notizie "astronomiche"
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Pianeti extrasolari
In orbita intorno a una stella nana molto fredda sono stati scoperti tre pianeti con temperature e dimensioni di quelle della Terra e di Venere.
Sono i primi tre esopianeti individuati intorno a una stella piccola e debole, a cui dato il nome di "Trappist-1", lo stesso del telescopio robotico "TRAPPIST",utilizzato per la ricerca dall'Osservatorio La Sila in Cile.
Si trova verso la costellazione dell'Acquario, a 40 anni luce di distanza dalla Terra. I tre esopianeti potrebbero contenere acqua allo stato liquido e almeno uno dei tre, orbitante più lontano dalla stella madre, e quindi meno sottoposto alle sue radiazioni, potrebbe, potenzialmente, risultare abitabile.
Grandi telescopi: primati americani
L’America nel 1822 invidiava all’Inghilterra i trenta Osservatori pubblici e privati, mentre in tutti gli Stati Uniti non ve n’era nessun degno di stare al loro passo.
L’Inghilterra oltre essere una temibile potenza militare, era anche, come il resto dell’Europa, intellettualmente e culturalmente molto avanzata.
Il presidente americano John Quincy Adams fece nel suo primo messaggio al Congresso nel 1826, la richiesta per la realizzazione di osservatori astronomici rilevanti, dove potessero lavorarvi astronomi di professione.
Alla fine del 19° secolo gli Stati Uniti avevano più osservatori di ogni altra nazione: quattro di quegli Osservatori possedevano il più grande telescopio rifrattore del mondo, e molti altri minori che esigevano altri primati. Molti erano stati finanziati da filantropi facoltosi o da sottoscrizioni pubbliche con fondi di gente comune.
Fu il passaggio della Grande Cometa del 1843 che indusse alcuni facoltosi cittadini di Boston a fare donazioni a Harvard per l’acquisto di un identico rifrattore dell’osservatorio di Pulkovo, in Russia, rimasto il più grande telescopio a lenti fino a quando, nel 1864 fu superato da quello dell’Osservatorio di Dearborn.
Gli Stati Uniti si contrapposero all’Europa nella corsa alla costruzione e al mantenimento del titolo di paese possessore del più grande rifrattore del mondo, un titolo che per decenni fu altalenante attraverso l’atlantico.
In meno tempo di quello di una vita umana, gli Stati Uniti si erano trasformati nel paese astronomicamente più avanzato del mondo, la febbre dei telescopi aveva fatto molta presa sul pubblico americano e formato un vasto movimento culturale, dove termini quali “tecnologico” o “più grande del mondo” si traducevano in orgoglio americano.
Il grande rifrattore dell'Osservatorio di Yerkes, del 1897, rimasto ancora il più grande telescopio del mondo di questo tipo, anche se non più usato per la ricerca.
Ultima modifica di Annali il Lun Ott 10, 2016 9:45 pm - modificato 1 volta.
Kepler cacciatore di pianeti
Kepler, il cacciatore di esopianeti lanciato dalla NASA nel 2009, scopre 1284 nuovi pianeti.
I candidati esopianeti trovati con il metodo dei transiti in una zona della costellazione del Cigno nel luglio 2015 erano 4302, ora questi 1284 sembra che pianeti lo siano davvero.
Dei nuovi pianeti di “Kepler” circa 550 risultano di tipo roccioso con massa non molto diversa dalla Terra e 9 sono nella regione abitabile della loro stella. Le simil-terre sono ora complessivamente 21.
Lo spazio fra stella e disco planetario
Per la prima volta gli astronomi sono riusciti a misurare lo spazio libero da gas e polveri tra una stella in formazione e il disco dove polveri e gas stanno incominciando a concentrarsi in proto-pianeti. La tecnica usata, (nel disegno) si basa sulla velocità finita della luce: gli astronomi hanno misurato il tempo che la luce emessa dalla stella impiega per raggiungere il confine con il disco protoplanetario, dal quale viene riflessa.
Il 'ritardo”dell’”eco di luce” è di circa un minuto, pari a 18 milioni di chilometri (un terzo della distanza che separa Mercurio dal Sole). Il lavoro porta la prima firma di Huan Meng (Caltech e Università dell’Arizona) ed è pubblicato su “The Astrophysical Journal”. Il team ha esaminato vari dischi protoplanetari, e in particolare quello di Rho Ophiuchi, utilizzando il telescopio spaziale per l’infrarosso “Spitzer” della Nasa in combinazione con alcuni telescopi al suolo. Le stelle con dischi protoplanetari esaminate sono 27. Il maggior ritardo dell’eco di luce è stato di 75 secondi. La misura si basa essenzialmente su lievissime oscillazioni del flusso luminoso nella regione del disco.
Da: Astronomia News
La Luna di Makemake
Hubble ha identificato un satellite in orbita attorno al pianeta nano Makemake, il terzo oggetto per luminosità nella fascia di Kuiper.
Un mare di metano su Titano
Un mare di metano, individuato sul maggiore dei satelliti di Saturno, metano allo stato puro, ricoperto da una pellicola di materiali organici, sostanze che, in condizioni termiche diverse potrebbero aver avuto un importante ruolo nell’origine della vita.
Vi sono varie analogie tra Titano e la Terra, cioè, entrambi hanno un’atmosfera costituita in prevalenza di azoto (circa l’80 per cento nel caso della Terra, il 95% nel caso di Titano). Per, su Titano manca l’ossigeno che rappresenta invece circa il 20 per cento dell’atmosfera terrestre. Etano e metano, alla temperatura sulla superficie di Titano hanno un comportamento analogo a quello dell’acqua sulla Terra, possono esistere nei tre stati gassoso, liquido e solido. Intorno al polo nord di Titano ci sono tre ampi “mari” d’idrocarburi e una dozzina di piccoli laghi. Queste informazioni su Titano provengono dalla sonda europea “Huygens” che scese sulla superficie del satellite, e dalla sonda della Nasa “Cassini”, tuttora attiva in orbita intorno a Saturno, che ha documentato che 1,6 milioni di chilometri quadrati della superficie di Titano (circa il 2 per cento) sono coperti da sostanze allo stato liquido.
Prossimamente EUCLID
Il telescopio spaziale Euclid, un progetto europeo da 800 milioni di dollari, è stato approvato dal consiglio scientifico dell’ESA, che verrà realizzato con i contributi di undici paesi membri dell’ente spaziale e il coinvolgimento di quasi mille scienziati di oltre cento istituti sparsi in tutto il mondo.
Verrà lanciato per mezzo di un vettore Soyuz nel 2020, partendo dallo spazioporto di Kourou nella Guiana Francese.
Euclid, dalla sua posizione potrà generare una mappa tridimensionale della distribuzione di circa due miliardi di galassie sparse oltre un terzo della volta celeste, tesa al miglioramento delle conoscenze sull’energia oscura.
Con Kepler 2 in cerca di esopianeti
In aprile si svolgerà su scala mondiale un grande e originale esperimento di ricerca e osservazione di esopianeti. La campagna che inizierà il 9 di aprile, coinvolgerà contemporaneamente l’osservatorio spaziale “Kepler” della Nasa e astronomi di Osservatori a terra sparsi nei cinque continenti. Tutti insieme esploreranno la stessa regione della nostra galassia, ricercando piccoli pianeti simili alla Terra in orbita intorno a stelle alla distanza che possano consentire la vita. Nel corso dell’esperimento i ricercatori si avvarranno anche delle “microlenti gravitazionali”, il fenomeno per il quale una massa interposta, deformando opportunamente lo spazio, concentra la luce proveniente da oggetti più lontani non osservabili diversamente. Con questo metodo gli scienziati potranno determinare la massa di pianeti che orbitano a grandi distanze dalla loro stella, come Giove, Urano e Nettuno nel nostro sistema solare.
“Kepler”, prima che un grave guasto al sistema di puntamento, nel 2013, facesse temere che il satellite fosse perduto, scoprì con il metodo dei transiti più di duemila candidati esopianeti. Gli ingegneri aerospaziali del Ball Center di Boulder, Colorado, riuscirono poi a “raddrizzare” il satellite usando la pressione della radiazione solare. Poté così iniziare la seconda vita di “Kepler”, la missione K2. Con la prima campagna globale di caccia agli esopianeti, quanti pianeti simili alla Terra, si andranno a scoprire?
In aprile si svolgerà su scala mondiale un grande e originale esperimento di ricerca e osservazione di esopianeti. La campagna che inizierà il 9 di aprile, coinvolgerà contemporaneamente l’osservatorio spaziale “Kepler” della Nasa e astronomi di Osservatori a terra sparsi nei cinque continenti. Tutti insieme esploreranno la stessa regione della nostra galassia, direzione la costellazione del Cigno, ricercando piccoli pianeti simili alla Terra in orbita intorno a stelle alla distanza che possano consentire la vita. Nel corso dell’esperimento i ricercatori si avvarranno anche delle “microlenti gravitazionali”, il fenomeno per il quale una massa interposta, deformando opportunamente lo spazio, concentra la luce proveniente da oggetti più lontani non osservabili diversamente. Con questo metodo gli scienziati potranno determinare la massa di pianeti che orbitano a grandi distanze dalla loro stella, come Giove, Urano e Nettuno nel nostro sistema solare. “Kepler”, prima che un grave guasto al sistema di puntamento, nel 2013, facesse temere che il satellite fosse perduto,scoprì con il metodo dei transiti più di duemila candidati esopianeti. Ma gli ingegneri aerospaziali del Ball Center di Boulder, Colorado, riuscirono poi a “raddrizzare” il satellite usando la pressione della radiazione solare. Poté così iniziare la seconda vita di “Kepler”, la missione K2. Ora, con la prima campagna globale di caccia agli esopianeti, si può dire che “Kepler” entra nella sua terza vita scientifica. Quanti pianeti simili alla Terra, si andranno a scoprire?
340 giorni nello spazio
E’ stata una prova generale per i futuri viaggi interplanetari: Due astronauti insieme per quasi un anno nello spazio, con tutti i problemi di assenza di peso, stress psicologico, convivenza forzata in un ambiente ristretto.
Il 2 marzo 2016 alle 5, 26 ora italiana, i cosmonauti Mikhail Komienko e Sergey Volkov, partiti il 27 marzo 2015, sono tornati a terra scendendo con una capsula Soyuz nel Kazakhstan dopo aver trascorso sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) 340 giorni. Non è stato soltanto un semplice “soggiorno” ma un lungo periodo sperimentazione mirata, durante il quale sono state svolte 400 ricerche sulle reazioni del corpo umano alla microgravità, all’isolamento, alla radiazione cosmica e in generale allo stress di una missione così lunga.
Kornienko e Volkov sono due primatisti dello spazio, totalizzando il primo, 516 giorni di permanenza, il secondo 548 in tre soggiorni sulla ISS.
Quasi vicini alla durata di un viaggio Terra-Marte e ritorno.
Oro e platino nello spazio
La sonda LISA Pathfinder dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata per dimostrare la fattibilità tecnologica del rilevamento di onde gravitazionali nello spazio, ha rilasciato a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, due cubetti di oro e di platino che galleggiano nell’equilibrio gravitazionale di un Punto di Lagrange.
I cubetti galleggianti nel vuoto insieme a un raggio laser, riveleranno le deformazioni dello spaziotempo che avvengono quando grandi masse accelerano, tecnologia che si sta mettendo alla prova per la prima volta. In un prossimo futuro, LISA Pathfinder sarà munita di un’antenna, provvisoriamente chiamata eLISA, da “evolved Laser Intereroter Space Antenna” che si estenderà su 5 milioni di km, da confrontare con i 4 km delle antenne LIGO americane e i 3 dell’antenna europea VIRGO.
I cubetti di oro e platino, fluttuanti nello spazio in assenza di peso, rilasciati il 3 febbraio 2016, misurano 4,6 centimetri di lato, ciascuno di kg 1,96 e stanno accumulando dati sulle misurazioni laser.
Re: notizie "astronomiche"
Il satellite “Sentinel 3A” della serie “Copernicus” partito il 16 us, dalla base di Plesetsk in Russia, è entrato regolarmente nell’orbita prevista a 815 chilometri staccandosi dall’ultimo stadio del razzo 79 minuti dopo il decollo. Preso in carico dal centro operativo dell’ESA a Darmstadt, vicino a Francoforte (Germania), Sentinel 3A sta affrontando tre giorni di test per entrare poi nella sua vita operativa. Misurerà la temperatura e il livello degli oceani, lo spessore dei ghiacci e sulle terre emerse lo stato di salute della vegetazione, il livello dei fiumi e dei laghi. Importanti dati che serviranno a tenere sotto controllo i cambiamenti climatici in corso.
Asteroide in transito verso la Terra
Un asteroide paragonabile a quello che sconvolse Tunguska nel 1908 potrebbe passare il 5 marzo ad appena 11.000 chilometri dalla Terra, superando largamente l’orbita geosincrona a 36 mila chilometri sopra l’equatore, dove si trovano decine di satelliti essenziali per le telecomunicazioni, la meteorologia, la ricerca e la trasmissione dati. Si tratta di un oggetto del tipo “Apollo” 2013 TX68, con un diametro di circa 30 metri, vale a dire il doppio dell'asteroide esploso in Russia sopra Chelyabinsk nel febbraio 2013. Scoperto con il telescopio automatico del Catalina Survey della Nasa il 6 ottobre 2013, TX68 due anni fa passò a due milioni di chilometri dal nostro pianeta. L’orbita, non è ancora perfettamente conosciuta, quindi la previsione sul transito è data solo per approssimazione. I dati miglioreranno quando sarà possibile seguirlo per alcuni giorni durante l’avvicinamento, dal 5 al 12 marzo. Nel caso precipitasse sulla Terra, formerebbe un cratere con dimensioni da 100 a 500 metri.
Il disegno mostra la traiettoria prevista, rispetto alla Terra.
Nuove galassie scoperte
Nuove galassie scoperte non proprio dietro l’angolo di casa nostra, ma quasi, a 250 milioni di anni luce da noi. Sono state scoperte con il radiotelescopio di Parkes-Australia, potenziato con un innovativo ricevitore in grado di bucare la nebbia costituita da polveri e stelle della nostra galassia. Le galassie individuate sono 883 di cui 300 del tutto inedite, verso le quali la Via Lattea, fortemente attratta, sta correndo alla velocità di 2 milioni di chilometri l’ora.
Re: notizie "astronomiche"
Confermata la scoperta delle onde gravitazionali.
Alle 16,30 ora italiana dell'11 febbraio una conferenza congiunta LIGO-VIRGO ha confermato la scoperta. L'articolo compare su 'Physical Review Letters', la rivista della Società dei fisici americani.
Il segnale osservato risale al 14 settembre 2015, ore 10, 50 minuti e 45 secondi ora italiana ed è attribuito alla fusione di due buchi neri che vorticando attorno al loro comune baricentro hanno raggiunto la folle velocità di 150 mila chilometri il secondo, la metà di quella della luce. Le antenne LIGO hanno registrato il passaggio dell'onda gravitazionale dentro una finestra temporale coincidenti di 10 millesimi di secondo. Il buco nero binario si trovava a circa un miliardo e mezzo di anni luce da noi.
È così verificata una fondamentale previsione della teoria della relatività generale pubblicata da Albert Einstein cento anni fa, l'11 maggio 1916. A questo punto sarà l’inizio una nuova astronomia, che potrà osservare l’universo dalla finestra gravitazionale.
Osservare le onde gravitazionali
La scoperta delle onde gravitazionali data in sostanza quasi sicura era stata annunciata con un articolo su “Science Magazine”. Era riferita alle osservazioni con le antenne americane LIGO del segnale corrispondente a quello emesso da due buchi neri che ruotano intorno a un comune baricentro sempre più vorticosamente. Si sarebbero fusi formandone uno più massiccio dissipando una parte della massa-energia in onde gravitazionali.
La massa dei due buchi neri che formavano il sistema binario è stimata rispettivamente 36 e 29 volte del Sole, mentre l’oggetto generato dalla loro fusione sarebbe un buco nero di 62 masse solari. Le tre masse solari mancanti sarebbero state dissipate in vari modi, uno dei quali l’emissione di radiazione elettromagnetica, dai raggi gamma e all’X, alla luce visibile alle onde radio.
L’ultima parola sulla scoperta è annunciata per oggi 11 febbraio 2016 a mezzo conferenza stampa parallela degli esperti degli esperimenti LIGO (Stati Uniti) e VIRGO (Europa:Italia –Francia). Si fa il punto sulla precisione con cui si conosce la costante G o Costante di Newton, cioè il parametro fondamentale che caratterizza la forza di gravità.
La determinazione di questa importante costante della natura fu determinata per la prima volta da Henry Cavendish con la sua famosa bilancia di torsione nel 1798.
Una nube cosmica vagante nello spazio
Un’immensa nube di idrogeno, la Nube di Smith, dalla massa pari a un milione di stelle come il nostro Sole, è stata espulsa dalla Via Lattea circa 70 milioni di anni fa, destinata a ricadere a grande distanza dal punto di espulsione fra 30 milioni di anni. La caduta avviene alla velocità di un milione di chilometri orari.
La nube, (nel disegno) che si trova nella costellazione dell’Aquila, scoperta nel 1963 da Gail Smith, è a forma di cometa lunga 11.000 anni luce e larga 2.500 anni luce.
(da uno studio realizzato con il telescopio spaziale Hubble)
Prove di vita nello spazio
Yuri Malenchenko e Sergei Volkov, all’esterno della Stazione Spaziale, hanno recuperato il 3 f3bbraio scorso il laboratorio chimico contenente 46 specie di piccoli organismi e 150 composti organici presenti negli esseri viventi. Sono stati esposti per metterli alla prova dell’ambiente cosmico a temperature estreme, al vuoto, a radiazioni ionizzanti e all’energia diretta del Sole, completando, durante l’esperimento ben 8.500 orbite intorno alla Terra.
Saranno esaminati per scoprire se, e quante, mutazioni avranno subito sotto l’azione dell’ambiente spaziale. Lo studio finalizzato alla ricerca di forme di vita extraterrestri.
Il 2015 l'anno più caldo
Essendo la Terra uno degli otto pianeti del Sistema solare, e per noi il più importante perché è la nostra casa, questa è forse la notizia “astronomica” più rilevante del nuovo secolo: secondo i satelliti americani che tengono sotto controllo il clima, il 2015 ha di nuovo battuto il record di caldo globale (stabilito nel 2014) ed è stato l’anno più caldo da quando si compiono misure precise, cioè dal 1880.
La Nasa e la National Atmospheric Administration precisano che la temperatura media globale della Terra per dieci mesi del 2015 è stata la più alta di sempre (fanno eccezione solo gennaio e aprile). La temperatura della superficie oceanica è stata di 0,74 °C sopra la media del decennio di riferimento 1880-1890, quella della superficie terrestre di 1,33 °C. Oltre ai dati satellitari sono stati considerati anche quelli raccolti da 6300 stazioni meteorologiche marine e terrestri.
reliquie stellari
Un gruppo di ricercatori con il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO ha scoperto una nube di gas molto antica e distante che potrebbe dare parecchie indicazioni sulle stelle che dopo il Big Bang hanno popolato l’universo. Gli esperti hanno scoperto che la nube presenta una piccola percentuale di elementi pesanti quale carbonio, ossigeno e ferro, piccola intesa meno di un millesimo di quanto osservato sul nostro Sole.
Si trova a miliardi di anni luce dalla Terra, tanto lontana che la luce rilevata dal VLT risale a 1,8 miliardi di anni dopo il Big Bang.
Gli elementi pesanti non sono nati con il Big Bang ma sono stati formati in seguito dalle stelle, le prime nate da gas puro diversamente da quelle più recenti. Subito dopo la formazione, queste prime stelle sono esplose in potenti supernove diffondendo i loro elementi nell’ambiente circostante e nelle nuvole di gas sino allora incontaminate.
Nell'imagine una delle prime stelle esplose nell'universo, un guscio di gas in espansione e un filamento di gas più grande.
Re: notizie "astronomiche"
Radiografati in Andromeda 40 sistemi binari con stelle di neutroni.
Il volto nuovo della galassia di Andromeda (M31) rivelato da “Nu STAR”, il satellite per l’osservazione del cielo in raggi X ad alta energia.
Andromeda, a 2,3 milioni di anni luce da noi, è la galassia più vicina tra quelle, per dimensioni, paragonabili alla nostra Via Lattea.
Le immagini presentate al convegno in corso della “Astronomical Society” in Florida, mostrano i sistemi binari con stelle di neutroni che emettono raggi X in un’ampia regione della galassia.
Oltre le 40 binarie a raggi X identificate, Nu STAR ha individuato anche un buco nero che sta risucchiando materia dalla stella sua compagna.
Non essendo possibili osservazioni tanto particolareggiate in galassie più lontane, Andromeda rappresenta uno straordinario laboratorio per studiare l’attività, a larga scala, di un’intera costellazione di binarie X.
Re: notizie "astronomiche"
A cento anni dalla teoria della relatività generale di Einstein, l’universo celebra il genio che l’ha concepita. La luce di una supernova esplosa in una lontanissima galassia, passando attraverso una lente gravitazionale, si è suddivisa in quattro punti luminosi disposti lungo una circonferenza, evento noto da marzo 2015, ma ora c’è un nuovo capitolo da aggiungere alla storia.
Gli astronomi dell’University of California, lavorando con il telescopio spaziale “Hubble”, l’11 dicembre hanno ripreso una quinta e nuova immagine dell’esplosione della stessa supernova. La luce della stella esplosa è arrivata in tempi diversi perché la lente gravitazionale ha determinato percorsi di lunghezza differente, e il quinto fascio luminoso ha dovuto superare una distanza maggiore. Si è potuto così, per la prima volta “prevedere” una supernova, o meglio l’arrivo in successione della sua luce deviata da una lente gravitazionale interposta.
Le osservazioni sono fondate sulla più grande scoperta di Einstein, la curvatura dello spazio-tempo. Le lenti gravitazionali sono una previsione della sua teoria. L’arrivo della luce in tempi diversi conferma ancora una volta che la velocità della luce è una costante fisica fondamentale e la massima possibile in natura.
La supernova è stata chiamata Sjur Refsdal, in onore dell’astronomo canadese che all’Osservatorio di Amburgo cinquant’anni fa, predisse che un giorno si sarebbe potuto osservare in diretta esplosioni di supernova per mezzo delle lenti gravitazionali.
Re: notizie "astronomiche"
Il più grande e accurato censimento dell’universo visto in raggi X: questo è il contenuto dei 13 articoli di uno speciale numero monografico della rivista “Astronomy & Astrophysics”.
L’universo, risulterebbe più vuoto di quanto si pensava, con enormi caverne apparentemente vuote, delimitate da strutture a filamento che sono in realtà ammassi e superammassi di galassie. Una sorta di ragnatela cosmica (pervasa da un gas molto rarefatto ad alta temperatura rivelato dai raggi X), nella quale noi possiamo vedere solo la materia barionica.
Lo studio è stato portato a buon fine con il telescopio spaziale per raggi X “Newton-XMM”, lanciato nel 1999. Lo strumento, per 1600 ore ha ripreso immagini profonde di due zone del cielo, ciascuna con la superficie apparente di 100 lune piene. In queste regioni sono stati identificati 450 ammassi di galassie e 25 nuclei galattici attivi (AGN). Gli ammassi più brillanti hanno masse comprese tra diecimila miliardi e un milione di miliardi di masse solari. La loro età va da 5,5 a 13 miliardi di anni. I dati delle due zone censite, se confrontati con quelli sulla radiazione fossile del satellite “Planck”, pongono interrogativi cosmologici che richiederanno altre complesse e lunghe ricerche.
L’immagine sotto differenzia l'alta qualità delle riprese di "Newton", rispetto a quelle prime di "Rosat".
Asteroide in transito verso la Terra
La notte di Natale, oltre alla cometa Catalina dotata di due code, terrà compagnia alla Terra un asteroide noto come 2003 SD220. Passerà a 11 milioni di chilometri da noi, 28 volte la distanza della Luna: un transito, quindi, in tutta sicurezza.
Il passaggio ravvicinato di questo tipo asteroide non solo non è pericoloso ma riveste notevole interesse scientifico essendo nella lista di quelli che potrebbero essere visitati da una missione robotica e, eventualmente, anche con astronauti, facendo parte di un programma di ricerca. Le immagini radar ottenute con il radiotelescopio di Arecibo da 305 metri di diametro mostrano 2003 SD220 con una forma a sigaro molto allungata. Si stima che longitudinalmente raggiunga i 700 metri. Dal 2015 al 2027 sono attesi quattro suoi passaggi vicino alla Terra. Il prossimo sarà nel 2018.
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