluto omaggiare la grande cantante con un asteroide, si chiama 24951 Aretha, proprio come la regina del soul scomparsa lo scorso 16 agosto nella sua casa di Detroit.
L'asteroide orbita fra Marte e Giove, il suo nome 249516 Aretha, scoperto dalla missione NeoWise il 15 febbraio 2010 ha un diametro di quattro chilometri.
Sul sito del Jet Propulsion Laboratory della NASA, si legge che l’agenzia ha dedicato l’asteroide ad Aretha Franklin, che ha vinto 17 Grammy Awards, ha registrato indimenticabili hit come ‘Respect’, ‘Chain of Fools’ e ‘Think’ ed è stata insignita nel 2005 della Medaglia presidenziale della libertà.
Asteroidi gemelli
Un nuovo asteroide binario è stato scoperto all’interno del Sistema solare con la collaborazione tra osservatori partecipanti:il Golden Solar System Radar (GSSR) della Nasa in California, l’Osservatorio di Arecibo a Puerto Rico e l’Osservaatorio Green Bank (GBO) nel West Virginia.
Si tratta dell'asteroide Near-Earth 2017 EY5, scoperto il 21 dicembre 2017 grazie alle osservazioni fatte dal Morocco Oukaimeden Sky Survey, le cui caratteristiche fisiche sono state rese note solo alla fine dello scorso giugno. La certezza che potesse trattarsi di un sistema binario è arrivata dalle osservazioni del GSSR effettuate tra il 21 e il 22 giugno scorso che avevano infatti rilevato l’esistenza di due lobi distinti, ma l’orientamento dell’asteroide era tale che gli scienziati non avevano possibilità di vedere se i due corpi fossero uniti o separati. Alla fine però, ruotando, questi due corpi hanno mostrato uno spazio tra loro.
Neutrini e raggi gamma
Un solo neutrino e cambia la storia dell’astronomia, quello che ha viaggiato nello spazio per 3,7 miliardi di anni fino ad arrivare sulla Terra, dove è stato catturato lo scorso 22 settembre dall’esperimento Ice Cube, immerso nei ghiacci del polo nord. È quindi il primo neutrino che proveniente da un’altra galassia. Il neutrino, al quale è stato assegnato il nome Ic-170922A, si è reso protagonista anche di un’altra svolta storica, infatti, dalla galassia da cui arrivato, il blazar Txs 0506+056, è arrivato anche un fiotto di raggi gamma di alta energia rivelati dai telescopi spaziali Fermi e AGILE, e dal telescopio MAGIC operante alle Canarie. La scoperta, annunciata nel corso di una conferenza stampa della National Science Foundation, è stata pubblicata su Science. E’ la prima volta che riusciamo a rivelare l’emissione congiunta di fotoni e neutrini da una stessa sorgente cosmica, e gli astronomi salutano questa storica scoperta come un nuovo importante passo verso l’astronomia multi messaggero.
Un importante passo in avanti, questo, dei neutrini, come quando lo scorso agosto 2017 i rivelatori LIGO e Virgo hanno scoperto un segnale gravitazionale proveniente dalla fusione di due stelle di neutroni, un fenomeno che ha generato anche emissione luminosa osservata da moltissimi telescopi a terra e nello spazio.
Grazie alla scoperta dei neutrini da Txs 0506+056 l’Astronomia ha quindi inaugurato un nuovo capitolo che permetterà di studiare il cosmo in un completamente nuovo.
Suoni dalla spazio
Il 2 settembre 2017, due settimane prima del suo tuffo finale verso Saturno, la sonda Cassini ha registrato potenti emissioni elettromagnetiche legate a movimenti di plasma (il quarto stato della materia, composto di atomi ionizzati) tra il pianeta ed Encelado, una delle sue lune, grazie allo strumento RPWS (Radio Plasma Wave Science), che i ricercatori dell'Università dell'Iowa hanno convertito in onde sonore.
Re: notizie "astronomiche"
In una fitta cortina di nubi di polveri e gas ALMA scopre la formazione di tre esopianeti intorno alla giovane stella HD 163296. Una vera nursery nella costellazione del Sagittario, a 300 anni luce da noi, scoperta da due team internazionali con una innovativa tecnica grazie alle antenne dell’Atacama Large Millimeter Array (ALMA).
Studiando il movimento del monossido di carbonio (CO) nel disco, i ricercatori hanno evidenziato lo spostamento del gas sfruttando l’effetto Doppler dell’emissione delle masse di gas.
Un team ha identificato due pianeti a circa 12 e 21 miliardi di chilometri dalla stella, mentre l’altro team ha identificato il terzo pianeta a circa 39 miliardi di chilometri di distanza. Si tratta di una nuova tecnica che permette di stimare la massa dei protopianeti in modo più preciso e che trasforma ALMA in uno strumento per dare la caccia ai pianeti extrasolari.
Nell’immagine: Osservazione di ALMA del gas, in cui si evidenzia nel materiale la presenza di un esopianeta.
Re: notizie "astronomiche"
Ghiaccio sul cratere di Marte
Il cratere Korolev, situato nell’emisfero nord del pianeta Marte, mostrato in dettaglio con visibili depositi di ghiaccio dallo strumento CASSIS (Colour and Stereo Surface Imgaging System) a bordo della sonda Trace Gas Orbiter (TGO) di ExoMars, in orbita a circa 400 km dalla superficie del Pianeta Rosso.
CASSIS, progettato all’Università di Berna, in Svizzera, è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
L’immagine a colori evidenzia una regione di 50 km del cratere da impatto intitolato all’ingegnere russo Sergej Korolev, al quale si devono i progetti dei primi razzi sovietici destinati all’esplorazione spaziale.
CASSIS, dopo i test di preparazione nel marzo scorso ha iniziato la sua attività alla fine di aprile.
L’immagine è una composizione di tre riprese in diversi colori scattate il 15 aprile.
Censura cosmica
Una nube di gas dalla forma “poco educata”che sarà cancellata fra qualche milione di anni, per una sorta di “censura” cosmica. Si tratta di una struttura minore chiamata con ironica irriverenza “ il dito di dio”, osservabile nell’interno della Nebulosa Eta Carinae, distante approssimativamente 8.000 anni luce dal Sole.
Il destino che l’attende sarà comune anche a nubi molecolari giganti dall’aspetto più innocente, previsioni da un nuovo studio di due ricercatori del Canadian Institute for Teorical Astrophisysics, i quali hanno individuato il colpevole del dissolvimento delle nubi di gas nella luce delle stelle, più precisamente la radiazione che emettono.
Dunque, non le esplosioni di supernova, come creduto, colpevoli sono le stelle, che con ingratitudine accorciano l’esistenza di quelle nubi che un tempo sono state le loro culle.
Re: notizie "astronomiche"
Il Very Large Telescope dell’ESO in collaborazione con altri telescopi, nel centro di un alone di luce ha ripreso fantastiche immagini di un esclusivo oggetto misterioso. Si tratta del residuo di una stella che un tempo risplendeva a circa 200.000 anni luce dalla Terra, nascosto nell’intrico di filamenti di gas nella Piccola Nube di Magellano, una delle nostre vicine galattiche.
I dati dell’osservatorio a raggi X Chandra hanno confermato la sua identità di stella di neutroni isolata, la prima trovata di là della nostra galassia.
Tiangong 1- Fine del viaggio
È finito il viaggio della Stazione Spaziale Cinese Tiangong 1, (il Palazzo Celeste) lanciata nel 2011, e rientrata sul nostro pianeta impattando con l’atmosfera. Il contatto ha provocato l’esplosione del modulo principale con i detriti che sono precipitati sull’oceano Pacifico, senza causare conseguenze del resto pronosticato dagli scienziati di tutto il mondo. A dichiarare il momento dell’impatto sono state le autorità americane attraverso il Joint Force Space Component Command (Jfscc) del Comando strategico degli Stati Uniti.
La Stazione Spaziale Cinese, pesante come un autobus di otto tonnellate, programmata per funzionare solo due anni, è rimasta in attività fino a quando, nel marzo 2016, se n’è perso ogni controllo.
Lutto nel mondo della scienza
Stephen Hawking, uno dei cosmologi più celebri degli ultimi decenni per le sue teorie sui buchi neri, la cosmica quantistica e l'origine dell'universo, è morto nelle prime ore del mattino del 14 marzo 2018 all'età di 76 anni nella sua casa a Cambridge.
Nato a Oxford l'8 gennaio 1942, descrisse se stesso come un bambino disordinato e svogliato, che non voleva neppure imparare a leggere fino all’età di otto anni.
Quando gli è stata diagnosticata la malattia degenerativa, la Sla, secondo i medici Stephen Hawking era destinato a morire in pochi anni, appena 21enne e invece ha convissuto con la sclerosi laterale amiotrofica fino a 55 anni dopo, facendo scoperte straordinarie, continuando a insegnare, simbolo straordinario del potere della mente.
Uno dei suoi contributi scientifici più importanti, che lo ha reso celebre è stato il lavoro sui buchi neri e sulla radiazione che prende il suo nome, “La radiazione di Hawking”.
Nei suoi lavori Stephen Hawking affronta il tema di un creatore o di un atto creativo per l'origine dell'universo, dichiarandosi agnostico e sostenendo che non è necessario un creatore per spiegare la nascita del cosmo, pur tuttavia ponendosi ugualmente il problema.
Hubble: luci e colori
Più che per le scoperte scientifiche il telescopio Hubble è più famoso per le immagini che ci rimanda. Infatti, non produce automaticamente immagini attraenti, ma sono rielaborate artisticamente con particolari imitazioni del cosmo e dei suoi fenomeni.
Scopriamo come con l’aiuto Di Media Inaf ~.
Video ESA/HUbble
Asteroidi: incontri ravvicinati
Ormai gli asteroidi scoperti che passano a meno di una distanza lunare dalla Terra si avvicendano più che settimanalmente e gli strumenti a disposizione permettono di individuarli con sempre più maggior precisione. Più di 1.400, tra quelli potenzialmente pericolosi, catalogati dall’inizio 2013.
L’osservatorio del Catalina Sky Survey in Arizona, la settimana prima aveva scoperto due asteroidi di dimensioni medio-piccole, entrambi destinati a passare a distanza ravvicinata nei giorni successivi.
Il primo, battezzato 2018 CC, transitato due sere dopo, a 189.000 km dalla Terra, metà della distanza lunare. Si è trattato del primo passaggio sub-lunare del mese e l’ottavo dall’inizio dell’anno. Ancora più raro l’incontro con il secondo oggetto, 2018 CB, previsto passare a soli 63.360 km dalla superficie terrestre la sera del 9, cioè ieri verso le 23:29, ora italiana, ad una distanza che lo piazza al decimo posto nella classifica dei passaggi più ravvicinati degli ultimi 12 mesi.
Partito il Falcon Heavy di Space X
Il più potente razzo vettore realizzato dall'azienda SpaceX del miliardario Elon Musk, il Falcon Heavy, è decollato con successo verso le 22 ora italiana dalla base di lancio NASA di Cape Kennedy in Florida, già base di lancio degli Space Shuttle e missioni Apollo.
Un successo che ha dimostrato la funzionalità di un razzo da record, secondo solo al Saturno V utilizzato per le missioni Apollo. Il Falcon è infatti, in grado di portare nello spazio fino a 64 tonnellate di carico, contro I 29 del Delta IV Heavy della United Launch Alliance, il vettore diretto concorrente.
Il Falcon Heavy è composto di un vettore principale e da due razzi booster secondari, che si sono staccati dopo un paio di minuti dal lancio e rientrati al suolo, atterrando quasi simultaneamente su due piattaforme a Cape Kennedy, tra l’applauso dei presenti. Il vettore principale, dopo essersi separato dal secondo stadio, sarebbe dovuto rientrare su una piattaforma nell'oceano, però per un problema ai razzi di rientro ha mancato il bersaglio andandosi a schiantare in acqua.
Sembra a bordo vi fosse un'auto Tesla Roadster personale di Musk “guidata” da un manichino in tuta da astronauta e che dopo alcune manovre compiute con successo, l'auto sia stata inviata in orbita verso Marte, forse con una spinta troppo forte, per cui, a quanto si presume, finirà per superare il pianeta e nella fascia degli asteroidi.
Probabilmente o ancor più sicuramente, si disintegrerà molto prima...
Il ghiaccio su Marte
Da tempo si conosce, grazie ai rilevamenti della sonda Mars Express, dell’ESA, eseguiti su Marte, che sotto la crosta superficiale, a pochi metri di profondità, vi sono importanti depositi di ghiaccio d’acqua. In alcune aree l’erosione del vento ha prodotto fratture ed esposto la struttura interna del corpo ghiacciato, permettendo alla sonda di fotografarle.
Analizzando queste fotografie i ricercatori terrestri hanno concluso che i depositi di ghiaccio d’acqua stratificati, potrebbero avere uno spessore di oltre 100 metri, a circa 2-3 metri sotto la superficie, forse formati da accumulo di nevicate durante i periodi geologici in cui l’asse di rotazione del pianeta era particolarmente accentuata.
Nuove missioni dalla NASA
La NASA porta a conoscenza quali saranno le missioni interplanetarie del prossimo decennio. Una scenderà sulla cometa Churyumov-Gerasimenko per raccogliere un campione, un’altra studierà la luna Titano con un drone, il Dragonfly, questo il nome del drone che sarà lanciato su Titano, alimentato da una sorgente a radioisotopi con la possibilità di spostarsi in diversi luoghi della luna analizzandone la superficie e l'atmosfera. Questa una delle due missioni che lasceranno la Terra dalla prossima metà degli anni venti per esplorare il nostro sistema solare nell’ambito del Progetto New Frontiers.
La seconda missione chiama CAESAR (Comet Astrobiology Exploration Sample Return) e sarà una sonda che si avvicina alla cometa Churyumov-Gerasimenko, dalla quale raccoglierà un campione di suolo e riportarlo a Terra. Sarà così molto interessante non solo poter analizzare il suolo cometario in un laboratorio molto sofisticato sul nostro pianeta, ma anche poter osservare cosa è avvenuto sulla cometa dopo essere stata visitata e studiata da Rosetta.
Addio, forse, all'ascensore spaziale...
Una delle più grandi ambizioni dell’astronomia è stata la possibilità di realizzare l’ascensore spaziale, lunghe file di materiale al carbonio per consentire un facile trasporto da terra fino a una piattaforma stabile nello spazio.
Dal popolare romanzo di Arthur C. Clarke, la prima ispirazione, dove si costruisce un cavo che collega il terreno e l’orbita geosincrona, il cui problema dipende dalla sua forza, poiché è difficile creare un legame lungo che non si rompa.
Nella foto l’illustrazione del Tethered Satellite System 1 (TSS-1) dallo Space Shuttle Altantis nel 1992.
Come altri cavi testati, TSS-1 non è riuscito a mantenere la sua promessa, sebbene abbia fornito indicazioni molto preziose per futuri esperimenti.
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